Il grande fascino, le super sfide, ma anche qualche problemino di troppo che la Juve potrebbe incontrare sul proprio cammino. E allora, rieccoci: bentornata Champions League, sebbene manchino ancora un po’ di giorni al ritorno definitivo. La più bella competizione europea è pronta a rivivere un anno devastante, dal punto di vista dell’immagine e dal punto di vista dello spettacolo offerto. E sì, ci saranno pure i bianconeri, qualificatisi nell’ultima giornata della scorsa Serie A, strappando il quarto posto – ultimo utile – per disputare le grandi notti della Champions. Com’era andata, l’ultima volta? Dopo aver superato la prima fase formato campionato, sfiorando quasi le prime otto, la Juventus allora di Thiago Motta è stata eliminata dal Psv Eindhoven nella parte playoff.
Dopo il sorteggio del 28, alla formazione di Tudor sono capitate otto squadre molto diverse, ma abbordabili. Real a parte, s’intende. L’obiettivo dei bianconeri deve così farsi quello di provare a passare subito agli ottavi di finale: le possibilità ci sono, a prescindere dai dubbi accumulati dall’ultimo mercato e in generale da stagioni – cinque – in cui la Juve non si è neanche avvicinata a primeggiare in Italia, figuriamoci in Europa. Oltre al Madrid, allenato quest’anno da Xabi Alonso, sul cammino juventino ci sono tanti ex: c’è Emre Can con il suo Borussia Dortmund, c’è Paul Pogba con il suo Monaco. Ci sono poi il Benfica (di Barrenechea) e lo Sporting Lisbona, si chiude col Villarreal, il Bodo e il Pafos. Insomma: niente di insuperabile.
1) Real Madrid
Ma partiamo dai Blancos. Che, a proposito di ex, può schierare Dean Huijsen al centro della difesa. E lo farà. Sia per la spesa fatta – 60 milioni di euro -, sia per il talento mostrato dal ragazzo olandese e successivamente naturalizzato spagnolo. Dopo Carlo Ancelotti è arrivato Xabi Alonso, che è ripartito dal 4-3-3, la cui stella è ovviamente Kylian Mbappé. Da capire cos’accadrà nelle ultime ore di mercato: il nome grosso, e in bilico, è quello di Rodrygo. Per il resto, è un Real più forte rispetto a un anno fa: è tornato Militao, è arrivato Trent dal Liverpool, c’è un Arda Guler con un altro passo e parecchio minutaggio in più. Occhio.
(4-3-3): Courtois; Alexander-Arnold, Hujsen, Militao, Carreras; Tchouameni, Arda Guler, Valverde; Vinicius, Mbappé, Bellingham. All. Xabi Alonso
2) Borussia Dortmund
Ci risiamo. Dopo l’amichevole di metà agosto, proprio con la Juventus, il Borussia torna a vivere una notte bianconera. L’ultima volta è stato in Champions, ma era un’altra avversaria, ed è un discorso che vale in fondo per entrambe. In Germania è stato decisivo Cambiaso con una doppietta, però il Borussia ha mostrato ottime individualità. Su tutte quella di Guirassy, però anche Bellingham jr, fratello di Jude. Squadra in costruzione, ma che può assemblarsi perfettamente al momento giusto.
(3-4-1-2): Kobel; Schlotterbeck, Sule, Bensabaini; Couto, Sabitzer, Gross, Svensson; Bellingham; Adeyemi, Guirassy. All. Kovac
3) Benfica
Altro grande classico delle notti juventine. Si diceva di Barrenechea. Ma si può tornare indietro a uno dei tracolli più incredibili della storia europea bianconera, con Iling Junior a sventare la minaccia di una figuraccia nel finale. Squadra forte, il Benfica. Ha battuto il Fenerbahce ai preliminari di Champions League e ha un attaccante forte, molto, come Pavlidis. Certo, bisognerà ripartire dopo l’addio del Fideo Di Maria, e la Juve ne sa qualcosa, per quanto l’argentino non sia stato proprio impeccabile a Torino. Akturkoglu si è preso la squadra sulle spalle.
