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Nell’angolo più ironico e leggero della Capitale, che chiameremo per comodità Lazio Twitter e Roma Twitter, dopo domenica sono iniziati a girare numerosi meme sulle due brutte sconfitte, appunto, di Lazio (contro il Sassuolo al Mapei Stadium, 1-0) e Roma (in casa contro il Torino, 0-1). Questo perché solitamente, così si dice in città e da decenni, perlomeno, chi arriva peggio al derby parte favorito.

Nessun romano e (minimo) conoscitore del derby metterebbe mai in dubbio questa massima, confermata lo scorso campionato dal 2-0 della Roma di Ranieri, con un piede nella fossa, contro una Lazio di Baroni in quel momento lanciatissima su più competizioni, nonché a 15 punti di distanza (in positivo) dai giallorossi.

La sfida di domenica avrà tutt’altro equilibrio. Le due squadre, dopo tre giornate, si trovano a tre lunghezze di distanza (Roma 6 punti; Lazio 3), ma il clima che si respira intorno a Trigoria e Formello è sensibilmente diverso. In casa Roma c’è la sensazione che quella col Torino sia stata niente più che una brutta caduta, un incidente di percorso nel nuovo corso Gasperini. In casa Lazio, al contrario, le sconfitte contro Como e Sassuolo, per motivi diversi, hanno lasciato addosso una patina appiccicosa e pericolosa, quella di una squadra che non sa che direzione prendere, e per cosa lottare davvero.

Lazio: tra Purgatorio e Inferno

Il patron Lotito, assente in tutte le gare di inizio stagione finora, ha sbagliato pesantemente i conti in estate. Il suo lavoro con Fabiani è stato evidentemente lacunoso, ma lui ancora non ha chiesto scusa all’unica tifoseria che per un’intera estate ha dovuto guardare le altre sognare (e realizzare) colpi di mercato.

Il tutto in un clima da «tana libera tutti», con il nuovo allenatore Maurizio Sarri tradito – lui in conferenza ha parlato di «fregato», ma siamo lì – dal suo stesso presidente, giocatori svogliati perché col contratto in bilico da mesi (Romagnoli, Gila, Castellanos su tutti) e una situazione ambientale che ha dovuto nuovamente manifestare per le strade di Roma il proprio dissenso, evidentemente inascoltato. I tifosi della Lazio hanno risposto allo scempio dirigenziale con 30.000 abbonati (4° risultato in Serie A), una cifra che racconta un amore folle e disperato.

Il campionato è iniziato come detto con due sconfitte (contro Como, 2-0, e Sassuolo, 1-0) e una vittoria (contro l’Hellas Verona, 4-0) e la squadra biancoceleste arriva al derby più con la paura di non poter sbagliare – e magari accontentarsi del pari – che con la voglia di vincere la contesa. Detto con termini escatologici: la Lazio si gioca questo derby tra Purgatorio e Inferno, il Paradiso è ancora molto lontano.

Tecnicamente, al momento, tra le due squadre il divario è importante, e solo una prestazione di grande temperamento della squadra di Sarri, la cui rosa ha però già mostrato una facile tendenza al nervosismo e una personalità complessivamente debole, potrebbe invertire un risultato che sembra segnato. Parlare di tattica e giocatori singoli, in una partita come questa, è del tutto fuorviante.

Roma: alla ricerca della giusta dimensione

Sotto il profilo psicologico, la Roma al derby arriva molto meglio dei dirimpettai. Gasperini però non ha mai preparato un derby, mentre lo score di Sarri in tre anni è invidiabile: su sei derby disputati, quattro vittorie un pareggio e una sola sconfitta. Tradotto: il toscano conosce benissimo questa partita, non ci dorme la notte e lo ha già ammesso varie volte in passato.

Dal punto di vista tattico, inoltre, Sarri ha sempre dimostrato di saper leggere in anticipo la proposta di gioco del Gasp. Eppure, lo ripetiamo: la tattica in partite come questa conta quasi zero. Sarà la voglia delle due squadre di portare a casa la partita a fare la differenza.

Se la Lazio parte più impaurita, la Roma vorrà aggredire fin da subito un avversario in difficoltà, come fanno solitamente i lupi quando vedono la preda in stato di confusione e titubanza. Gli attaccanti della Roma, anche senza Dybala, rimangono giocatori rapidi, brevilinei e tecnici. Soulé su tutti ha già dimostrato come fare male alla Lazio: suo lo straordinario gol da 25 metri che ha deciso l’ultimo derby (1-1) ad aprile.

La Lazio ha dimostrato finora grandi difficoltà in fase offensiva – con l’Hellas è stata pura eccezione – mentre i giallorossi ottima tenuta difensiva. Se la squadra di Gasperini saprà mantenere la porta inviolata, la vittoria potrebbe arrivare, perché le soluzioni in fase offensiva sono tante. Da calcio piazzato, tra le linee, sulle fasce – bellissimo il duello Wesley-Tavares. Ma la Roma è pronta a livello psicologico per vincere il derby? Tanti giocatori nuovi significa anche tante incognite sotto questo aspetto. La sfida dunque parte molto equilibrata, e sarà anche una buona dose di caso, sorte, o Dea Fortuna, a fare la differenza.