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Si interrompe al secondo turno il cammino nel WTA di Praga di Camila Giorgi che perde in due set contro Elise Mertens, testa di serie numero 3 del torneo ceco

La lunga battaglia di martedì si è fatta sentire sulle gambe e sulla resistenza di Camila Giorgi: la tennista azzurra, dopo aver lottato ieri per oltre due ore di partita per spuntarla contro l’ucraina Kostyuk, è stata battuta in due set per mano della belga Mertens che approda così ai quarti di finale del WTA di Praga, il secondo in programma nel post-lockdown al pari di Lexington, dopo il primo di Palermo disputato settimana scorsa. Eppure è la Giorgi a partire forte, con un break nel secondo game che le permette di salire sul 2-0 e servizio ma la Mertens reagisce strappando il servizio nel terzo game riportando poi il match in parità. Nel settimo game, durato 22 punti, la Giorgi cede il turno di servizio dopo aver annullato tre break point, capitolando così fino al 6-4 finale.

Il primo parziale va così appannaggio della Mertens dopo un’ora di match e sostanzialmente rappresenta il colpo di grazia sulle speranze della Giorgi che perde il servizio nel terzo e nel settimo game e si arrende al primo dei tre match point consecutivi in favore della belga dopo un’ora e 45 minuti di match. Numeri alla mano, è stata una partita negativa per la Giorgi, che ha annullato 5 palle break su 9 concesse e vinto solamente il 29% di punti sulla seconda di servizio, con 7 doppi falli e appena 5 punti vinti sulla prima di servizio avversaria su 33. Si conclude al secondo turno il cammino dell’azzurra che però appare più centrata rispetto al passato, come testimoniato anche dalla semifinale raggiunta a Palermo: dopo essersi ritrovata anche fuori dalle 100, ora Camila si attesta attorno alla 70° posizione, ben lontana dal best ranking (26) ma comunque in una posizione che le permette di evitare le qualificazioni e partire direttamente dal main draw, sebbene visto il field di partenza del WTA di New York (ultimo torneo sul cemento americano prima degli US Open) c’è il rischio che non riesca ad accedere al MD senza dover ricorrere alle qualificazioni.

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