Vai al contenuto

È tornata in parità la serie della finale di eastern conference tra Boston Celtics e Miami Heat, che sembra ancora molto lontana dal concludersi.

L’equilibrio regna sovrano, almeno a livello generale, visto che ogni sera cambiano i valori in campo, dando l’impressione che ci sia un chiaro padrone. Così è stato anche in gara-4 al TD Garden, dominata dai padroni di casa (102-82 il finale) che si sono così subito riscattati. Ma vale la pena ricapitolare tutto quello che è successo finora, in attesa che si torni a giocare in Florida.

La serie si era aperta con una bella vittoria dei Miami Heat che approfittando delle assenze di Smart e Horford non avevano avuto problemi nello sfruttare il fattore campo. Già in gara-2 però con il rientro del miglior difensore dell’anno (per l’occasione top scorer di serata) i biancoverdi avevano fatto saltare il fattore campo, dando l’impressione di aver messo una seria ipoteca sulla qualificazione alle Finals.

Non avevano fatto i conti però con la profondità della panchina avversaria che in gara-3 nel momento più delicato, con Jimmy Butler uscito per infortunio, hanno ribaltato la situazione volando su un clamoroso 2-1.

Tutto sommato quindi la vittoria ottenuta stanotte dalla franchigia del Massachussetts tra le mura amiche non era impossibile da prevedere: proprio Butler, non al meglio, ha tirato poco e male (appena 6 punti alla fine per lui) e in generale il match di è deciso nei primi dodici minuti, complice un parziale di 29-11 diventato 57-33 all’intervallo lungo. Giocando ogni due giorni, Miami non si è dannata l’anima per tentare una clamorosa rimonta e soddisfatta del successo di sabato notte ha iniziato a pensare alla prossima sfida con i tifosi dalla propria parte.

L’impressione generale comunque è che, almeno al momento, entrambe le squadre siano inferiori ai Golden State Warriors, che dall’altra parte del tabellone stanno dominando.

Luka Doncic, vero e proprio leader nonostante la giovane età, non sta riuscendo a tenere in linea di galleggiamento i suoi Dallas Mavericks che dopo essere stati battuti anche in casa sono sotto ora 3-0, in una situazione da cui nessuno è mai riuscito a venire fuori.

Stanotte potrebbe anche arrivare un successo per i texani, che puntano almeno ad evitare il cappotto, ma Stephen Curry e compagni hanno un piede e mezzo alle Finals, dove puntano a conquistare il loro quarto anello, quattro anni dopo l’ultimo conquistato nella baia.

Allora c’era ancora Kevin Durant in una squadra quasi imbattibile, che dal 2015 al 2018 vinse appunto tre volte il titolo, lasciandone solo uno a LeBron James che per il resto ha sempre dovuto fare da spettatore ai loro trionfi, pur lottando con i suoi Cleveland Cavaliers.

Ora KD non c’è più, volato ai Brooklyn Nets dove sta portando a casa tanti soldi ma pochissime soddisfazioni, ma gli uomini di Steve Kerr sono ancora lì davanti a tutti.

Gli infortuni di Curry e Thompson sono ormai solo un brutto ricordo e a loro si è unito un Wiggins finalmente all star, in grado di difendere su tutti e dare un bel contributo in attacco.