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C’è un weekend, nel corso dell’anno, che risulta essere – per i tifosi di calcio – nettamente il più atteso. Quello che vede in calendario la partita più attesa, più temuta, più gloriosa.

Tutti aggettivi, questi, che trovano il proprio accompagnamento ad una singola parola: derby.

E, in queste ore, l’attesa sta salendo spasmodicamente. Perché nel fine settimana è in programma la partita dell’anno: il “derby della mole” tra Torino e Juventus.

Sono numerosissimi gli aneddoti, i corsi e i ricorsi storici su questa gara, che è una delle partite più rappresentative della nostra Serie A.

Perché si chiama “Derby della Mole”?

Quando arriva il confronto tra Torino e Juventus, si parla di “Derby della Mole”.

La stracittadina torinese, infatti, deve il proprio soprannome alla Mole Antonelliana, ovvero il simbolo artistico ed architettonico del capoluogo piemontese.

Curiosamente, la Mole non è mai stata simbolo dell’una o dell’altra squadra: forse è anche per questo motivo che l’opera di fine ‘800 dell’architetto Alessandro Antonelli viene considerata ‘super partes’ e presta così il suo nome al match più atteso dai torinesi.

Il primo derby di Torino

Il primo derby tra Torino e Juventus risale al 13 gennaio del 1907: in quella occasione, si gioca al Velodromo Umberto I, ed è la prima gara ufficiale in assoluto della formazione granata.

Granata che, peraltro, inaugurano la storia del derby con una vittoria per 2-1. Al tempo, la rivalità tra le due compagini era già molto marcata: nel 1906, infatti, una serie di dirigenti dissidenti della Juventus (capeggiati dall’imprenditore svizzero Alfred Dick) erano confluiti nella Torinese, società antagonista che ha dato poi vita al Torino come oggi lo conosciamo.

Da quel momento, le due tifoserie assumono una connotazione ben definita: la Juventus, generalmente, viene associata alla classe borghese di Torino, mentre il Toro (in seguito alla scissione) diventa idealmente la squadra del popolo e della classe operaia.

I primi anni: dal dominio granata al regno Juve degli anni ‘30

Le sfide tra Torino e Juventus, nei primi anni, si risolvono quasi tutte appannaggio dei granata: basti pensare che, per i primi 21 anni, la Juventus è capace di raccogliere solo 3 vittorie su 23 stracittadine, col Toro quasi sempre vincitore. Spicca, tra le tante vittorie granata di inizio ‘900, una clamorosa vittoria nel derby per 0-8, disputato nel novembre 1912.

Solo negli anni ’30 la Juventus riesce a riequilibrare le statistiche, cogliendo una serie di vittorie significative. In particolare, tra il 1930 e il 1936, la Juve non perde un singolo derby, vincendone parecchi.

Merita una menzione il derby del maggio 1932, non tanto per il risultato (vince la Juve 3-0), quanto perché questa è la prima partita diffusa in via radiofonica della storia del calcio italiano.

Gli anni del Grande Torino

Se c’è una squadra che più di ogni altra ha dominato il calcio italiano, nella storia sportiva del nostro paese, è il Grande Torino degli anni ’40, capace di vincere e dare spettacolo su ogni campo.

Per questo, anche il derby di Torino risente – a livello statistico – della presenza di una squadra così forte: i granata, capitanati da Valentino Mazzola, si assicurano molte delle stracittadine dal 1941 al 1949. Annata infausta, quest’ultima, quando l’immane tragedia di Superga porta via al nostro calcio una delle formazioni migliori di tutti i tempi.

Come conseguenza, a livello statistico, i granata crollano in una ovvia crisi dovuta ad un impoverimento tecnico e societario: negli anni ’50 , pertanto, è la Juve che torna a fare la voce grossa nelle gare col Torino.

Gli anni ’60, nel segno di Gigi Meroni

Gli anni ’60 sono quelli che vedono Torino come capitale economica italiana, pertanto sul campo si trasferiscono in modo marcato le differenze sociali insite tra le due società: la Juventus, della famiglia Agnelli, possiede la FIAT; fabbrica, quest’ultima, in cui però si identificano i tifosi del Torino, che idealmente “attaccano il padrone”.

E dopo alcuni anni di equilibrio, Agnelli nel 1967 tenta di strappare al Torino l’idolo Luigi Meroni, presentando un’offerta da 750 milioni.

La piazza insorge e Meroni resta al Toro. Meroni che, suo malgrado, è tragico protagonista poco tempo dopo: nell’ottobre 1967, a pochi giorni dal derby, viene investito nel centro di Torino e muore a soli 24 anni.

