Oltre al campo, c’è pure lo spettacolo del sorteggio. Riparte la Champions League. A settembre? No, ecco, in realtà l’ha già fatto a metà agosto, perché in palio ci sono gli ultimi biglietti per salire sul carrozzone da 36 squadre, con il format (di successo) sperimentato nella scorsa stagione che andrà avanti anche in questa. E allora, in bocca al lupo a chi dovrà giocarsi tanti milioni, parecchie certezze, magari l’ultimo colpo di mercato. Ci sono club come Fenerbahce e Benfica (contro), o come il Celtic, il calore del Brugge. La storia della Stella Rossa.
Passata questa fase, toccherà finalmente a quella finale: 36 squadre in un unico girone, con ogni club che avrà a disposizione 8 partite per posizionarsi almeno nel round successivo. Chi va ai playoff – dal nono al ventiquattresimo posto – e chi invece, come le prime otto, che aspetta tutti direttamente agli ottavi di finale. Insomma: come un anno fa, ma oggi con più consapevolezza. A far di conto si sbaglia sempre, perché il rischio è quello di sottovalutare le partite teoricamente più semplici.
Una volta compreso il format, ci sono però altri 5 cavilli particolari. Praticamente curiosità. E le scopriamo qui in basso.
Il sorteggio ibrido
Ricordate quando la mano muoveva le palline e tutto era affidato magari a una superstar del calcio che si prestava al gioco? Ecco, quante volte le reazioni sono diventate virali. Totti che pesca il Barcellona per la Juventus, e Buffon che se la ride in sala, ringraziandolo ironicamente. Anche stavolta il sorteggio partirà manualmente, le 36 squadre saranno estratte con delle palline fisiche, una per una, in quattro fasce. Subito dopo, però, un software automatizzato seleziona gl8 avversari per ciascuna squadra, due per fascia, uno in casa e un altro in trasferta. Il tutto sarà mostrato sullo schermo, per una sorta di fusione tra tradizione e digitale.
Il ricorso al digitale
Ma perché siamo arrivati a questo punto? Applicando il meccanismo del passato – con tre gruppi da sorteggiare – rispetto al nuovo formato, richiederebbe infatti quasi mille palline e 36 urne: un disastro. Il processo diventerebbe infatti interminabile, portando l’eventuale calendario a essere stilato dopo più di quattro ore. Con questa trovata, l’Uefa ha ridotto sensibilmente il minutaggio della cerimonia: 35 minuti, un po’ come prima, però con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. E con maggiore chiarezza.
Il controllo anti-frode
Chiarezza che arriva pure per maggiori controlli. Del resto, le teorie complottiste sui sorteggi della Champions si sono sprecati, in particolar modo per le grandi d’Europa – ogni riferimento al Real Madrid… -, dunque per eliminare le contestazioni alla radice l’Uefa ha ben pensato di affidarsi a una società chiamata AE Live. L’azienda britannica è specializzata in questo tipo di controllo, ha sistemi rigidi e interni, con dispositivi finalizzati all’anti-hacking. Dunque, l’intero procedimento viene modificato e poi auditato da Ernst&Young, così da garantire equità e casualità. E che il sorteggio venga insomma formalizzato in maniera regolare.
Le restrizioni sugli avversari
Come un anno fa, nessun club potrà affrontare nella fase a girone le squadre della stessa nazione. Sul tabellone finale ogni squadra potrà invece competere con al massimo due avversarie provenienti dallo stesso Paese. Il software utilizzato tiene naturalmente conto di questi vincoli durante i sorteggi, assicurandosi così che le combinazioni siano possibili senza fermarsi in situazioni di stallo.
Il calendario a scacchiera
Nel nuovo sorteggio, l’Uefa ha pensato anche alla disposizione temporale delle partite. C’è stata così l’introduzione di un algoritmo che non solo determina gli avversari, ma definisce come e quando, senza sbagliare. L’obiettivo è evitare che le squadre dello stesso Paese giochino nello stesso giorno, o che due big match si possano sovrapporre. Per capirci: Real Madrid e Barcellona, oppure Juventus e Inter, saranno sempre collocate in fasce orarie o giornate differenti per massimizzare l’audience e la distribuzione televisiva.


