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Gemelli diversi. E stavolta la musica non c’entra.

Lazio e Inter mantengono un rapporto saldo di amicizia, una rarità calcistica che ancora oggi solleva qualche sorriso. Good vibes, insomma, tra due mondi che restano molto diversi tra loro, accomunati da rivalità condivise ma soprattutto da una grande convinzione. Di Milano e Roma, entrambe le squadre si vantano di essere le prime in assoluto, con buona pace di Milan e Roma (ma loro no, non hanno nessun gemellaggio).

Dalla vicinanza nelle tragedie – come la storia di Gabriele Sandri – al famoso striscione “Oh nooo” srotolato nel maggio 2012 in un Lazio-Inter vinto dall’allora squadra di Mourinho, il legame dei due club si è incrinato solo per un motivo e non esattamente futile: il calciomercato.

Negli ultimi anni ci sono stati tanti passaggi dai biancocelesti ai nerazzurri – anche viceversa, a dir la verità -: l’ultimo è stato Vecino, il più duro da sopportare per i laziali probabilmente Simone Inzaghi, passato due stagioni fa ad allenare l’Inter.

La storia ne racconta comunque parecchi: Crespo, Simeone, Bobo Vieri. Giocatori enormi, con la personalità giusta per gestire pressioni e piazze così importanti.

Ecco, pronti a fare un tuffo nei ricordi? Proviamo allora a mettere giù un 11 di doppi ex. Allerta emozioni: potrebbero piovere aneddoti.

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La top 11 dei doppi ex per la sfida tra Lazio e Inter

Portiere: Peruzzi

Si parte con un simbolo fortissimo del calcio degli anni Novanta (e non solo): Angelone Peruzzi ha vissuto l’Inter nell’anno di Lippi, dopo 8 anni di vittorie con la Juventus. Il passaggio alla Lazio, per lui cresciuto alla Roma – e romanista -, non è stato semplice, ma si è fatto amare dai propri tifosi. Dal 2000 al 2007 ha difeso i pali biancocelesti, restando sempre in Nazionale. Nel 2006, era il vice Buffon per la Coppa del Mondo tedesca.

Difensore: De Vrij

20 maggio 2018: vi dice qualcosa? L’ultima partita in maglia biancoceleste: Stefan era già dell’Inter, ma giocò allo stesso modo. Terminò 2-3 per i nerazzurri, finiti poi in Champions (a discapito proprio dei nerazzurri). Prima e dopo di due storie incredibili. La prima, per De Vrij, è in biancoceleste. Arriva nel 2014 dal Feyenoord e resta per 4 stagioni, dimostrandosi tra i top difensori in Italia. Dal 2018 ad oggi difende i colori interisti: è un titolare indiscusso di Inzaghi, felice di ritrovarlo nella nuova avventura.

Difensore: Mihajlovic

Si è scritto di tutto, su Sinisa Mihajlovic. Soprattutto sulla voglia di fare la differenza. Sempre e in ogni ambito. Ne aveva tantissima anche sul finale di carriera, quando l’Inter lo portò a Milano per sole due stagioni (ma vincenti): Miha aveva già vestito la maglia di una spettacolare Stella Rossa, poi due anni alla Roma e quattro alla Samp. La storia d’amore però era stata con la Lazio: dal 1998 al 2004, parte fondamentale di una squadra formidabile.

Difensore: Favalli

Dodici anni alla Lazio, un legame che sembrava indissolubile. Beppe Favalli ha vestito la maglia biancoceleste per 401 volte, è il secondo per numero di gettoni in tutte le competizioni ufficiali. È stato capitano. E’ stato leader, bandiera. Ed è stato anche nerazzurro: dal 2004 al 2006, all’Inter con l’amico Mihajlovic.

Centrocampista: Candreva

Da Lazio a Inter, dopo tanta gavetta (ma anche sei mesi niente male alla Juventus). Antonio Candreva ha girato tanto ed è ora alla Salernitana, in prestito dalla Sampdoria.

Il suo ‘prime’ però l’ha avuto alla Lazio: dal 2012 al 2016, semplicemente decisivo. Con gol e assist. Soprattutto giocate, che l’hanno subito consegnato in pianta stabile alla Nazionale, soprattutto quella di Prandelli e Conte. All’Inter dal 2016 al 2020: alti, bassi, poi la ripresa. Comunque, un bel ricordo e 124 gettoni.

