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La Champions League è, ad oggi, la competizione calcistica più seguita e che offre maggiore spettacolo. Ma come è nato il torneo che mette di fronte le migliori squadre d’Europa? Come in molti degli eventi che hanno segnato la storia d’Europa negli ultimi secoli, alla base ci sono la presunzione degli inglesi e la conseguente risposta piccata dei francesi. 

Il calcio europeo nel Dopoguerra

Nel decennio successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Europa si stava risollevando dalle macerie create dal conflitto, fisiche e morali, e stava creando quell’idea di Comunità Europea che avrebbe assicurato pace e prosperità al continente dopo la ricostruzione. 

A livello calcistico le ostilità tra i diversi paesi si trasferirono, in forma decisamente più pacifica e festosa, sui campi da calcio, attraverso una serie di amichevoli e tornei estemporanei tra le maggiori squadre di club. 

L’apoteosi del calcio europeo del dopoguerra si ebbe nei Mondiali di Calcio del 1954 in Svizzera, dove la Germania Ovest si laureò campione del mondo dopo un’incredibile finale, passata alla storia come Il Miracolo di Berna, vinta contro la leggendaria Ungheria di Gustav Sebes

Nel frattempo nel paese degli inventori del calcio il Wolverhampton di Billy Wright dominava la scena e, fregiandosi del titolo di Campioni d’Inghilterra, ospitava in una serie di amichevoli vittoriose altri campioni internazionali come il Celtic Glasgow, il Racing De Avellaneda, lo Spartak Mosca, il Maccabi Tel Aviv o il First Vienna.  

La sequela di vittorie contro questi prestigiosi ospiti esaltò il tifo dei Wolves, e l’eccitazione aumentò con l’annuncio che il successivo ospite di caratura internazionale che avrebbe fatto visita allo stadio Moulineaux sarebbe stato l’Honved, campioni di Ungheria, che contavano tra le loro fila Ferenc Puskas e tutta l’ossatura di quella Ungheria che era universalmente riconosciuta come la squadra nazionale più forte del mondo, almeno fino alla finale mondiale di Berna. 

Solo un anno prima la nazionale magiara aveva umiliato l’Inghilterra, sconfiggendo la nazionale dei Tre Leoni per 6-3 a Wembley e poi sommergendola sotto un’ulteriore pioggia di gol nel 7-1 di Budapest. 

Wolves-Honved 3-2 e l’esaltazione inglese

Il 13 dicembre 1954 va in scena la partita più prestigiosa per i supporters dei Wolves: The Old Gold vs. The Mighty Magyars. La cornice è quella delle grandi occasioni, anzi, degli eventi storici: diretta nazionale sulla BBC, più di 60mila persone allo stadio. 

Pronti, via, e gli ungheresi si portano in vantaggio grazie ad un colpo di testa di Kocsis su una punizione pennellata da Puskas. Al 14°, gli inglesi sono sotto di 2 gol dopo il gol di Machos in contropiede. 

Si va all’intervallo sul doppio vantaggio dell’Honved ed i sudditi di sua Maestà sono ammutoliti allo stadio e nelle case raggiunte dal servizio televisivo. Si palesa lo spettro di una nuova umiliazione per mano magiara.  

Al rientro in campo un rigore più che dubbio firmato da Hancocks permise agli inglesi di accorciare le distanze, e negli ultimi 15 minuti della partita la doppietta di Swinbourne trasformò la paura per la disfatta nell’estasi per il successo più prestigioso, che ripagava gli inglesi dell’umiliazione subita per mano della nazionale ungherese. 

Campioni del mondo oppure no?

Sull’onda dell’entusiasmo, il Daily Mail uscì in edicola con un titolo roboante: “Wolverhampton campione del mondo dei club”. Come da tradizione, i primi a contestare l’autoreferenziale primato attribuitosi dagli inglesi, furono i francesi. L’Equipe, per tutta risposta, titolò a tutta pagina “No, il Wolverhampton non è ancora il campione del mondo dei club!”, dando vita ad un vivace dibattitto sulla stampa sportiva internazionale su quale fosse la squadra più forte del mondo a livello di club. 

Il dibattito coinvolgeva, oltre il Wolverhampton e l’Honved, anche il Real Madrid di Di Stefano e il Milan di Niels Liedholm. Le competizioni internazionali giocate fino a quel momento, come la Coppa Latina o la Mitropa Cup, non erano mai completamente inclusive ed avevano carattere decisamente estemporaneo. 

Dalle pagine dell’Equipe, il direttore Gabriel Hanot, con il supporto del presidente del Real Madrid Santiago Bernabeu, intraprese una campagna per convincere la UEFA ad istituire una competizione che mettesse a confronto tutte le migliori squadre d’Europa su base regolare. La prima edizione della Coppa dei Campioni d’Europa prese il via nel 1955, con la sfida tra Sporting Lisbona e Partizan Belgrado, clamorosamente snobbata dagli inglesi.

Dopo il grande successo di quella prima edizione, che vide la vittoria del Real Madrid di Gento e Di Stefano (e che negli anni successivi si sarebbe ripetuto altre quattro volte, accogliendo in squadra ex avversari come Puskas e Kopa), anche gli inglesi si convinsero a partecipare, e via via tutte le federazioni europee, fino all’adesione dell’Unione Sovietica nel 1966. 

Certo, l’idea di un Campionato del Mondo, o almeno d’Europa, per club, più esteso, più significativo, e meno episodico della Mitropa Cup, e più originale di un Campionato d’Europa per squadre nazionali, merita di essere lanciata. Noi ci proveremo. 

Gabriel Hanot

Con un pubblico medio di circa 400 milioni di spettatori per le ultime finali di Champions League, si può dire che l’idea valeva la pena di essere perseguita e che il tentativo di Hanot sia decisamente andato a buon fine. Anzi, prossimamente la FIFA lancerà un vero e proprio Campionato del Mondo per Club, che andrà a sostituire il Mondiale per Club giocata finora, che coronerà del tutto il sogno di Hanot.