È quantomeno complicato, allo stato attuale delle cose, immaginare la Fiorentina che verrà (stagione 2025/26). Non tanto per gli acquisti in entrata – alcuni, come vedremo, già compiuti e di un certo peso – né per alcune incognite in uscita – su tutte Moise Kean, che sembra destinato all’addio – quanto perché l’allenatore, Stefano Pioli, c’è ma non c’è ancora.
Da giorni si parla del suo annuncio, dell’inizio ufficiale dei lavori che prepareranno il cantiere Viola per il prossimo anno. Ma intanto, ancora niente. Certo, si tratterebbe di formalità, ma nell’estate in cui Palladino ha dato le scioccanti – perché inattese – dimissioni e Pradé mai come questa volta è sembrato sul punto di saltare, pensare al congiuntivo, in casa Fiorentina, è una cautela per la salute dei tifosi. Che intanto però, tra certezze e sogni di mercato, possono già sognare un’altra stagione.
La formazione della Fiorentina 2025/26
Fiorentina, modulo 4-3-3 – all. Stefano Pioli
Gli acquisti ufficiali della Fiorentina
Tra importanti ritorni dai prestiti (vedi Viti, maturato ulteriormente all’Empoli, anche se ancora di proprietà del Nizza; ma anche Ikoné e Sottil, che potrebbero far parte della rosa il prossimo anno), tra prestiti controriscattati (Gudmundsson su tutti, per 13 milioni) e altri sui quali invece si è preferita la canonica stretta di mano (Colpani, Cataldi, Folorunsho, Adli, Zaniolo), la Fiorentina ha già incassato 28 mln per Gonzalez dalla Juventus, 17.5 per Kayode dal Brentford, 12 per Amrabat dal Fenerbahce e 100.000€ dal Torino per l’ex capitano Biraghi. Chi è arrivato?
Sono arrivati i controriscatti di Gudmundsson, come detto, e il pagamento delle rate finali (obbligatorie) per Gosens (7 mln) e Fagioli (13.5 mln). Gli unici due nuovi nuovi acquisti sono dunque Jacopo Fazzini, 22enne centrocampista ex Empoli, che porta tanta qualità in un reparto che tra partenze e lacune ne aveva bisogno, e Edin Dzeko, a parametro zero, dal Fenerbahce. Un giocatore di grande esperienza che va dunque a completare un attacco che, per ora, abbiamo ipotizzato senza Moise Kean – destinato all’Arabia Saudita – ma anche senza il suo sostituto, che certamente sarebbe un nome pesante in caso di partenza dell’italiano.
I sogni di mercato
Sono tanti i sogni di mercato della Fiorentina, quasi tutti legati al futuro di Moise Kean. È infatti l’attacco il ruolo dell’undici nel quale l’acqua sembra bollire maggiormente.
Stando alle nostre fonti, Pioli vorrebbe una squadra più qualitativa di quella lasciatagli in eredità da Palladino e chiede dunque un attaccante non per forza bomber come Moise, ma dalla qualità tecnica superiore, che sappia dialogare coi compagni – alla Dzeko, per intenderci, ma con qualche anno di meno. I nomi in questo senso sono su tutti Pio Esposito (vale 25 milioni e ha 20 anni), il fratello Sebastiano sullo sfondo (ne vale 15), ma anche Shpendi (22enne del Cesena, vale 6 milioni) e il colpo esotico Ioannidis, greco (dal Panathinaikos, già in orbita Lazio, vale 20 milioni).
Gli altri ruoli del campo che Pioli vorrebbe ulteriormente rafforzare sono quello dei terzini – Zanotti rimane in orbita, specie se Dodo dovesse andare via; si valuta da vicino anche Nuno Tavares, ma la Lazio spara alto – e del centrocampo. Fazzini ha già portato qualità, ma si segue da vicino anche Fabbian (22enne del Bologna, vale 13 mln) e Bernabé, piccolo fuoriclasse del Parma dalla valutazione superiore ai 15 milioni di euro.
Punti di forza e di debolezza della Fiorentina
Come abbiamo detto, è difficile, a inizio luglio, ipotizzare i punti di forza e di debolezza di una squadra il cui mercato è in continua evoluzione. Sicuramente possiamo dire che Pioli, rispetto a Palladino, adopera la difesa a 4, non quella a 3. Dunque, dietro, qualcosa potrebbe essere ritoccato. Anche perché i terzini al momento sono 3, con il giovanissimo Fortini (2006) che, pur bravo, non può offrire le garanzie che vorrebbe Pioli per una stagione al vertice in Europa e in Italia.
Qualcosa verrà toccato anche in attacco, perché Gudmundsson e Beltran da soli non possono fornire la qualità necessaria all’appoggio all’unica punta, ammesso e non concesso che Pioli utilizzi il 4-3-2-1. In passato, questo è stato il suo marchio di fabbrica, ma vedremo.
La Fiorentina dunque, che rimane una squadra dalla rosa profonda, deve fare qualcosa in più sul mercato se vuole regalarsi una stagione importante. Dietro la squadra è completa, ma può migliorare. A centrocampo lo stesso, anche se questa sembra essere la zona di campo meglio rifornita. Davanti, come detto, la partenza di Kean potrebbe muovere una giostra già in azione per regalare a Pioli un altro trequartista e una punta forte, oltre Dzeko. Le squadre di Pioli si basano sulla proposta offensiva, non sulla tenuta difensiva. È dunque lì davanti che la debolezza attuale della rosa deve trasformarsi in punto di forza.
