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Poteva essere una prima fuga al vertice per una tra Milan e Napoli, e invece è stata la prima sconfitta della stagione per entrambe. Buon per l’Inter che torna così a soli quattro punti di distanza, ma anche per le altre inseguitrici, tutte vincenti a parte la Lazio (sconfitta da una Juventus che sembra tornata in corsa almeno per la Champions).

Cerchiamo allora di riassumente questa tredicesima giornata di Serie A, in dieci curiosità statistiche che ci danno comunque un quadro molto interessante anche in previsione futura.

1. Attenzione all’Atalanta

Sembrava un’Atalanta un po’ sotto tono nella prima fase della stagione, dove soprattutto in casa aveva lasciato per strada qualche punto importante e con un attacco non così dirompente come in altre occasioni.

Occhio però, perché la squadra bergamasca nonostante tutto sta già facendo la sua miglior partenza di sempre in Serie A, con 25 punti raccolti dopo tredici giornate (eguagliando quella del 2016) e ha come caratteristica proprio quella di andare in crescendo da qua in avanti.

Lo dimostrano intanto i cinque gol fatti allo Spezia, nella prima “manita” della stagione che porta la squadra di Gasperini al terzo miglior attacco del campionato. Insomma, se le cose continueranno come negli anni scorsi, attenzione anche ai nero azzurri, ra a soli sette punti dalla vetta.

2. Super Mario Pasalic

A proposito dei bergamaschi, se è naturalmente vero che sia Zapata il loro bomber naturale (peraltro cecchino quasi infallibile su rigore, visto che ieri ha trasformato il suo settimo tiro dal dischetto degli otto tentati), uno degli uomini che più di tutti sta crescendo è sicuramente Mario Pasalic.

Nelle sue 13 presenze di questa stagione, ha preso parte già a nove reti con quattro gol e cinque assist (è il miglior centrocampista tra i cinque campionati europei di maggior prestigio), migliorando già ora l’intero bottino della scorsa stagione (dove aveva fatto cinque assist ma su 25 partite giocate).

Contro lo Spezia è arrivata anche la sua quarta doppietta in Serie A: due proprio contro i liguri e altre due contro il Brescia.

3. Il sogno Viola

Che la Fiorentina potesse essere una delle rivelazioni di questa stagione lo si era capito subito, da quando Italiano aveva dato una nuova visione al sogno Viola. Poi certo, ci sono stati alti e bassi in una squadra che ha certamente avuto qualche problema di adattamento e di rosa, ma a quanto pare il lavoro sta dando i suoi frutti e la zona Europa è lì a un passo.

Non è un caso quindi se è arrivata anche la vittoria contro il Milan, la prima contro top club in questa stagione, e non è un caso che sia arrivata con un poker di gol che contro i rosso neri non si vedeva dal 2001.

Merito di Italiano, merito di una formazione di gran qualità, di un Saponara ritrovato (quarto gol contro il Milan per lui) e merito ovviamente di un super Vlahovic che con la doppietta di ieri si conferma come miglior bomber in Europa con 27 reti segnate nell’anno solare 2021 (eguagliando il record di Hamrin con la maglia della Fiorentina), secondo solo a Lewandowski on 38.

4. Il ruggito del vecchio leone Ibra

Avrà anche i suoi problemi quando gioca con la maglia della nazionale (vedi l’espulsione rimediata contro la Spagna e le critiche per le due prestazioni durante le qualificazioni mondiali), ma quando si veste di rosso nero, la criniera del vecchio leone ormai quarantenne fa ancora paura.

Contro la Fiorentina è l’ultimo a mollare ed il primo a trascinare la squadra di nuovo in partita, con una doppietta che scrive il suo nome in un’altra casella dei record, quello per il giocatore più “anziano” a realizzare una marcatura multipla in Serie A.

A 40 anni e 48 giorni, toglie lo scettro a Francesco Totti, che aveva siglato una doppietta a 39 anni e 206 giorni. Non solo, il record vale anche più in generale come doppia marcatura più “vecchia” tra tutti e cinque i maggiori campionati europei, almeno per quanto riguarda gli anni duemila.

Ciò nonostante, è arrivata la prima sconfitta per il Milan in campionato, dopo una striscia di 14 vittorie e 3 pareggi (ultima sconfitta nell’aprile scorso contro la Lazio).

5. Napoli, che botta!

Non ci riferiamo all’infortunio occorso a Oshimhen, che ha dovuto abbandonare il campo per la rottura di zigomo e orbita dopo lo scontro contro Skriniar (sottoposto a operazione, rischia un mese di stop), ma alla prima sconfitta dei partenopei in stagione.

Tre gol subiti contro l’Inter, ovvero quasi più che in tutte le altre partite fin qua (sette i gol subiti in totale ora), che ne fanno ancora la miglior difesa del campionato, ma che non ha saputo reggere l’impeto dei nero azzurri che dopo una prima mezz’ora di sbandamento (non a caso con il vantaggio del Napoli), hanno poi preso le misure e ribaltato il risultato.

