Quindi giornate e il campionato va. Va a gonfie vele proprio. Una settimana c’è in testa una, nell’altra c’è una squadra diversa, e poi, ecco, alla fine ne troviamo pure una diversa. Stavolta tocca all’Inter guardare tutti dall’alto al basso: i nerazzurri sono a quota 33 punti, hanno vinto le ultime 3 di fila in campionato e hanno rialzato decisamente la testa. Segue il Milan (32), che ha sprecato un’occasione incredibile col Sassuolo. E il Napoli? Terzo, a 31 punti: è crollato a Udine.
C’è pure la Roma, che ha vinto col Como e si è piazzata a 30, poi la Juve guida invece l’altro gruppetto, quello più proiettato alla Champions, se solo le quattro posizioni non fossero già occupate. Qualcuna crollerà. O il ranking aiuterà. Occhio ai bassifondi: la Fiorentina sembra irrecuperabile.
1) Adesso l’Inter guarda tutti
Intanto, applausi a Chivu. E a quest’Inter che è tutto e niente, mai un pari, e per fortuna del tecnico nerazzurro è stata molto spesso tutto. 11 vittorie accumulate finora, come nessun’altra squadra in Serie A. Tanta roba. Come il numero di gol: 34. Pure questa è una bella vetta e fa gola a tante altre squadre, in particolare alla Roma, che ha meno della metà delle reti segnate.
Adesso l’Inter guarda tutti dall’alto al basso e si sta godendo quasi il viaggio, con la Champions che sorride – sono comunque tra le prime otto della League Phase – e il campionato che è tornato a farlo. Buonissima la prima (parte) di Cristian Chivu.
2) Maurizio Sarri ha (di nuovo) dato un’anima alla Lazio
La storia della settimana è però quella della Lazio, in grado di vincere a Parma con nove uomini contro undici. Che bellezza. Proprio la partita. I biancocelesti sono stati quadrati e attenti, bravi a coprire bene gli spazi, a non lasciarsi prendere dall’assalto gialloblù, che sfogava solamente sugli esterni. E allora, tenuta strenua e poi contropiede. E il contropiede è quel che ha regalato la vittoria a Maurizio Sarri, chiamato alla prova più importante di tutte: la continuità.
Solamente nelle ultime 5 partite, la Lazio ha vinto 2 partite, ne ha perse altrettante e ha portato a casa un pareggio. Sembra il massimo della discontinuità. E un po’ lo è. Però il carattere, ecco, mnon è mai mancato. In un anno particolarissimo, poi.
3) La Juventus alla prova del nove
Bene tutti, ma molto bene la Juventus, che non solo torna a vincere dopo il ko di Napoli, ma lo fa in trasferta e al Dall’Ara di Bologna. Pochi se l’aspettavano, soprattutto dopo la pochezza tecnica mostrata al Maradona, e invece la Juve fornisce una prestazione proprio bella, proprio incredibile, davvero di livello assoluto. Di quelle che fanno dire: ecco la squadra di Luciano Spalletti. Forse per la prima volta davvero, e di sicuro con una connessione più evidente tra squadra e tecnico.
Adesso la prova del nove, ma da affrontare allo Stadium: la Juve, a 4 punti dal quarto posto, ha lo scontro diretto con la Roma di Gasperini. Non c’è possibilità di tenersi lontana, c’è solo la necessità di portare a casa la vittoria. Sarebbe fondamentale.
4) Le occasioni non sfruttate
A proposito di occasioni: è incredibile il cumulo di rimpianti di Milan e Napoli. Incredibile. Il Milan ha sofferto per larga parte il Sassuolo, riuscendo però a cambiare la sua storia con la doppietta di Bartesaghi, salvo poi crollare all’ultimo; per il Napoli, invece, la beffa è doppia: un gol di Ekkelenkamp – ancora lui -, pure meraviglioso, ha tarpato le ali della squadra di Conte, ora chiamata comunque ad affrontare un altro mini terremoto interno. Prima Lisbona e il 2-0 subito dal Benfica, poi Udine: non è più una schiacciasassi.
Certo, gli azzurri possono tornare a dare continuità, e magari a strappare un altro successo che riempirebbe la bacheca. Ecco, proprio col Milan, il Napoli è chiamato a cambiare la traiettoria della sua stagione. Inizia la Supercoppa e inizia tra azzurri e rossoneri. I più delusi dall’ultimo weekend.
5) Sprofondo Viola
Poi c’è lo sprofondo viola. Tutto era organizzato per portare a casa la prima vittoria stagionale: al Franchi arrivava il Verona, con tanto di scontro diretto, per un’ambizione praticamente al massimo. Eppure… eppure niente. La Fiorentina è caduta all’ultimo minuto e il modo in cui è caduta ha aumentato i decibel della disfatta. Il rumore si è fatto davvero assordante. E la panchina di Vanoli, come quella di Pioli prima, inizia più seriamente a tremare.
La Fiorentina darà ancora due partite al tecnico ex Toro, quelle in cui spera di raddrizzare la situazione: la Viola affronterà il Losanna e l’Udinese domenica sera, nuovamente in casa. Può arrivare la ripartenza?


