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Senza nascondersi dietro al mozzicone di una sigaretta, Maurizio Sarri lo ha detto con grande onestà intellettuale: “abbiamo sottovalutato il girone di Europa League”.

Un girone nel quale regna l’equilibrio, senza il ghigno celato nell’ombra di Lucifero. Sono tutte lì, a cinque punti dopo quattro partite: Feyenoord, Midtjylland, Lazio e Sturm Graz hanno vinto una partita, ne hanno persa un’altra e ne hanno pareggiate due. Da due giornate a questa parte, si rincorrono senza inseguirsi.

Ma la Lazio ha qualcosa da farsi perdonare. Non solo per il risultato in sé (5-1), pesantissimo: ma proprio, si direbbe, per il percorso di crescita che sta facendo quest’anno la Lazio di Sarri, che è terza (con merito) in Serie A e che ha i giocatori per fare bene anche in Europa League.

Certo, l’assenza di Immobile pesa tanto. Ma forse meno di quanto ci si aspettasse nell’ambiente, quasi ammutolito dopo l’uscita dal campo anticipata del capitano biancoceleste contro l’Udinese per un serio problema muscolare.

La Lazio, per dirla altrimenti, non solo può vincere contro il Midtjylland, ma deve farlo per dimostrare a se stessa di essere cresciuta davvero, soprattutto nelle difficoltà. Il 2-0 esterno di Bergamo è stato perfezione assoluta: difensivamente e offensivamente parlando.

Ma il credito di questa squadra passa anche dal passaggio del turno di Europa League.

I precedenti della gara

Prima della debacle nordica, la Lazio aveva affrontato una squadra danese una sola volta nella sua storia in Europa: era il 2001/02 e la Lazio di Dino Zoff, dopo aver perso l’andata a Copenaghen 2-1, ribaltava il risultato (4-1) nella sfida di ritorno all’Olimpico nel contesto dei preliminari di Champions League. Era un’altra competizione, erano due squadre diverse da quelle di oggi. L’unico precedente col Midtjylland, come sappiamo, è il 5-1 del 15 settembre scorso.

Più interessanti sono invece i precedenti della formazione rossonera danese contro le squadre italiane. Questi risalgono ai gironi di Europa League del 15/16. In quell’occasione, i danesi incontrarono proprio Maurizio Sarri (allenatore del Napoli), contro cui persero 5-0 in trasferta e 4-0 in casa. Visto che Sarri in settimana citando Galeano ha parlato di utopia, forse ha in mente qualcosa del genere per giovedì sera. O almeno così si augurano i tifosi della Lazio. Meno quelli del Midtjylland, che hanno affrontato anche l’Atalanta nel 2020/21 in Champions League (4-0 per i bergamaschi in Danimarca, 1-1 in casa).

A latere dei precedenti, una statistica importante. La Lazio si qualifica se vince entrambe le partite rimaste in calendario. La doppia vittoria, comunque, non garantirebbe il primo posto. La Lazio dovrà pensare a sé stessa senza fare calcoli, sperando nella Fortuna per finire prima in classifica, così rimandando l’appuntamento europeo a marzo (e senza scontro diretto con una discendente dalla Champions).

Nel caso di arrivo a pari punti, il primo fattore da calcolare sarà la differenza reti negli scontri diretti e il maggior numero di gol segnati negli scontri diretti – motivo per cui rimediare al 5-1 danese non solo vale a livello di punti, ma anche di risultato totale.

Le statistiche delle due squadre

Dopo il 6-0 di coppa, il Midtjylland ha ripreso il proprio cammino in campionato pareggiando 1-1 contro il Copenaghen.

Quando la Lazio aveva affrontato i danesi a settembre, questi erano decimi in classifica nel proprio campionato: ora sono quinti a -7 dal Nordsjaelland.

In generale, il Midtjylland non perde una partita dall’8 settembre scorso (1-0 fuori casa contro lo Sturm). Poi solo risultati positivi. Frutto del lavoro del proprio allenatore Albert Capellas, spagnolo che ha saputo dare solidità al riparto difensivo e fluidità di manovra dal centrocampo in su. Occhio ai due esterni Isaksen-Sisto: il primo dei due, che ha fatto ammattire i laziali all’andata, è un talento purissimo (classe 2001).

La Lazio è in un grande momento di forma. Prima di vincere a Bergamo 0-2, solo una volta nella sua storia in Serie A i biancocelesti avevano registrato almeno 6 clean-sheet di fila: tra il 7 febbraio e il marzo del 1998 sotto la guida di Eriksson.

Il reparto difensivo è senza dubbio il punto di forza dei biancocelesti quest’anno rispetto allo scorso, ma all’andata col Midtjylland non si è visto: Sarri senz’altro batterà sul tasto dell’orgoglio per il match di giovedì sera.

Nella Lazio però la vera novità tattica è Felipe Anderson falso nueve, che contro l’Atalanta ha giocato un match praticamente perfetto. Da quando la Lazio ha perso 5-1 in Danimarca, non ha più perso. In campionato ha vinto tre volte 4-0 (due in casa e una fuori), ha pareggiato con l’Udinese e ha vinto contro l’Atalanta a Bergamo, senza mai prendere gol. I gol li ha presi in Europa, contro lo Sturm a Roma dopo lo 0-0 in terra austriaca: troppi gol per una squadra che quest’anno fa della solidità la propria arma in più. È un dato sul quale Sarri rifletterà senz’altro.

Pensate che nel girone F la Lazio in quattro partite ha subito 9 gol, 4 (sic!) in più di quelli totali presi in campionato in undici partite.

Infine due statistiche: la Lazio ha superato il girone di UEL sette volte su nove. I suoi migliori traguardi nella competizione risalgono al 2012/13 e al 2017/18, quando ha raggiunto i quarti di finale.

La scorsa stagione il Midtjylland ha partecipato a tutte e tre le competizioni europee, concludendo le dodici partite con una sconfitta ai rigori contro il PAOK negli spareggi per la fase a eliminazione diretta della UEFA Europa Conference League. Questa è la sua terza partecipazione all’Europa League: qualcosa ci dice che non sarà l’ultima.

Le probabili formazioni

  • LAZIO (4-3-3): Provedel; Hysaj, Casale, Patric, Marusic; Milinkovic-Savic, Cataldi, Luis Alberto; Pedro, Felipe Anderson, Zaccagni. All. Sarri.
  • MIDTJYLLAND (4-3-3): Lossl; Thychosen, Dalsgaard, Sviatchenko, Paulinho; Martinez, Olsson, Evander; Isaksen, Dreyer, Sisto. All. Capellas.