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L’undicesima giornata di Bundesliga conferma quanto visto in questo avvio di stagione, con due squadre che stanno tenendo un passo insostenibile per tutte e che continuano a vincere e entusiasmare i propri tifosi a suon di gol e vittorie. Ma se dal Bayern Monaco ci si aspettava esattamente questo, la vera rivelazione di stagione è certamente lo spettacolare Leverkusen di Xabi Alonso. Una sorpresa però che arriva da lontano, plasmata dal tecnico spagnolo già dal suo arrivo nell’annata scorsa e da allora cresciuta a suo immagine e somiglianza. Scopriamo tutti i segreti della capolista del campionato tedesco e quante sono le sue reali chance di battere la corazzata bavarese sul lungo periodo.

La rivoluzione di Xabi Alonso

Quando nell’ottobre scorso, Xabi Alonso è stato chiamato a prendere in mano un Leverkusen piombato al penultimo posto in classifica, non c’era certo un grande entusiasmo tra i tifosi delle Aspirine. Il tecnico basco non aveva mai provato a cimentarsi con una squadra in un grande campionato, fino a quel momento gestendo solo delle giovanili del Real Madrid o del Real Sociedad.

Per quanto il valore del ex-calciatore fosse indubbio (protagonista nelle grandi vittorie della Spagna in Europa e nel Mondo), come tecnico di fatto non aveva ancora alcuna esperienza sul campo, specie in una situazione traballante come quella del Bayer, impegnato anche sul fronte Champions dopo la buona annata precedente.

Tra lo scetticismo generale, il buon Xabi ha però saputo lavorare sodo fin da subito, portando idee nuove e moderne al gioco di una formazione che sulla carta aveva comunque una buona dose di qualità in rosa. Il suo “calcio fluido” con un modulo che si potrebbe identificare in un 3-4-2-1, porta immediatamente i suoi frutti grazie anche ad alcuni elementi che si esaltano nelle giocate verticali e veloci che d’improvviso illuminano la fitta rete di possesso e di passaggi con cui la squadra ha imparato a gestire il gioco.

In questo contesto, si sono esaltati la scorsa stagione giocatori come Frimpong e soprattutto Diaby, esterno di destra capace di sfruttare al meglio le sue caratteristiche in questo modulo, portando in dote dodici gol e nove assist alla fine (tra campionato e coppe). L’annata si chiude così con il Leverkusen che recupera in campionato fino al sesto posto e in Europa League arriva alle semifinali (battuto poi dalla Roma di Mourinho). Ma la strada, almeno in termini di gioco e di evoluzione tattica, sembra segnata. Anche quando, in estate, proprio Diaby viene venduto all’Aston Villa privando Xabi di uno dei migliori dei suoi.

La crescita nella nuova stagione

La liquidità sul mercato grazie alla cessione di Diaby (e di Bakker, finito all’Atalanta), consente però di regalare a Xabi alcuni acquisti mirati da incastrare nel suo perfetto scacchiere di gioco, potendo così costruire per la prima volta una squadra totalmente a sua immagine e somiglianza.

A cambiare in qualche modo volto alla squadra, è stato soprattutto l’arrivo a centrocampo di Granit Xhaka. esperto centrocampista svizzero che ha saputo riprendere in mano le chiavi del reparto e del gioco, dando ancora maggiore controllo durante le fasi di possesso palla. L’equilibrio perfetto ottenuto in mediana insieme all’argentino Palacios, libero anche di inserirsi in area durante le incursioni offensive (non a caso autore di due reti e due assist in queste prime undici partite).

Palleggiatori di grande qualità, che hanno portato il Leverkusen al primo posto nella graduatoria per passaggi completati (6833 totali, contro i 6463 del Bayern Monaco), quasi tutti brevi e con percentuali altissime di riuscita (93.2%).

Ma ci sono altri tasselli che sembrano essersi messi nella posizione ideale. Se Frimpong è rimasto pedina imprescindibile sul lato destro (anche quest’anno siamo già a tre gol e cinque assist in Bundesliga), sulla sinistra è arrivato un Alex Grimaldo che non solo permette una fase difensiva più curata, ma sta riuscendo ad esprimersi al meglio anche in quella offensiva, tanto da diventare il secondo miglior marcatore della squadra con sei reti e quattro assist.