Centrocampista: Simeone

Cholismi diffusi in Italia: in principio il Pisa, ma poi soprattutto Inter e Lazio. Nel 1997, il passaggio dall’Atletico di Diego Pablo Simeone ai nerazzurri: due anni per 57 presenze e 11 reti.

Alla Lazio ulteriore consacrazione, negli anni ruggenti e vincenti: dal 1999 al 2003, 90 gettoni e 15 reti. Beh, altri tempi. Quelli in cui i top ce li scambiavamo direttamente in Italia.

Centrocampista: Veron

La Brujita, che si muove per mezza Italia, toccando Samp e Parma, poi però prende sulle spalle la Lazio da scudetto (insieme allo stesso Simeone). Due stagioni meravigliose, che gli valgono il biglietto per lo United: non andrà benissimo, nemmeno al Chelsea. Nel 2004, il ritorno in Italia per ritrovare anche il vecchio Veron. All’Inter si rivede, eccome.

Centrocapista: Stankovic

Stella Rossa, Lazio, Inter. Un uomo fedele, Dejan Stankovic. Che dal 2019 è pure l’allenatore della prima squadra che l’ha lanciato in Serbia.

Deki è arrivato in Italia nel 1998: 6 stagioni stupende alla Lazio, poi il passaggio nel 2004 all’Inter, voluto da Roberto Mancini. 9 stagioni in nerazzurro: ha vinto praticamente tutto quello che avrebbe potuto vincere.

Centrocampista: Cesar

Sembrava uno dei (tanti) crack brasiliani, e stavolta il colpo l’aveva fatto la Lazio: nel 2001, Cesar Aparecido Rodrigues arrivava dal Sao Caetano. Poi? L’approdo in Italia e il boom: nei primi anni sembrava imprendibile. Tutti lo vogliono sul mercato, alla fine la spunta l’Inter quando da matricola era passato già a meteora. Torna nel 2007 in nerazzurro dopo i prestiti al Corinthians e al Livorno. Poca roba.

Attaccante: Crespo

Quattro anni al Parma, dopo tre al River Plate: ne ha viste e ne ha segnati pure, di gol. Crespo arriva nel 2000 alla Lazio: è al posto giusto, forse al momento più complicato. 110 miliardi di lire per strapparlo al club emiliano (l’acquisto più costoso del tempo), ma lo scudetto non arrivò. In due anni, comunque mantenne la media dei 20 gol a stagione.

Finì all’Inter il 31 agosto del 2002, i nerazzurri lo pagarono 36 milioni di euro: giusto una stagione, poi il prestito al Chelsea, un passaggio al Milan e un ritorno all’Inter all’alba dell’era Mourinhana.

Allenatore: Roberto Mancini

Forse in pochi ricordano che la carriera di Roberto Mancini in panchina, sì, è iniziata proprio dalla Lazio: nel 2000 finì per fare il vice in biancoceleste, convinto di aver chiuso con il calcio giocato. Alla fine? La chiamata del Leicester, dove tornò in campo. Poi Fiorentina (1 anno, top) e di nuovo la grande occasione con i biancocelesti, comunque da ricostruire.

Bobby-gol divenne un manager con il vizio della vittoria, confermata anche all’Inter, dove trascorse 4 anni importanti dal 2004 al 2008, salvo poi ritornare dal 2014 al 2016.

La panchina

Ballotta: portiere. All’Inter dal 2000 al 2001. Alla Lazio, un’altra storia: prima dal 1997 al 2000. Poi il ritorno, da protagonista, dal 2005 al 2008. Ha giocato in Serie A fino a 44 anni.

Colonnese: difensore. Arriva all’Inter nel 1997 dopo l’esperienza alla Roma. Nel 2000, dopo tre anni nerazzurri, il passaggio alla Lazio: 4 anni, ma poche presenze.

Almeyda: difensore. River, Siviglia e poi Lazio: difensore molto argentino, nel modo di approcciare il ruolo (e l’avversario). Almeyda passa da Parma prima di finire per due anni all’Inter, tra il 2002 e il 2004.

Conceicao: centrocampista. Oggi allenatore del Porto. Ha giocato all’Inter dal 2001 al 2003, ma la Lazio è nel suo cuore: lì dal 1998 al 2000 e di nuovo un anno nel 2003-2004.

Ruben Sosa: attaccante. Alla Lazio dal 1988 al 1992: 40 gol in 124 presenze. L’Inter lo acquistò nel 1992 e lo tenne con sé fino al 1995: 44 reti in 76 partite. Amarcord potentissimo.