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Che l’annata di Pistoia non sia nata sotto una buona stella ne avevamo già avuto la sensazione e lo abbiamo raccontato qui. Era il momento più difficile – parlando di campo – di questo inizio di stagione per la formazione toscana, che ha portato all’addio di Dante Calabria e all’immediata rivoluzione in panchina. La squadra prosegue il proprio cammino in modo altalenante a livello di risultati (è 12a e oggi sarebbe salva), ma la sensazione è che negli uffici la situazione non sia proprio tranquilla e serena. A dimostrarlo la decisione presa dallo storico gruppo di tifosi pistoiesi, la Baraonda, che ha comunicato la propria decisione di non voler presenziare più sugli spalti a seguire la squadra, pur sostenuta “a distanza” e minimante addossata di colpe.

Questo il messaggio pubblicato su Facebook da parte del gruppo di supporters.

  • PREMESSA: Ciò che stiamo per comunicare non ha niente a che vedere con le critiche che abbiamo sollevato negli ultimi mesi nei confronti della società. Ci teniamo a specificarlo bene per coloro che potrebbero fraintendere ciò che stiamo comunicando e le relative motivazioni: non stiamo parlando della nuova gestione americana né dei risultati sportivi.
    Di recente, alcuni esponenti del gruppo hanno ricevuto accuse GRAVI e profondamente INFONDATE relative a fatti a noi totalmente estranei, che infangano il nome della Baraonda e mettono a rischio la serenità della vita privata di questi ragazzi.
    A riguardo abbiamo avuto la sensazione che una parte della nostra dirigenza non solo sia rimasta indifferente ma anzi abbia dato adito a tali accuse.
    Questo è stato il culmine di atteggiamenti che si sono susseguiti da inizio stagione, anche verso l’intera tifoseria oltre che ad alcuni esponenti della stampa ammoniti di possibili provvedimenti volti a limitarne la libertà di critica.
    Tenuto conto di questo ma soprattutto degli ultimi fatti di cui siamo stati accusati, abbiamo deciso di non presenziare più ad alcuna partita della nostra squadra fino a quando non vedremo un cambio di rotta riguardo questi atteggiamenti.
    Ci aspettiamo che chi di dovere si renda conto dell’importanza della tifoseria anche quando questa porta delle critiche.
    Siamo dispiaciuti e mai avremmo pensato dopo quasi 16 anni di incessante presenza di dover arrivare a questa decisione.
    Rivolgiamo un pensiero alla squadra che abbiamo sempre sostenuto da inizio stagione: siamo con voi anche se non ci vedrete sugli spalti.
    Tutte le altre attività del gruppo continueranno regolarmente.

Un comunicato che dice tanto, ma non tutto. Che fa pensare a una diatriba – iniziata già dalla scorsa estate tra tifosi e nuova proprietà americana – celata tra le righe, che non vuole attaccare la società direttamente, ma ci va molto vicino. Che risparmia i giocatori e che parla di accuse gravi e infondate verso i tifosi stessi e alcuni esponenti della stampa (probabilmente vicini al gruppo). Un comunicato che arriva dritto al punto e che, purtroppo, finirà col colpire proprio la squadra, che alle prossime partite in casa si troverà orfana del proprio sesto uomo, quello che in tantissime gare da 16 anni a questa parte l’ha aiutata a raggiungere la Serie A e a rimanerci per più stagioni.

Una situazione che, pur non volendo, graverà direttamente su squadra e giocatori, che già non navigano in ottime acque di classifica e così dovranno rimboccarsi ulteriormente le maniche per mantenere la situazione in graduatoria il più tranquilla possibile. Cosa che difficilmente accadrà nelle stanze della dirigenza, attaccata da più parti fin dal suo arrivo la scorsa estate, con il culmine (fin qui) del caso Rowan-Calabria. Contesto che non fa bene all’Estra Pistoia e nemmeno al basket italiano, che vive anche di presenze nei palazzetti (il PalaCarrara è uno dei più gremiti e chiassosi d’Italia) e che si trova a dover affrontare una nuova contingenza complicata, che va a discapito degli amanti di questo sport e degli stessi protagonisti in campo.