Fasce dominanti perchè permettono appunto lo strappo di gioco dopo la fase di possesso, liberate quasi sempre da tocchi improvvisi dei due elementi sulla trequarti: Jonas Hofmann (cinque gol e cinque assist per l’ex Gladbach) e il giovane talento di Florian Wirtz (tre gol e cinque assist), rimasto a crescere alla corta di Xabi dopo le mille sirene milionarie del mercato estivo.

Tutti al servizio di un gioco corale, che ha portato già undici marcatori diversi in campionato, dimostrando come tutti possano essere pericolosi quando c’è equilibrio e idee chiare. Tutti, a cominciare da quella che è una delle rivelazioni della stagione: Victor Boniface.

L’attaccante nigeriano classe duemila, era arrivato dall’Union SG per dare una possibile alternativa a uno Schick spesso indisponibile, ma che si è preso in fretta la scena a suon di gol (sette) e assist (cinque). Se è vero che nell’arco di Xabi Alonso ci sono diverse frecce disponibili, non si può però evitare di pensare a Boniface come una di quelle più affilate, soprattutto perchè riesce perfettamente sia nell’evoluzione verticale del gioco, sia come punta di appoggio per i compagni.

I risultati da record: i meriti di Xabi

Tutto questo sarebbe solo bellissima teoria, non fosse che anche in termini di risultati, il Bayer Leverkusen sta scrivendo nuovi numeri nella pagina dei record di club. Da agosto a oggi, la squadra di Xabi Alonso ha giocato diciassette partite ufficiali, vincendone ben sedici, di cui tutte le ultime dodici. Unica eccezione, il pareggio ottenuto in casa del Bayern Monaco.

In Bundesliga nessuno era mai partito così forte, eguagliando con i 31 punti raccolti, l’avvio del Bayern Monaco di un certo Guardiola, nella stagione 2015/16.

I meriti di Xabi Alonso in tutto questo, vanno anche oltre quelli puramente tecnico tattici del gioco di squadra. Lo spagnolo si presenta anche come una figura di riferimento per tutto lo spogliatoio, che è peraltro uno dei più giovani della Bundesliga con un età media di poco sopra i 25 anni (tra i ventisetti scesi in campo fin qua).

Ha fatto scalpore il video dove il mister si allena insieme ai suoi giocatori, distribuendo lanci millimetrici con il suo piede ancora fatato. Ma è solo un esempio di come il suo approccio sia meticoloso in campo, tanto quanto sia bravo con i suoi sorrisi e la sua leggerezza, a smussare le tante pressioni che la squadra ha sulle spalle. Perchè ricordiamoci che stiamo parlando del Bayer Leverkusen, soprannominato da molti “Neverkusen” per la sua incapacità cronica di vittoria.

Il Leverkusen può ambire al titolo?

Tante pressioni dicevamo, perchè quando vedi il Bayer in vetta alla classifica del campionato, non puoi fare a meno di pensare che in tutta la sua storia, non è in realtà mai riuscito a cucirsi lo scudetto addosso a fine stagione.

Ci è arrivato vicino o vicinissimo diverse volte (cinque secondi posti), ma la bacheca è rimasta vuota di quel trofeo come di altri. Una sola coppa di Germania ormai trent’anni fa, una sola Coppa UEFA data 1988. Poi tanti rimpianti, a cominciare dalla finale di Champions del 2002, persa contro il Real Madrid.

Insomma, le attese di questa stagione sono altissime, perchè mai si era partiti così bene e soprattutto mai si aveva avuto un progetto tecnico così chiaro e funzionale, con così tanta qualità futuribile in rosa.

La verità è che il Bayern Monaco sembra, sulla carta, decisamente più attrezzato per puntare al titolo ma, sul lungo periodo, potrebbero pesare i diversi impegni extra campionato per entrambe le compagini.

Di certo, non siamo davanti a un “fuoco di paglia”, ma a un qualcosa di decisamente attuale e valido, che ha peraltro anche ulteriori margini di miglioramento. Se saranno sufficienti o meno a mettere questo primo trofeo in bacheca, solo il tempo potrò dirlo.