“Si gioca troppo” è una delle frasi più ricorrenti e inflazionate degli ultimi anni. Ricorrenti, perché tra calciatori (Courtois, Kroos, van Dijk) e allenatori (Ancelotti, Sarri, Klopp) la denuncia diffusa è quella di mettere a rischio la qualità del gioco e la salute dei suoi interpreti. Non ci addentriamo nel tema, che ci porterebbe fuori dal seminato.
Rimaniamo però sul dato di fatto inconfutabile: la FIFA – nonostante non organizzi la maggior parte delle attrazioni del parco a divertimento calcistico – ha annunciato per il 2026 una possibile soluzione, almeno nell’ottica delle partite in nazionale. Vale a dire una pausa più lunga e unica tra settembre e ottobre, passando dalle quattro attuali a tre.
La denuncia della FIFpro Europe
Tutto è nato quando nel 2025 sono arrivati in sede FIFA alcuni documenti protocollati contenenti un reclamo a tema calcistico. Lo avevano firmato FIFpro Europe, sezione continentale del sindacato internazionale dei calciatori professionisti, e le leghe calcistiche nazionali europee. Concretamente, sindacati e leghe lamentavano che «l’eccessiva saturazione del calendario calcistico internazionale [mettesse] a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e [minacciasse] la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali, apprezzate da generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo».
«L’azione legale – si legge ancora – si inserisce nel contesto delle diffuse preoccupazioni espresse pubblicamente dai calciatori sull’impatto che un calendario calcistico insostenibile ha sulla loro salute, sul loro benessere e sulla longevità delle loro carriere». Il famoso e vetusto “si gioca troppo” di cui sopra, insomma.
La risposta della FIFA
Ecco allora che nel rispondere a questi documenti, qualche settimana fa la FIFA ha annunciato che dal 2026 le due pause nazionali di settembre e ottobre verranno accorpate in un’unica pausa più lunga, dal 21 settembre al 6 ottobre, durante la quale le squadre potranno giocare fino a quattro partite, rispetto alle due attuali. Questa decisione è volta a ridurre i viaggi dei calciatori e a dare più tempo ai commissari tecnici per lavorare con le proprie nazionali. Quindi: una pausa più lunga, due partite in più nella stessa pausa (2+2=4) ma anche più riposo per i calciatori, i veri protagonisti della contesa giudiziaria.
L’esperimento, che dovrebbe durare fino al 2030, nasce dall’esigenza di rispondere al calendario del prossimo Mondiale nel 2026, che potrebbe comprimere di molto il calendario. Non sono tuttavia da escludere ulteriori accorpamenti rispetto alle successive pause, al momento non menzionate dal provvedimento FIFA.
Per ora, si rimane come sappiamo. Mentre leggete questo articolo siamo nel pieno della seconda delle quattro pause stagionali. La prima è andata dall’1 al 13 settembre, la seconda quella attuale dal 7 al 18 ottobre, la terza dal 10 al 22 novembre e l’ultima, la quarta, dal 23 marzo al 4 aprile. Le uniche soste a subire cambiamenti saranno quelle di settembre e ottobre (unite in un’unica maxi-sosta), per le successive non cambierà nulla.


