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La domanda non sarebbe difficilissima, se ammettesse anche risposte non proprio improntate alla legalità. Dovendo però escludere cecchini, avvelenamenti e sequestri di persona, rispondere alla domanda “Come si ferma Haaland?” diventa problematico.

Simone Inzaghi e i suoi assistenti, ma anche Acerbi, Bastoni, De Vrij, ogni match analyst in cerca di fama, tifosi interisti in crisi d’ansia e gli hater di Pep Guardiola, stanno tutti impazzendo a caccia della risposta a una questione che rimarrà di grande attualità almeno fino al 10 giugno prossimo. Ci proviamo anche noi, nel nostro piccolo.

Erling Braut Haaland: breve identikit del bomber che viene dal futuro

Una volta gli stereotipi permettevano, grosso modo, di inserire i giocatori di calcio in determinate categorie. Il giocatore basso o brevilineo è tendenzialmente rapido e leggerino nei contrasti, quello più alto è solitamente macchinoso e in difficoltà negli spazi stretti.

Oggi è tutto molto, molto più complesso, anche perché l’umanità si evolve e con essa anche la struttura fisica dell’individuo. Ossatura, muscolatura, elasticità, tutto è soggetto a cambiamento e, anche se l’evoluzione è per sua natura lenta, ogni tanto vengono fuori dei “prototipi” di esseri umani che provocano grossi salti in avanti, qualcosa di simile a quello che negli infanti si chiama “scatto di crescita”.

L’esempio più eclatante nell’atletica è stato Usain Bolt, che ha spostato molto in là i confini dell’umanamente concepibile nelle discipline di corsa veloce. Nel calcio abbiamo avuto e abbiamo calciatori e atleti prodigiosi come Cristiano Ronaldo, Zlatan Ibrahimovic e anche Kylian Mbappe, ma ciò che rappresenta Erling Braut Haaland sembra un passo in avanti gigantesco, che ci porta nel futuro.

Alto ma velocissimo, soprattutto in progressione, abile con entrambi i piedi e capace di ottima tecnica in rapporto alla stazza. A tutto ciò aggiungiamo un fiuto del gol alla Pippo Inzaghi, e abbiamo un prototipo di calciatore quasi finto, che sembra più un nuovo incredibile avversario di Holly Hutton, di quelli che per 3-4 puntate provocano continuo sgomento nei compagni della New Team, prima che si scopra un punto debole del villain e le cose si risolvano per il meglio. Ma Haaland è un villain reale, terribilmente reale.

36 gol in Premier League sono già un record assoluto, uno dei tanti battuti dal giovane norvegese. In generale parliamo di un tipo da 55 gol in 53 presenze stagionali. 34 li ha segnati di sinistro, 12 di destro, 9 di testa. Scendendo nel dettaglio di come sono maturate le reti, in 32 casi si è trattato di azione manovrata, 10 sono state segnate sugli sviluppi di calci da fermo, 10 su rigore e 3 in contropiede. Ed Erling è un implacabile uomo d’area, con uno solo dei 55 gol stagionali segnato dal rettangolo dei 16 metri, così caro al già citato Superpippo Inzaghi.

Come si ferma uno così? Vediamo cosa hanno detto dei veri e propri esperti del ruolo.

Come si ferma Haaland? I pareri di Stam, Nesta e Adani

In diversi si sono espressi su cosa andrebbe fatto per limitare la pericolosità dell’attaccante norvegese. Il primo a esprimersi è stato Jaap Stam, leggendario difensore ex Manchester United, Lazio e Milan. “Devi essere molto aggressivo, alzare la squadra quando ad avere la palla è il City”, diceva l’olandese, che consigliava in generale di fare delle scelte piuttosto offensive, pena il rimanere inesorabilmente schiacciati. Per quanto riguarda la cura specifica della marcatura, secondo Stam è impossibile che di lui si curi soltanto uno. “Devi cercare di non fargli prendere la palla, ma devi avere un po’ di copertura altrimenti sei fregato, soprattutto se lo affronti uno contro uno con molto campo dietro.”

