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Negli ultimi giorni in Italia non si parla d’altro che della carestia di talento del movimento calcistico. Se in porta, in difesa e a centrocampo qualcosa si muove, è in attacco che sembrano concentrarsi tutti i problemi della nostra Nazionale.

Come si arriva a Retegui

La questione ormai classica – quasi un tema accademico – del vuoto nel ruolo di ‘centravanti’ è stata rinfocolata da una nuova (l’ennesima) dichiarazione del nostro CT Roberto Mancini a sette giorni dalla pausa nazionali: «I problemi – ha spiegato il tecnico al Messaggero – sono seri. Immobile è ko, Raspadori in forse. I nostri attaccanti centrali, quasi tutti, hanno giocato pochissimo negli ultimi mesi. Scamacca è reduce da un infortunio, Belotti gioca poco. In difesa e a centrocampo le soluzioni ci sono. È lì in attacco che abbiamo problemi ma non perché non ci siano talenti. Devono giocare. E non giocano».

D’accordo, Mancio, ma allora perché – se i talenti ci sono – convocare lo a-tutti-gli-effetti argentino Mateo Retegui? Classe 1999, figlio d’arte, gioca nel Tigre in Argentina ed è in prestito dal Boca Juniors.

Mancini lo avrebbe individuato come profilo numero uno per sostituire Ciro Immobile assente per problemi muscolari – che ormai lo affliggono da tempo. Appena due mesi fa, a gennaio, il CT azzurro aveva detto (non senza un pizzico di esagerazione) che «i Bellingham li abbiamo anche noi, ce ne sono almeno 4-5 per qualità e per livello. Senza fare nomi. Ce ne abbiamo di Bellingham ma gli altri hanno un approccio diverso, li fanno giocare. Se giocano, si vede». Andiamoli a vedere, allora, questi talenti.

Quali attaccanti per la Nazionale?

Partiamo dalla Serie A. Raspadori sta giocando poco, anche per problemi fisici. Su Immobile (11 reti in 27 presenze in nazionale) si è già detto e scritto a sufficienza.

Rimangono Caputo (36 anni, in forza all’Empoli) e Pinamonti (appena 4 gol in 21 presenze al Sassuolo quest’anno), che viene da una rete importante contro la Roma all’Olimpico e potrebbe essere convocato da Mancini. All’estero, sono appena due gli attaccanti italiani con almeno 20 presenze: Okaka (che gioca al Basaksehir dove in 32 presenze ha realizzato la miseria di 6 reti totali) e Andrea Compagno, ex-dilettante (pre-convocato da Mancini per le partite contro Inghilterra e Malta) autore di 17 gol in 29 presenze in Romania (con la Steaua Bucarest).

Poco, pochino, pochissimo si direbbe. I due possibili grandi volti del futuro Lucca (Ajax) e Scamacca (West Ham) praticamente non stanno giocando: il primo è stato anzi addirittura arruolato alla seconda squadra olandese.

Gli attaccanti dalla Serie B

Forse allora, come aveva minacciato Mancini («se continuiamo così, dovremo pescare dalla Serie C»), è bene dare una rapida occhiata al nostro calcio ‘minore’, dove qualche buon attaccante (italiano) si sta facendo strada.

In Serie B, la coppia-del-gol Mulattieri (classe 2000) Caso (due anni più piccolo) ha prodotto finora 17 gol (10 il primo, 7 il secondo). È partito bene anche Salvatore Esposito, primavera (e di proprietà) Inter, con 2 gol in 4 presenze col Bari (dove gioca da gennaio): ma nelle ultime tre stagioni, per discontinuità e problemi caratteriali, l’attaccante di Castellammare ha cambiato ben cinque (sic!) squadre senza mai andare oltre le sei reti (suo record al Basilea, stagione 21/22).

Sempre in Serie B, degno di una considerazione da parte di Mancini è senza dubbio Matteo Brunori, attaccante del Palermo con ben 14 gol all’attivo – quindi a una rete da Cheddira, miglior marcatore (Bari).

Lo sguardo addirittura in Serie C

Anche in Serie C, qualcosa si è fatto vedere. Certo, il livello non è altissimo, ma intanto qualche nome noi lo proponiamo (ringraziando Alvise Gualtieri della Casa di C).

Nel girone A, due calciatori sugli altri si sono presi la scena dell’attacco: Nicolò Bruschi (1998, Pro Sesto) e Matteo Della Morte (1999, Vicenza), più un esterno (certo interessantissimo) che una vera e propria punta – pur avendo già realizzato 10 gol, due in meno del primo.

Da citare anche Fabio Abiuso (2003, Pergolettese) con 6 reti in 23 presenze totali. Sempre nel girone A, quello anche della Juventus Next-Gen, spiccano i nomi del bianconero Emanuele Pecorino (ex Milan, 6 gol e convocazione in Europa League da parte di Allegri), Cerri (classe 2003), omonimo del bestione in forza al Como, e Casarotto (Virtus Verona).

Passando al Girone B, nella capolista Reggiana spicca il nome di Jacopo Pellegrini (2000, 9 gol). Da seguire anche l’elegantissimo Alessandro Arena (2000 del Gubbio, 7 gol).

Nel girone C, infine, dove il Catanzaro sta dominando da inizio stagione, oltre ai veterani Iemmello, Patierno, Caturano e Chiricò, un ottimo prospetto è Daniele Iacoponi del Foggia (2002).

Al Pescara poi stanno facendo benissimo Edoardo Vergani (2001) e Marco Delle Monche (classe 2005), entrambi dotati di grande qualità palla al piede. Il secondo è stato acquistato dalla Samp e Mancini lo ha già convocato negli stage a Coverciano. Infine, nomi da tenere sott’occhio potrebbero essere quelli di Silipo (Juve Stabia) e Guido Gomez (Crotone). Che il Mancio prenda nota, magari preferendoli a chi viene dal Sudamerica.