Sulla tecnica di tiro di un calcio di rigore, si sono versati fiumi d’inchiostro, e altrettante parole si sono spese su quello che è un gesto che alcune menti illuminate hanno fotto loro, attraverso letteratura, libri, canzoni e poesie.
Ma noi siamo un sito che si muove tra passato, presente e futuro del calcio, quello giocato, quello per il quale si scatenano passioni dei tifosi, cuori infranti per un gol subito o uno sbagliato, magari proprio attraverso un calcio di rigore.
La storia calcistica internazionale è piena zeppa di episodi che fanno capo ai calci di rigore e, quelli che la nostra redazione ha considerato i più iconici, abbiamo provato a inserirli all’interno di un solo articolo.
Il rigore di Tyrone Mings contro il Brugge
Non vogliamo nascondervi che l’idea per questo articolo è nata dal clamoroso penalty che è stato causato da un surreale fallo di mano di Tyrone Mings, difensore centrale dell’Aston Villa e della nazionale inglese, nella partita del quarto turno della nuova Champions League, alla sua prima stagione in cui si dà origine ad una classifica in cui tutti competono per passare agli ottavi di finale, chi direttamente come le prime 8 alla fine della regular season e chi lo farà attraverso gli spareggi playoff, una sorta di sedicesimi.
Bene, nella serata di mercoledì 06 novembre, sul passaggio del portiere argentino Emiliano Martinez, il “Dibu” per gli amici più stretti, senza apparenti motivazioni, Mings ha preso la saggia decisione di raccogliere il pallone con le mani, come se avesse trovato una specie di tesoro dei pirati in miniatura e non volesse farselo scappare.
Rigore per il Club Brugge, realizzazione di capitan Hans Vanaken, 1-0, partita vinta.
Un piccolissimo danno che può costare il passaggio del turno alla squadra inglese.
Il rigore di Balbo nel 6-0 contro il Bordeaux
Una situazione piuttosto simile, si verificò invece al Tardini di Parma, quando i ducali si qualificarono alla semifinale della Coppa Uefa il 16 marzo del 1999, ai danni dei francesi del Bordeaux, a cui fu inflitto un cappotto perfetto, 6-0, anche grazie ad un rigore nel finale battuto da Abel Balbo, che in quell’occasione entrò in campo al secondo tempo quando era appena scoccato il 24° minuto.
L’allenatore era Malesani e la squadra emiliana, che poi vinse quella Coppa UEFA ed era considerata una delle squadre più forti del Vecchio Continente, non smise un minuto di attaccare, tanto che, in una delle ultime azioni, Fuser lasciò il pallone a Faustino Asprilla, che concluse verso la porta di Ramè.
Sulla ribattuta Balbo provò a metterla in rete, il pallone si impennò e il montenegrino Nisa Saveljic, saltò come se fosse Lebron James alla cattura di un rimbalzo sotto canestro.
Rigore, 6-0, Parma alle semifinali, dopo la sconfitta per 2-1 dell’andata.
Il rigore sbagliato da Roberto Baggio a Pasadena
A sentire lo stesso “Divin Codino”, il punto più deludente della sua intera carriera, è stato l’errore dal dischetto nella finale del campionato del mondo del 1994.
Era il 17 luglio, il tutto si svolse sotto il sole senza pietà della California e ci giocammo quel titolo mondiale ai calci di rigore, momento raggiunto anche e soprattutto grazie al grandissimo mondiale giocato dal fantasista di Caldogno, che, tra risultati clamorosi, rimonte epiche ed espulsioni senza senso, si guadagnò la possibilità di realizzare uno dei tiri dagli undici metri che ci avrebbero potuto portare la coppa del mondo a casa.
I tempi regolamentari e i rigori si chiusero con un pareggio a reti bianche, ma l’Italia fu disastrosa dal dischetto.
Sbagliarono Baresi, Massaro e Baggio e quello fu un errore definitivo, per via del fatto che anche il Brasile non fu infallibile, alla luce dell’errore di Marcio Santos.
Il rigore di Cristiano Ronaldo contro la Juventus
Tra i rigori che gli italiani ricorderanno probabilmente per sempre, c’è di sicuro quello che scatenò le ire di Gigi Buffon, il quale parlò di bidone dell’immondizia al posto del cuore dell’arbitro Oliver.
Il fischietto inglese indicò il dischetto alla fine di una partita durante la quale la Juventus sfiorò l’impresa di recuperare il passivo di 0-3 accumulato nella partita di andata, a Torino, quando Cristiano Ronaldo segnò un indimenticabile gol in rovesciata che tutti abbiamo ancora negli occhi.
Erano i quarti di finale di Champions League 2017/18, precisamente l’undici aprile del 2018 e lo stesso Ronaldo tirò una fucilata che si insaccò alle spalle di Szczesny, che permise al Real di passare il turno.
Quando Toldo si trasformò in un muro
Teniamo per ultima la clamorosa serie di calci di rigore parati da Francesco Toldo, ex portiere della nazionale e di squadre, tra le altre, come Inter e Fiorentina.
Correva l’anno 2000, Francesco Toldo veniva convocato agli europei olandesi come secondo portiere dall’allora allenatore Dino Zoff, dietro proprio a Gigi Buffon, che però si infortunò poco prima dello start della competizione e il numero 12 divenne titolare di quell’europeo.
L’Italia giunse in semifinale anche alle grazie alle sue parate, ma ciò che successe contro i padroni di casa arancioni, rimarrà negli occhi di tutti per tanto tempo.
Toldo si travestì da muro umano e cominciò la sua indimenticabile serata parando nel primo tempo un calcio di rigore a Frank de Boer, successivo all’espulsione di Gianluca Zambrotta che costrinse gli azzurri a giocare in 10 per oltre un’ora.
Nella ripresa ipnotizzò Patrick Kluivert, che sbagliò un secondo penalty concesso all’Olanda, ma, ai calci di rigore tirati dopo lo 0-0 di regolamentari e supplementari, Toldo parò un altro penalty a Frank de Boer e respinse anche l’ultimo, questa volta decisivo, battuto da Paul Bosvlet.
Per la cronaca l’Italia perse la finale contro la Francia al Golden Gol per 2-1.