Vai al contenuto

La vittoria dell’Italia nell’Europeo Under 21 del 2000 porta la firma di alcuni giocatori che nell’arco di qualche anno sarebbero stati poi protagonisti del Mondiale vinto in Germania: su tutti, Andrea Pirlo, alla sua prima grande affermazione in carriera.

L’Under 21 che ha giocato l’Europeo 2000

L’Italia Under 21 nel 1997 era passata dalle mani di Cesare Maldini (promosso alla Nazionale maggiore) a quelle di Marco Tardelli, già allenatore dell’Under 16 e vice di Maldini, sia in Under 21 che in nazionale maggiore.

La rosa a disposizione di Tardelli era composto da qualche giovane che si stava mettendo in mostra con profitto in Serie A ma che soprattutto grazie alle belle prestazioni con la maglia azzurra 

In porta Morgan De Sanctis della Juventus (poi passato all’Udinese) era stato scalzato da Christian Abbiati, che per una serie di coincidenze fortuite nella stagione 1998-1999 era passato dall’essere il terzo portiere del Milan a vincere uno scudetto da titolare (e protagonista).

In difesa c’erano giocatori che il loro spazio nei club erano riusciti a ritagliarselo come Alessandro Grandoni del Torino, Marco Zanchi dell’Udinese, Bruno Cirillo dell’Udinese e soprattutto Francesco Coco, che in prestito al Torino dal Milan si stava dimostrando un buonissimo incursore sulla fascia.

Ma era dal centrocampo in su che la squadra di Tardelli saliva di livello: il centrocampo titolare era composto da Cristiano Zanetti (Roma), Roberto Baronio (Reggina) e Gennaro Gattuso (Milan), con un giocatore come Simone Perrotta (all’epoca a Bari) in panchina.

La coppia d’attacco era composta da Nicola Ventola (all’epoca al Bologna, dove stava recuperando dai problemi fisici che ne avevano bloccato l’esplosione all’Inter) e Gianni Comandini (Vicenza), con alle loro spalle Andrea Pirlo, reduce da una stagione in prestito alla Reggina dall’Inter.

Il cammino dell’Italia nell’Europeo Under 21 del 2000

Il 12° campionato europeo Under 21 si è svolto dal 27 maggio al 4 giugno 2000 in Slovacchia e ha visto la partecipazione di 8 squadre, suddivise in due gironi.

Nel gruppo A si trovavano i campioni in carica della Spagna con Repubblica Ceca, Olanda e Croazia. L’Italia era invece inserita nel gruppo B, con Inghilterra, Turchia e i padroni di casa della Slovacchia, e aveva anche il vantaggio di giocare tutte le partite a Bratislava, città che sarebbe stata sede anche della finale.

Fin da subito nelle fila dell’Italia si rende chiaro che il protagonista è Andrea Pirlo: all’esordio contro l’Inghilterra (dove in realtà gli unici nomi che faranno poi parlare di sé in futuro sono Frank Lampard e Jamie Carragher) segna dal dischetto il rigore del 2-0 che mette in sicurezza il match dopo il vantaggio siglato da Gianni Comandini.

Il secondo match vede gli azzurrini affrontare i padroni di casa della Slovacchia, e ancora una volta Pirlo è protagonista, ma questa volta in negativo: con l’Italia in vantaggio grazie al gol di Roberto Baronio il fantasista si fa espellere per doppia ammonizione al 54°. In inferiorità numerica, gli azzurrini capitolano al 73° quando lo slovacco Peter Babnic segna il gol del pareggio.

Italia e Slovacchia (che nella prima giornata aveva vinto contro la Turchia per 2-1) sono così appaiate in testa alla classifica del girone con 4 punti, anche se la squadra di Tardelli ha un gol di vantaggio nella differenza reti.

Nell’ultima partita di girone quindi l’Italia deve vincere con la Turchia cercando di mantenere il vantaggio nella differenza reti, senza poter contare su Pirlo squalificato e sostituito da Ighli Vannucchi della Salernitana. 

Tardelli decide di lasciare inizialmente in panchina Nicola Ventola, ed è proprio il suo sostituto Gionatha Spinesi, centravanti che peraltro giocava proprio nel Bari in cui era cresciuto Ventola, a sbloccare il match al 14°. Gli azzurrini poi raddoppiano con Baronio su rigore al 36°, ma Serhat Akin riesce a riportare la Turchia in partita al 54°. Nel frattempo la Slovacchia riesce a portarsi sul 2-0 contro l’Inghilterra, pareggiando così la differenza reti con gli azzurri. È solo grazie a Ventola, subentrato a Comandini al 65°, che la squadra di Tardelli trova il gol a 7 minuti dallo scadere che vale l’accesso alla finale.

La finale dell’Europeo Under 21 2000 nel segno di Pirlo

In finale gli azzurrini trovano la Repubblica Ceca, che aveva chiuso il gruppo A al primo posto con 7 punti pareggiando con la Spagna e vincendo contro Olanda e Croazia. La partita si gioca a Bratislava, in uno stadio gremito di tifosi cechi accorsi da oltre confine.

La rosa a disposizione del c.t. Karel Bruckner era di assoluto livello, con giocatori che negli anni successivi si sarebbero imposti nel calcio europeo come Tomas Ujfalusi, Marek Jankulovski, David Jarolim, Zdenek Grygera o Milan Baros.

Tardelli per la finale recupera Pirlo e decide di insistere con Spinesi al posto di Ventola. È proprio il fantasista azzurro a sbloccare il match trasformando un rigore guadagnato da Comandini al 42°, ma a inizio ripresa Tomas Dosek riporta in parità il match dopo un errore in disimpegno della difesa azzurra.

Il match diventa sempre più teso con il passare dei minuti, ma a 10 minuti dalla fine Pirlo disegna un capolavoro su punizione dai 30 metri che si insacca alle spalle di Ales Chvalovsky per il 2-1 dell’Italia, un gesto tecnico che sarebbe diventato la firma caratteristica del giocatore bresciano negli anni a venire.

È la rete che decide l’incontro, che si chiude con l’espulsione di Francesco Coco per un brutto fallo sul fischio finale ma che permette agli azzurrini di conquistare per la quarta volta il titolo europeo di categoria.