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Le rivalità nel mondo dello sport non sono certo una novità, ne abbiamo viste praticamente di ogni tipo. Ma se parliamo di pattinaggio su ghiaccio, nessuna come quella tra Tonya Harding e Nancy Kerrigan è andata così oltre. Oltre allo sport, oltre al buon senso. Sfociando in vera e propria cronaca nera.

Tonya e Nancy

Se da una parte Tonya Harding vive in una famiglia particolarmente disagiata passando un’infanzia non piuttosto difficile, dall’altra nemmeno Nancy Kerrigan arriva da un ambiente molto agevolato, con i pochi soldi a disposizione che costringono il padre a grandi sacrifici lavorativi per vederla allenare al meglio.

Ma la prima differenza tra le due forse nasce proprio da questo. Il sostegno di famiglia e allenatori per Nancy, un rapporto davvero complicato con la madre per Tonya.

Sul ghiaccio poi, non potrebbero essere più diverse. Elegante e aggraziata, Nancy riusciva a impressionare positivamente i giudici con il suo stile. Tonya viceversa, puntava tutto sulla sua forza fisica e la grandissima capacità nei salti, cosa che le permesse poi di essere la prima americana a eseguire un “Triplo Axel” in una competizione ufficiale.

Facile quindi pensare che le due ragazze non si amassero particolarmente, ma niente avrebbe portato a immaginare quello che sarebbe successo.

Carriere a confronto

Per parlare di quello che accadde il 6 Gennaio 1994, dovremo prima fare un passo indietro e vedere come le due pattinatrici sono arrivate a quel momento.

La sfida si accende soprattutto da inizio anni novanta, quando cominciarono a giocarsi i posti che contavano sia nei campionati nazionali, sia a Olimpiadi e Mondiali.

Nel 1991 la Harding visse il suo anno migliore, vincendo i Nazionali (con la Kerrigan terza) eseguendo proprio in quell’occasione per la prima volta il Triplo Axel, e attivando poi seconda ai mondiali (ancora terza la rivale).

Il momento felice fu però di breve durata perchè paradossalmente proprio da allora partì il suo declino. Nella stagione successiva in ogni competizione arrivò sempre almeno un passo dietro la Kerrigan: seconda e terza ai nazionali, terza e quarta alle Olimpiadi, seconda e sesta ai mondiali.

Il 1993 fu ancora peggio del resto, sia sul piano sportivo (la Kerrigan vinse addirittura i nazionali mentre Tonya finì fuori dal podio per poi non partecipare nemmeno ai mondiali), sia sul piano umano dove visse tutte le problematiche del divorzio con Jeff Gillooly.

E poi, poi arrivo il 1994.

Il “Caso Kerrigan”

E qua usciamo totalmente dal contesto sportivo, perchè quello che accadde in quel gennaio riguarda principalmente un folle gesto di cronaca.

Nancy Kerrigan infatti si trova a Detroit in quel momento, allenandosi per le Olimpiadi che sarebbero partiti a Lillehammer da lì a un paio di settimane. La sera del 6 Gennaio viene aggredita da un uomo che tentò di romperle le gambe con una spranga (riuscendoci solo in parte).

Solo pochi giorni dopo l’FBI era già sulle sue tracce su quelle di Shawn Eckhardt (che aveva contatti con l’aggressore vero e proprio, Shane Stant), il manager di Tonya che venne subito interrogato coinvolgendo nella torba vicenda anche l’ex marito della pattinatrice, Jeff Gillooly, che a sua volta fa anche il nome di Tonya come complice. Una catena di scarico di responsabilità che fece trapelare anche tratti piuttosto surreali della vicenda, poi ripresi in pieno anche dal film dedicato a “Tonya” uscito qualche anno fa (con Margot Robbie nei panni della pattinatrice).

Nel pieno dell’indagine, a livello sportivo Tonya conquista la prima posizione nei campionati nazionali che valgono anche come qualificazione per l’Olimpiade, mentre per Nancy (impossibilitata a partecipare) viene comunque concesso un permesso per andare ai giochi appena ripresa dall’infortunio procurato.

E qua il destino (o il Karma) riserva un’amara sorpresa per Tonya. A Lillehammer infatti Nancy riesce a cogliere il secondo gradino del podio, lasciando invece alla Harding un’amarissimo ottavo posto, condito anche con una sceneggiata storica per un laccio rotto che le aveva fatto sbagliare la prima prova (poi ripetuta, ma scarsamente valutata dai giudici).

Ma è solo un anticipo di quello che le spetta dopo. Malgrado le sue continue dichiarazioni di estraneità dall’aggressione, vengono trovate nuove prove che la inchiodano alle sue responsabilità in merito (un biglietto scritto di suo pugno con i dettagli di dove trovare la Kerrigan quella notte) ed è costretta a patteggiare una multa di 160 mila dollari per evitare il processo.

Le conseguenze

Una vicenda torbida e triste quella dell’aggressione alla Kerrigan, che di fatto lascerà strascichi negativi su tutti i personaggi coinvolti.

L’ex marito Jeff Gyllooly venne condannato a 24 mesi di reclusione, come primo ideatore del fattaccio. Per il manager Eckardt furono diciotto invece i mesi passati in galera, ma una volta uscito le cose gli andarono anche peggio dato che morì giovanissimo a soli quarant’anni.

Per Tonya invece la carriera di pattinatrice finì ovviamente dopo quell’Olimpiade, bandita a vita dalla Federazione di pattinaggio che le revocò pure il titolo nazionale vinto (oltre a impedirle di insegnare). Tentò con scarsa fortuna di reciclarsi come attrice, come cantante e come boxer. Ma nulla di tutto questo andò bene e alla fine fu ricordata più per altri guai con la legge che per altro.

Ironia della sorte, anche Nancy Kerrigan smise di fare competizioni ufficiali dopo la medaglia d’argento di Lillehammer, dedicandosi esclusivamente a eventi non competitivi. La vita però riserva a Nancy la sorpresa più brutta nel 2010, quando il padre che tanto l’aveva aiutata agli inizi della sua carriera da pattinatrice, muore dopo essere stato aggredito dal figlio Mark (uno dei suoi fratelli), pare per una banale lite sull’uso del telefono.

Insomma una storia che non ha un lieto fine, per nessuno.