Ultima sconfitta datata aprile scorso (contro la Juventus), da mettere subito in archivio per riprendere la corsa al vertice. Senza Osimhen, ma con un ritrovato Mertens che mette a segno il suo gol numero 103 con la maglia del Napoli, scrivendo il suo nome come miglior marcatore azzurro nel massimo campionato (superato Antonio Vojak fermo a 102).

6. Inter, arrivano i turchi

Vittoria che rilancia la squadra di Inzaghi, ma soprattutto alcuni suoi elementi chiave. Lautaro Martinez torna finalmente al gol dopo 336 minuti di astinenza (l’ultimo contro il Sassuolo a Ottobre) e lo fa contro il Napoli che è la sua vittima preferita (già quattro reti segnate ai partenopei).

Ma soprattutto c’è la conferma e la crescita di Calhanoglu, che non solo mette a segno il suo quarto rigore calciato in Serie A, ma al contempo raggiunge il suo record di gol nelle prime 13 giornate (3 reti messe a segno al momento) e anche quello per gli assist da palla inattiva (3, come Rovella).

Il turco è anche il centrocampista che per più partite è riuscito a fare sia gol che assist, visto che contro il Napoli è stata la sua decima volta.

7. Mourinho, finalmente è Felix

Sembrava la solita Roma che non riusciva a sfondare contro un Genoa raccolto a difesa per portare a casa un pareggio e iniziare al meglio la corsa di Shevchenko verso la salvezza.

Invece quel geniaccio di Mourinho si inventa un cambio dei suoi, mettendo nella mischia il giovanissimo Felix Afena-Gyan che aveva già fatto esordire solo qualche settimana fa contro il Cagliari. Mossa però che qua risulta decisiva e costringe ad aggiornare diversi record per la Roma e per la Serie A.

Il giovane attaccante diventa infatti il primo Ghanese ad aver segnato almeno un gol con la maglia della Roma, oltre che il primo post 2003 ad aver segnato nel campionato italiano e il più giovane ad aver segnato una doppietta quest’anno a livello dei maggiori campionati europei (18 anni 10 mesi e 2 giorni per la precisione).

Si pensi che in assoluto, con la maglia della Roma soltanto tre giocatori hanno segnato il primo gol a un età minore: Stefano Okaka, Alessio Romagnoli e un certo Francesco Totti.

Staremo a vedere quale strada sarà la più vicina per Felix.

8. Il Venezia dilaga fuori dalla laguna

Prima o poi doveva accadere ed infatti è arrivata. La vittoria a Bologna per il Venezia mancava addirittura dal lontano 1943, ed è arrivata in questa giornata nonostante un dominio territoriale dei padroni di casa che ha portato a un conto di 17 a zero. Peccato però si trattasse solo dei corner e non essendo in parrocchia, non valevano per nessun gol aggiunto.

Valeva eccome invece quello di Okereke che porta a cinque le sue marcature in questa stagione, così come due sono invece gli assist del giovane Gianluca Busio, vera rivelazione di stagione.

Altre statistiche da aggiornare per i lagunari: dal 1941 non vinceva quattro partite dopo le prime 13 giornate di stagione, e dal 1999 non vinceva due partite di fila nella massima serie (allora in panchina c’era Walter Novellino).

Insomma ottimo esordio per Zanetti, che pure non brillando certo per il suo gioco spumeggiante, sta rendendo il Venezia una squadra solida e difficile da affrontare.

9. Boccata d’ossigeno per i blucerchiati

Era uno scontro salvezza importante contro la Salernitana, che però non ha saputo in alcun modo farsi padrona del gioco, spiazzata e forse anche amareggiata dall’uno due blucerchiato che ha di fatto già chiuso la partita dopo il primo tempo. Che sia la stagione del riscatto per Candreva non ci sono dubbi.

Per la prima volta nella sua lunga carriera ha realizzato cinque reti dopo appena 13 giornate di campionato, eguagliando anche le stesse che aveva messo a segno in tutta la scorsa stagione.

Segna meno invece Fabio Quagliarella, che però sa mettere a frutto la sua classe diventando ispiratore per i gol altrui: quello per Candreva è già il suo terzo assist quest’anno.

La Sampdoria quindi può finalmente respirare staccando proprio i cugini genoani di tre punti dalla terzultima posizione, ritrovando anche la porta inviolata dopo otto partite.

10. Joao Pedro salva il Cagliari

Era una partita da non perdere per Mazzarri, e malgrado il Sassuolo abbia trovato per due volte il vantaggio, i sardi sono riusciti se non altro a limitare i danni portando a casa un prezioso pareggio.

Erano 338 minuti che il Cagliari non riusciva a segnare in trasferta e c’è voluto un euro gol di Keita per tornare a farlo (terza marcatura di fila per lui).

Poi però è ancora una volta Joao Pedro a prendersi carico della responsabilità di tirare il rigore decisivo, realizzando così la sua ottava marcatura in stagione e diventando il primo brasiliano a segnare almeno otto reti a questo punto del campionato, come solo Adriano nel 2004 era riuscito a fare con la maglia dell’Inter.

Joao Pedro ha così partecipato a ben 10 gol del Cagliari in questa stagione, sui 15 totali segnati dai sardi (otto gol e due assist per lui).