La partita fra Toro e Juventus che segue è da brividi: a poche ore dalla morte dell’amico, il Torino tira fuori un cuore ed una grinta mai visti, e annichilisce la Juventus per 0-4 con tripletta di Combi e gol di Carelli, di modo da ricordare il povero Meroni nel migliore dei modi.

Le sfide scudetto degli anni ’70 e per l’Europa degli anni ‘80

Ad inizio anni ’70, il Torino torna clamorosamente al vertice del calcio italiano, sotto la gestione del presidente Pianelli. Pianelli che vincerà anche lo scudetto con i granata nel 1975-1976.

I derby, in questa decade, si risolvono molto spesso a favore dei granata, tanto che dal 1973 al 1979 la Juventus non riesce mai a vincere, e anzi tra il 1975 e il 1976 il Toro infila un filotto record di quattro vittorie consecutive nella stracittadina.

Negli anni ’80, avendo il Torino pur perso una dimensione capace di lottare per il titolo, più volte si scontra con la Juventus nei panni di formazione che ambisce all’Europa: sintomatico è lo spareggio UEFA della stagione 1987-1988, nel quale la Juve di Cabrini e Laudrup ha la meglio ai rigori.

Il derby degli anni ’90: dominio Juventus

Dopo i fasti degli anni ’80 e ’90, il Toro inizia ad accusare una serie di problemi societari che lo accompagneranno per molti anni, iniziando a fare spola tra A e B con una certa regolarità.

Questo fenomeno fa sì che i granata siano raramente competitivi in Serie A, mentre la Juventus (che nel frattempo vive l’epoca Lippiana) domina.

Il risultato è che praticamente tutti i derby sorridono ai bianconeri, che in copertina vantano un 5-0 con tripletta di Vialli, gol di Ferrara e Ravanelli del dicembre 1995.

Dal 2000 ad oggi: meglio la Juve, ma che cuore il Toro

Il gap tecnico accumulato negli anni ’90 risulta difficilissimo da colmare, anche per le differenti capacità economiche delle società.

Tuttavia, dal 2000 in avanti, il Toro torna più o meno stabilmente in Serie A, e in ogni derby trova il modo di mettere in difficoltà i cugini. Anche perchè per i granata, oltre alla permanenza nella massima serie, l’obiettivo di ogni stagione diventa quello di fare bene contro la Juventus.

Esempio lampante è il derby dell’ottobre 2001: la Juve è in vantaggio per 0-3 all’intervallo (doppietta di Del Piero e gol Tudor), ma una ripresa super dei granata (che vanno in gol con Lucarelli, Ferrante e Maspero) porta il risultato sul 3-3. La Juve, all’ultimo minuto, potrebbe vincere grazie ad un rigore a proprio favore: ma diventa leggendaria la buchetta scavata da Maspero sul dischetto del rigore con la punta della scarpa, su cui Salas posiziona male il pallone che finisce alle stelle.

Anche la partita di ritorno della stessa stagione finisce tra le polemiche: Juve in vantaggio con Trezeguet, ma Ferrante e Cauet capovolgono il risultato. Allo scadere, è Maresca che fa 2-2, esultando in modo provocatorio col gesto delle corna.

Da quel momento in avanti, il dominio della Juve è preponderante, nonostante in ogni occasione il Toro ce la metta davvero tutta.

L’ultima vittoria granata è datata 2015 (2-1, con Darmian e Quagliarella a rovesciare il vantaggio di Pirlo), mentre quella della Juve è del dicembre 2020 (2-1, a Nkoulou rispondono McKennie e Bonucci).

Nell’aprile 2021, pareggio per 2-2 (doppietta di Sanabria, poi Chiesa e Ronaldo).

Derby della Mole: le statistiche

A settembre 2021, sono 250 i derby disputati tra Juventus e Torino, 180 dei quali in campionato. Il computo totale vede 108 vittorie bianconere, 67 pareggi e 75 affermazioni granata. In campionato, sono 79 le vittorie juventine, contro 50 pareggi e 51 affermazioni del Toro. Sono 388 le reti complessive siglate dalla Juventus, contro le 323 del Torino.

È Boniperti il goleador della sfida, con 14 reti complessive; sono invece Depetrini e Ferrini ad aver disputato più stracittadine (ben 30 a testa).

In panchina, è Giovanni Trapattoni ad aver vissuto più derby (con 31 apparizioni), seguito da Radice (20) e dal duo MondonicoRosetta (12).