Sull’argomento è stato interpellato un altro ex “ministro della difesa” come Alessandro Nesta. L’ex centrale di Lazio e Milan, campione del mondo con l’Italia 2006, ha espresso un’altra idea: quella di non lasciarlo partire. “Cosa farei io per fermarlo? Cercherei di stargli molto vicino e poi gli farei un blocco nel momento in cui prova a partire”. Questo, secondo Nesta, è il momento cruciale, poiché se Haaland riesce a mettersi in moto e partire in progressione, fermarlo diventa quasi impossibile.

L’ultimo intervenuto sull’argomento è stato Lele Adani, che non ha avuto la carriera di Stam e Nesta ma è comunque da considerare un grande esperto in materia, oltre che ottimo conoscitore del calcio odierno. Intervistato di recente dalla Gazzetta deilo Sport, l’ex commentatore di Sky (oggi a Rai Sport) ha detto che l’importante è “non farsi sentire” da Haaland: “Il norvegese, se ti percepisce, sa come fregarti. Serve una marcatura non lineare, varia. Con Giroud puoi fare corpo a corpo per 90 minuti, con lui no. A volte devi lasciargli il controllo senza cercare l’anticipo, in particolare quando hai la campo dietro le spalle.” Anche secondo Adani, comunque, non può bastare una persona sola, nonostante Acerbi sia molto bravo nelle letture difensive. Occorre un lavoro di squadra, in particolare del mediano.

Seriamente, come si può fermare Haaland?

I pareri degli esperti sembrano dunque concordi su alcuni concetti base:

  • star vicino ma non cercare troppo l’anticipo
  • non lasciarlo mai partire, in particolare con molto campo alle spalle
  • aiuti da difensori e mediani

Guardando la poesia in movimento inscenata dal Manchester City nel ritorno contro il Real Madrid, la partita di Erling Haaland è stata quasi una nota stonata, avendo il ragazzo sprecato diverse occasioni. In alcuni casi è stato bravissimo Courtois, ma l’Haaland che abbiamo imparato a conoscere quest’anno non sarebbe uscito dal campo senza una doppietta.

In quel caso è stato proprio un KO tecnico nei confronti dei blancos, che non sono riusciti ad evitare che i giocatori del City campeggiassero nella loro area, creando una montagna di occasioni.

Inutile dire che, se si creassero condizioni simili in finale, per l’Inter non ci sarebbe scampo, e un Haaland leggermente più ispirato rispetto alla settimana scorsa, porterebbe con ogni probabilità il pallone a casa.

Sai cosa? Prendiamolo per la gola!

Cosa fare allora? Oltre alle strade segnate dai tre esperti di cui sopra, si potrebbe puntare anche sul vero punto debole di Erling Haaland: l’alimentazione. Probabilmente saprete già che Erling segue una dieta ipercalorica, da circa 6000 calorie al giorno, ed è un amante della carne ma soprattutto di parti solitamente poco considerate, come cuore e fegato.

La strada potrebbe essere allora quella di prenderlo per la gola, ad esempio facendogli assaggiare i CURCUCI. Per i non calabresi, o meglio i non reggini, si tratta di una pietanza tremendamente buona ma non per tutti. I curcuci si ottengono infatti dai resti dei pentoloni in cui ogni anno vengono preparate le cosiddette “frittole”, ovvero tutte le parti del maiale avanzate dalla produzione di salumi, costate e salsicce, cotte nel proprio grasso. Sul fondo di questi pentoloni si ricavano questi residui di varia provenienza: stinco, collo, guancia, lingua, cuore, cotenna, zampa, testa, polmone. Raccolte, si lasciano raffreddare e si conservano in delle mattonelle, che sono dette appunto “curcuci”, da affettare e servire su dei crostini caldi, o sciolti sulle uova fritte.

Una squisitezza, un patrimonio dell’umanità se non esistesse il colesterolo. E una buona arma per neutralizzare le fulminanti progressioni di Erling Haaland, forse la più efficace di tutte.