Resistere alle bad beat è uno dei segreti dei grandi giocatori di poker. Chi riesce a resettare mentalmente lo “scoppio”, si mette nelle condizioni giuste per continuare a giocare in modo profittevole. A patto, ovviamente, di non essere stato eliminato proprio in quella azione imparabile.
Lo sa bene Motoyuki Mabuchi, giocatore giapponese ma probabilmente residente negli Stati Uniti, dal momento che i suoi 63 itm (per $726k incassati) sono tutti “a stelle e strisce”. L’azione che lo ha visto sfortunatissimo protagonista è senza dubbio una delle peggiori bad beat nella storia del poker.
Siamo nel 2008, al Main Event delle World Series Of Poker. Il “Moneymaker effect” ha già lasciato il segno: quell’edizione del più importante torneo di poker al mondo conta infatti 6.844 partecipanti. Nessuno, però, è ancora in the money.
L’azione è presa al river, e quindi non sappiamo come si è svolta sulle street precedenti. Possiamo però fare alcune ipotesi, conoscendo le hole cards, quelle del board e le posizioni dei giocatori.
Motoyuki Mabuchi agisce da mid position e quasi sicuramente rilancia preflop con A♣A♠ in mano. In posizione di Bottone c’è lo statunitense Justin Phillips, protagonista di un ottimo 15° posto al PCA Main Event nel gennaio di quell’anno (torneo vinto poi da Bertrand Grospellier). Phillips ha K♦J♦ e, presumiamo, chiama il raise di Mabuchi.
Il flop porta A♥9♣Q♦. Il player nipponico ha settato gli Assi e probabilmente punta, seguito dal call dell’americano. Potrebbe anche aver checkato per intrappolare il suo avversario, ma l’esito rimane invariato: tutti e due si ritrovano al turn.
La quarta carta del board, un 10♦, cambia tutto. Phillips ha chiuso scala Broadway (da Asso a Dieci), e può addirittura migliorarla al river in un colore (7 out), in una scala colore (un out, il 9♦) o nella scala reale (un out, l’A♦).
Come avranno giocato al turn i due contendenti? Le opzioni sono tante. Bet del giapponese, raise di Phillips e call finale di Mabuchi. Oppure check-call di quest’ultimo. E ancora, una bet-call o addirittura un doppio check con l’americano che prova la trappola. Comunque sia andata, dopo la quarta carta del board sappiamo che Justin Phillips è avanti 82%-18%, mentre al flop era in svantaggio 16%-84%.
Tuttavia, il giapponese può ancora ribaltare la situazione: ha 9 out, 3 per ciascuna carta del board con l’eccezione dell’Asso di quadri. In quel caso, infatti, Mabuchi chiuderebbe poker ma Phillips lo batterebbe con la scala reale. Una situazione più unica che rara, perché nel Texas Hold’em la probabilità di chiudere scala colore è di 30.939 a 1.
Il river porta proprio l’A♦.
Motoyuki Mabuchi fa check e poi va all-in sulla bet di Phillips, dicendo “let’s gamble“, cioè “rischiamo” ma la sensazione è che sia ironico, pensando di aver vinto il piatto con il poker di assi! Il suo avversario non deve fare altro che chiamare.
E’ la peggior bad beat di sempre? Probabilmente no, perché è successo di vedere scala colore over scala colore, ad esempio. Ma se pensiamo che Mobuchi, di fronte a una carta di quadri che non sia l’asso, avrebbe forse solo chiamato la bet di Phillips o magari avrebbe addirittura foldato il suo set, allora siamo di fronte al mono out che ti elimina dal Main Event WSOP e fa urlare vendetta, anzi Banzai!
E invece il giapponese si alza in piedi, osserva la mano, rimane basito per un attimo e poi scuote la testa. Alla fine la prende bene e si allontana dal tavolo senza fare scenate. Justin Phillips, invece, esplode in un fragoroso “WOW!”.
Il video dell’azione è su YouTube, ma lo riportiamo anche qui.
Grazie a quella mano pazzesca, lo statunitense chiuderà al 665° posto, su 666 pagati, per un payout di $21.230. Ad oggi vanta 35 in the money, per 245k incassati.
Infine, qualche curiosità sul torneo. Il Main Event WSOP 2008 si è concluso con la vittoria di Peter Eastgate, una meteora del poker, anche se con grandi capacità. Il danese è sparito dalla scena pokeristica pochi anni più tardi per motivi (gravi) che abbiamo raccontato in un precedente articolo.
Ci sono stati quattro giocatori italiani che sono andati a premio in quel Main Event, veri e proprio pionieri del TH nel Belpaese. I loro nomi: Alioscia Oliva (612°), Francesco De Vivo (503°), Vito Branciforte (101°) e Davor Lanini (81°).
Immagine di testa credits PokerNews