Vai al contenuto

È opinione di parecchi osservatori dello sport professionistico statunitense, e più in generale, di quelli che annoverano i playoff a fine stagione, che una serie non è mai iniziata fino a quando una squadra non vince in trasferta. È un po’ quello che sta succedendo alle Finals di NBA, dove Milwaukee ha pareggiato la serie contro Phoenix, portandosi sul 2-2.

Pivotal game

In relazione a quello che è successo nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2021, al termine della partita tra Milwaukee Bucks e Phoenix Suns, la serie torna ad essere in perfetto equilibrio, per cui diventeràfondamentaleper entrambe le squadre, portare a casa Gara-5, vero e proprio crocevia per mettere la testa avanti in vista dell’ultima, o delle potenziali ultime due partite della post season.

Per questo motivo il prossimo scontro tra i ragazzi guidati da Mike Budenholzer e Monty Williams, diventa quella che porterà al primo, probabilmente decisivo match point per andare a giocarsi una delle due partite che daranno la vittoria a Bucks o Suns, con il vantaggio di scendere in campo di fronte al pubblico amico.

Il meccanismo delle sfide playoff, che si gioca con la formula 2-2-1-1-1, è perfetto per capire l’importanza di Gara-5 quando la serie è in perfetta parità. 

Se vincessero i Bucks, la successiva gara-6 diventa un’occasione che non tornerà per chiudere la serie con, se vogliamo utilizzare un parallelo col tennis, il servizio a favore. 

Se dovessero spuntarla i Suns, invece, CP3 e compagni avrebbero subito la possibilità di mettere l’anello al dito nel Wisconsin, avendo la certezza che, in caso di sconfitta, ci sarebbe l’ultima chance di tornare in Arizona e provare a chiudere i conti in una infuocata Gara-7 da giocare alla Phoenix Arena.

Rimonte e disfatte

Al termine di Gara-2, Phoenix ha messo un vantaggio considerevole e piuttosto confortante, dopo il successo che l’ha portata sul 2-0. 

Tra tutte le Finals disputatesi con la formula delle sette partite, nelle 34 precedenti occasioni in cui la serie si è messa sul 2-0 ( a prescindere dalle vittorie in casa o in trasferta),  solo 4 squadre sono riuscite a ribaltare il risultato, portando la vittoria del campionato a casa. 

Di queste sono state memorabili le imprese dei Celtics nel 1969 sui rivali di sempre Los Angeles Lakers, dei Portland Trail Blazers nel 1977, che chiusero addirittura con una partita in meno vincendo ben 4 partite di seguito contro i Philadelphia 76ers con uno straordinario Bill Walton, i Miami Heat guidati da Dwayne Wade e Shaquille O’Neal che ribaltarono la serie contro i Mavericks di Nowitzki, chiudendola, anche in questo caso, sul 4-2.

Ma la rimonta più epica di tutte, fu quella a cui abbiamo tutti assistito nel 2016, quando LeBron James e i suoi Cleveland Cavaliers, non solo riuscirono a rimettere le cose a loro favore partendo da uno svantaggio di 0-2 come successo nei casi appena descritti, ma resero l’impresa ancor più straordinaria nel momento in cui, dopo aver perso anche Gara-4, fecero qualcosa a cui nessuno era mai riuscito: risalirono dal 1-3 e vinsero nella baia di San Francisco gara-7, chiudendo per 4-3. 

Le partite fondamentali

Di pivotal games è piena la storia, ma ci piace ricordarne due, tra le più importanti, come ad esempio quella che portò in vantaggio i Bulls di Michael Jordan alle Finals del 1992. 

In quell’occasione si giocò probabilmente la madre di tutti i pivotal games, visto che a giocarsi quella finale arrivarono i già citati Bulls campioni della Regular Season a Est e i Portland Trail Blazers, che chiusero prima la stagione regolare della Western Conference. 

Se non vi bastasse, la serie andò sul 2-2 rispettando il fattore campo solo due volte su quattro e un duello rusticano che mise di fronte Michael Jordan e Clyde “The Glide” Drexler

In quegli anni la serie aveva un format differente rispetto a oggi, il 2-3-2, alla luce del quale le prime due partite si giocarono al Chicago Stadium, mentre per Gara 3, 4 e 5, ci si spostò al Veterans Memorial Colisuem, dove i Bulls vinsero due partite su tre, per poi chiudere la serie a Gara-6, ancora a Chicago. 

La Gara-5 di quella serie fu entusiasmante e mise in vetrina la summa del talento dei due giocatori più rappresentativi. Jordan chiuse con 46 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e 16/19 dai liberi per una percentuale superiore al 60% dal campo. 

Drexler mise a referto 30 punti e 10 rimbalzi. Ma fu una mattanza per i Blazers, visto che incassarono 119 punti, evento non comune in quegli anni. Fu la sfida decisiva. 

Per arrivare ad anni ancora più vicini ai nostri, vogliamo invece citare una partita che sarebbe dovuta essere fondamentale, ma la cui serie, alla fine, verrà ricordata da “The Shot”. 

Parliamo delle Finals del 2013, quando i San Antonio Spurs di Gregg Popovich, passarono avanti 3-2 contro i Miami Heat dei big three, James, Wade e Bosh. 

L’esperienza di giocatori in età già avanzata, come Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili e un già formato Kawhi Leonard, sembravano non poter dare scampo a Miami, ma ciò che successe in Gara 6 è rimasto, e rimarrà per sempre, uno dei momenti più iconici della storia di questo sport. 

The Shot

Gli Heat hanno 19 secondi per trovare un canestro da tre punti che li porterebbe ai supplementari. 

L’azione disegnata da Erik Spoelstra, è letta in modo fantastico dalla difesa del “Pop” e gli Heat riescono a trovare un tiro pulito da parte di Lebron James che lascia partire un arcobaleno appena contestato da Diaw e Tony Parker.

Mancano 9 secondi quando il pallone colpisce il ferro e schizza verso l’alto, 9 secondi che separano gli Spurs dal titolo. 

Le kilometriche braccia di Chris Bosh abbrancano uno dei rimbalzi più importanti della storia della NBA e la palla viene silurata sull’angolo dove Ray Allen, guidato da uno spirito sacro, compie un passo all’indietr pregno di istinto e poco altro. 

La palla rilascia la sua mano quando sul cronometro mancano meno di 7 secondi. 

Bang! Il suo tiro è uno dei più belli mai visti su un campo da basket.

I supplementari verranno vinti dai padroni di casa dopo 5 minuti di pallacanestro nervosissima, in una American Airlines Arena piena di tifosi in visibilio. 

Sulle ali dell’entusiasmo, Miami bissa il successo un paio di giorni dopo e chiude 4-3. 

…Pivotal Games…