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Avrete sicuramente notato che la schiena dei calciatori presenta da qualche stagione una curiosa gobba, posta proprio tra le scapole, quasi alla base del collo.

Non stiamo parlando di una gobba vera e propria come quella della strega di Biancaneve, ma la “montagnola” ha destato qualche domanda tra gli appassionati.

E la risposta si trova nella tecnologia e nel progresso che, in tutti i settori, hanno profondamente rivoluzionato la nostra cultura. Infatti, la modernità ha permesso di fare passi in avanti enormi nell’industria, nell’agricoltura, nei servizi.

Anche lo sport ha beneficiato in modo cospicuo dell’avvento tecnologico, che ha modificato i metodi di allenamento e di studio.

Nel calcio, ad esempio, una delle tante implementazioni dovute alla tecnologia è l’utilizzo del GPS: andiamo a conoscerla meglio.

La “gobba dei calciatori”

Proprio così, il motivo della gobba sulla schiena dei calciatori è da ricercare nel progresso della scienza sportiva e nell’utilizzo del GPS.

Da qualche stagione infatti le squadre sfruttano un vero e proprio tracker gps per monitorare le prestazioni dei calciatori durante gli allenamenti e anche in partita, in modo da comprendere appieno il livello delle performance, grazie a statistiche sempre più dettagliate.

Una piccola rivoluzione nel mondo della preparazione sportiva e dell’analisi delle prestazioni, che ha come obiettivo finale quello di massimizzare il rendimento degli atleti durante la stagione.

Vediamo allora come funziona nel dettaglio questa “gobba” che i calciatori indossano.

Che cos’è il GPS?

Il GPS (Global Positioning System) è uno strumento finalizzato a calcolare il carico esterno, ossia “il lavoro prodotto’’ da ogni calciatore.

Sinteticamente, il GPS rileva la posizione del soggetto (in questo caso dell’atleta), registrando la sua posizione in un certo periodo di tempo, immagazzinando anche il dato della velocità del soggetto stesso.

Il GPS, invece,  non si occupa (come erroneamente ritenuto da molti) del controllo della parte denominata del “carico  interno”, ovvero frequenza cardiaca, consumo di ossigeno e via dicendo.

Questo sistema si basa sull’utilizzo di una rete di satelliti artificiali in orbita; tali satelliti forniscono al sistema mobile GPS in tempo reale una serie di dettagliate indicazioni circa le coordinate geografiche e tempistiche degli spostamenti.

In questo modo, è possibile rilevare con elevatissima precisione svariati parametri relativi ai movimenti dell’atleta, siano essi in gara o in allenamento,  al fine di valutare in modo dettagliato il carico esterno a cui questo è sottoposto.

Torneranno infatti a disposizione parametri come distanza percorsa, velocità di spostamento e tempo trascorso.

Il GPS nel calcio

Nel calcio, sono normalmente i preparatori atletici che si occupano di approntare gli strumenti GPS, distribuendo almeno un GPS per calciatore (spesso sistemato all’interno della pettorina o della maglietta); questi strumenti verranno poi riposti in una base di ricarica, utile ad effettuare il download dei dati acquisiti. Infine, in alcuni casi, vi sono delle antenne da collocare a bordo campo per ricevere i dati in tempo reale.

Gli ultimi strumenti GPS, usati perlopiù nel calcio professionistico, utilizzano una frequenza di campionamento a 50 Hz, di modo da permettere ai preparatori di effettuare rilevazioni più precise e dettagliate delle prestazioni dell’atleta.

Il GPS, nel calcio, è una tecnologia relativamente recente: la FIFA, infatti, ne permette l’utilizzo a partire dal 2015.

La match – analysis nel calcio

Una delle figure maggiormente gettonate, in questi ultimi anni, è quella del match – analyst , un collaboratore degli allenatori delle squadre di calcio deputato (spesso con l’aiuto dei suddetti strumenti GPS) a rilevare tutti i dati statistici inerenti ogni singolo calciatore.

Analizzando i dati rilevati durante allenamenti e partite (come distanza percorsa, palloni toccati, passaggi effettuati, tiri in porta, contrasti riusciti, palle perse, palle recuperate e molto altro ancora), il match – analyst riesce a fornire una serie di dati utili a rilevare le prestazioni dei singoli e a calibrare meglio gli allenamenti della settimana.

La tecnologia nel calcio

Facendo un discorso più generale, poi, è evidente che le ultime implementazioni che vediamo nei campi di Serie A abbiano fortemente influenzato il calcio in epoca odierna: basti nominare, ad esempio, la “goal line technology” usata per determinare se la palla abbia o meno varcato o no la linea di porta, per aiutare l’arbitro a convalidare o meno un goal.

 Tra mille polemiche, poi, è recentemente arrivato il VAR, “Video Assistant Referee” – è un ufficiale di gara che, insieme ad altri assistenti (Assistant Video-Assistant Referee ), supporta l’arbitro in campo e ne integra le decisioni, attraverso la visione delle registrazioni della partita.

Chissà, nei prossimi anni, quali altre tecnologie potrebbero arrivare, sia per gli allenamenti che per le partite: di sicuro, anche il calcio non è immune all’avvento della modernità.