(4-2-3-1): Trubin; Dedic, Otamenti, Silva, Dahl; Rios, Barrenechea; Aursnes, Barreiro, Akturkoglu; Pavlidis. All. Lage
4) Sporting Lisbona
Da una Lisbona all’altra, ma tanto alla fine la Juventus le fa tutte a Torino. Certo, con lo Sporting c’è una storia in più, cioè una diversa: per settimane ha rincorso il capitano dei biancoverdi, quel Morten Hjulmand che alla fine non è andato via, attirato dalla possibilità di restare. E rinnovare. Chissà se sarà una storia solo in standby e pronta poi a sbocciare. Di sicuro, lo Sporting è cambiato in questi mesi. L’addio di Gyokeres è stato un duro colpo. Ma c’è Suarez, davanti, con Trincao. E c’è Harder, bloccato e poi sbloccato dal Milan.
(4-4-2): Silva; Fresneda, Debas, Inacio, Mangas; Catamo, Hjulmand, Morita, Gonçalves; Suarez, Trincao. All. Rui Borges
5) Villarreal
A proposito (ancora) di giocatori passati in bianconero: qui la Juve ritrova Renato Veiga! Che a Torino ha trascorso 6 mesi di importanza siderale, poi alla fine non se n’è fatto più nulla, perché Renato, nonostante un accordo già trovato, è stato successivamente riportato a Londra, in attesa che arrivasse una chiamata in grado di accontentarlo. Dopo aver flirtato a lungo per un possibile ritorno in Italia, l’ha spuntata La Liga, in particolare il Villarreal. Ora: non sarà più quella squadra in grado di spaventare tutti in Europa, però continua a ritrovarsi tra le grandi, pur avendo una capacità di spesa chiaramente inferiore. Tradizione. E vecchie volpi: come mister Marcelino, come Pepé. E Buchanan, ex Inter.
(4-4-2): Luiz Junior; Mourino, Foyth, Veiga, Cardona; Buchanan, Gueye, Comesana, Pino; Pepè, Moreno. All. Marcelino
6) Monaco
Paul Pogba, dopo tutto il trascorso bianconero, non ha mai pensato davvero a uno scenario diverso da quello che gli si è presentato: il Monaco, il suo Monaco da qualche settimana, ha pescato ancora la Juventus. Felice di ritrovare le vibes di un tempo: sul cammino verso Cardiff, Higuain sentenziò nel Principato regalando agli juventini la seconda finale in due anni. Erano davvero altri tempi. Pure per i monegaschi, con Zakaria (altro ex) capitano, con Golovin in attacco e Minamino come elemento di disturbo offensivo. Dietro qualcosa da registrare: occhi su Dier, Teze è forte. Ma sembrano leggerini. Un super talento da seguire? Facile: Akliouche.
(4-2-3-1): Hradecky; Teze, Dier, Mawissa, Caio Henrique; Pogba, Zakaria; Akliouche, Minamino, Golovin; Balogun. All. Hutter
7) Pafos
Un direttore sportivo italiano, Cristiano Giaretta, e la prima volta in Champions League. Arrivano dal Cipro, hanno più o meno una decina d’anni di attività e possono vantare dei vecchi fuoriclasse come David Luiz. Occhio alla sorpresa Pafos, con il suo 4-2-3-1 spregiudicato, offensivo, senza nulla da perdere. L’allenatore è Carcedo: ha allenato, da vice, Valencia, Siviglia, Psg e Arsenal. Era il secondo di Emery, messosi in proprio anche al Saragozza. Dal 2023 è al Pafos. Tikitaka cipriota.
(4-2-3-1): Michail; Bruno, David Luiz, Goldar, Pileas; Sunjic, Pepè; Correia, Dragomir, Orsic; Anderson. All. Carcedo
8) Bodo Glimt
Roma e Lazio ne sanno davvero qualcosa, e non è un caso che, in casa dei norvegesi, nessuna italiana è stata mai in grado di vincere. Al Circolo Polare Artico non sarà una passeggiata. E se lo sarà, toccherà andare super coperti, per non battere i denti. Dal freddo e dalla paura. Occhio ad Hauge, ex Milan: è il più forte dell’undici del Bodo Glimt, allenato da Knutsen, all’ottava stagione sulla panchina dei gialloneri. Con risultati semplicemente pazzeschi, e con il 6-1 alla Roma di Mourinho che s’incastra nella storia.
(4-3-3): Haikin; Sjovold, Nielsen, Bjortfut, Bjorkan; Evjen, Berg, Saltries; Jorgensen, Hogh, Hauge. All: Knutsen


