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Il carattere indomito ed una grande tecnica lo hanno reso uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. Ha vinto 109 tornei ed è stato lungamente il nunero uno al mondo

Jimmy Connors è stato, senza ombra di dubbio, uno dei più forti tennisti di tutti i tempi. Bastano un paio di numeri per capire la grandezza dell’atleta nato a East T. Louis il 2 settembre 1952: ha vinto 109 tornei, ha disputato quindici finali dei tornei del Grande Slam nel singolare, vincendone ben otto oltre a due titoli conquistati nel doppio. E’ stato uno dei tennisti che hanno occupato più a lungo il primo posto nella classifica mondiale. Nel periodo che va dal 1974 al 1978 è sempre arrivato alla fine dell’anno al comando della classifica, un record che poi fu battuto da uno dei suoi più acerrimi rivali: Ivan Lendl. Jimmy Scott Connors, conosciuto in tutto il mondo col nomignolo di “Jimbo” è stato in grado di proporre un tennis che, allo stesso tempo, era esempio di eleganza e di potenza. Colpi precisi al millimetro, quelli effettuati col suo imprendibile mancino. Indiscusso protagonista negli anni Settanta, Jimmy Connors stupì gli addetti al lavori quando, all’inizio degli anni Ottanta, si ripresentò alla porta principale del tennis mondiale, tornando al numero uno della classifica per altre tredici settimane. La storia sportiva di Jimmy Connors inizia a Belleville, nell’Illinois quando, allenato dalla mamma, partecipa all’U.S. boys’ 11-and-under. E’ il 1961, il bimbo ha nove anni ma il talento già inizia a farsi vedere. Da lì a poco, “Jimbo” incontra Pancho Seguro ed inizia il suo cammino verso i massimi livelli del tennis. Piano piano il tennista statunitense completa il suo repertorio: al micidiale rovescio a due mani unisce anche la precisione del colpi da fondo campo e discese a rete che erano quasi sempre sinonimo di punto a favore. Dote eccellente di Connors fu la capacità di giocare d’anticipo in modo da imprimere potenza e traiettorie imprendibili alla palla. Questa tendenza gli permise di ottenere spesso punti già nella risposta al servizio dell’avversario. Tennista completo, visse da vero atleta e fu ripagato dal fisico che gli permise di giocare al top fino a quarant’anni. Questo grazie anche ad un carattere indomito che gli permise di far fronte con successo a diverse situazioni difficili. La leadership di Jimmy Connors assume un rilievo ancora maggiore se viene rapportata al periodo: erano anni in cui tanti tennisti si affacciarono ai vertici mondiali. Avversari con i quali Connors disputò epici match. La mente corre, ad esempio, al quarto di finale disputato con Andre Agassi agli Us Open nel 1989, cinque set di spettacolo allo stato puro. Ciò che Connors non riusciva proprio a “digerire” erano le severissime regole imposte ai tennisti dal galateo. Sulle orme di ciò che aveva provato a fare Ilie Nastase per sparigliare un po’ le carte, Connors andò anche oltre. Ricevette numerosi richiami allorquando, segnato un punto, si lasciava andare a gesti plateali e grida. O, ancora, non mancò di sottolineare con vibranti proteste valutazioni fatte dai giudici e con le quali non si trovava d’accordo. Atteggiamenti che lo resero impopolare tra i tifosi che, però, non poterono evitare di applaudire, apprezzare ed amare un tennista che col passare degli anni lasciò spazio esclusivamente al suo divino modo di giocare. Jimmy Connors si è ritirato nel 1996 dopo aver vinto tre titoli nel 1974 (Australian Open, Wimbledon e US Open), gli Us Open nel 1976 e nel 1978 (battendo sempre in finale lo svedese Borg), Wimbledon e gli US Open nel 1982 (battuti rispettivamente Mc Enroe e Lendl) e gli US Open del 1983 ancora al cospetto di Lendl. Nel suo palmares fa bella mostra anche la Coppa Davis che vinse con la squadra degli Stati Uniti nel 1981. La vita privata di Jimmy Connors è legata a doppio filo a quella di un’altra tennista di chiara fama: Chris Evert. I due fecero coppia fissa per diverso tempo (giocarono anche alcuni torneo di doppio misto) ed annunciarono il loro matrimonio per l’8 novembre del 1974. Il matrimonio però fu prima rinviato e poi annullato. I due annunciarono la fine della loro relazione l’anno successivo a Wimbledon, prima di iniziare il torneo. Connors ha poi dato una sia versione nell’autobiografia che uscì nel 2013, sostenendo che la relazione si guastò quando la Evert, in attesa di un bambino, decise col suo compagno di interrompere la gravidanza.

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