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Se c’è una squadra che più di altre si identifica con il suo popolo, quella è senza dubbio la Fiorentina. Dentro le mura della Città, ma anche nella provincia (per tutti il contado), i supporters viola non mancano e soprattutto non fanno mai sentire sola la squadra. Città e giocatori una cosa sola: per essere di Firenze vanto e gloria, come recita l’inno della Fiorentina. Quello che colpisce, oltre all’amore sviscerato per questi colori, è la voglia di rimanere accanto alla società anche quando le cose non vanno bene.

Impossibile non pensare alla stagione 2002-2003. Pochi mesi prima il fallimento della gestione Cecchi Gori e il conseguente declassamento alla Serie C2 con l’arrivo dei Della Valle. Eppure, nonostante l’onta della quarta serie, il popolo gigliato si strinse accanto alla squadra e al Franchi la media non scendeva mai sotto i 35 mila paganti. Difficile trovare più amore nel calcio. Insomma un pubblico non avvezzo alle grandi vittorie, ma capace come pochi di amare.

Le grandi vittorie appunto. L’ultimo trofeo viola risale al 2001 con la vittoria della Coppa Italia. Da li il crack finanziario, il buio, la rinascita e quel senso di grande delusa sotto la gestione della Valle. Poi l’approdo di Commisso che sembra far sognare Firenze. E Firenze ha sognato tanto, specie fra gli anni’50 e ’60, quando sono arrivati gli unici due scudetti della storia gigliata. Nella città che esiliò Dante (mica uno qualunque) e considerata da tutti la culla del rinascimento, vincere due scudetti ha sicuramente un sapore speciale come pochi.

Il primo tricolore

La Fiorentina nasce ufficialmente nel 1926 dopo la fusione di più realtà calcistiche che già animavano il panorama Fiorentino. Ma fra promozioni, stop bellici e quanto altro, il primo scudetto si manifesta solo nella stagione 1955-56. Non è facile in quegli anni, considerando la potenza di Juve, Inter e soprattutto del Milan trascinato dal trio svedese. Insomma è una sorta di miracolo sportivo, quello che mettono in scena gli uomini di mister Fulvio Bernardini. Di quel primo scudetto, impressiona il dominio viola.

Con i due punti a successo, la Fiorentina mette assieme 53 punti, con un vantaggio di 12 lunghezze sul Milan secondo. La matematica certezza arriva addirittura con 5 turni di anticipo. Merito di Giuseppe Virgili e Miguel Montuori, la fantastica coppia d’attacco viola che contribuisce a portare lo scudetto sulle rive dell’Arno segnando rispettivamente 21 e 13 gol. Reti pesanti che lanciano la Fiorentina al primo posto. Firenze sogna in Italia e sogna anche in ambito Europeo.

Grazie al trionfo nazionale, la truppa gigliata accede alla Coppa dei Campioni. La formazione toscana sarà la prima squadra italiana a completare il cammino nella competizione, raggiungendo la finale. Purtroppo dall’altra parte c’è il “Grande Real Madrid” che si prepara a fare incetta di trofei internazionali e la Fiorentina si arrende al Santiago Bernabeu.

Il secondo squillo viola

Lo scudetto del 1968-69 ha una doppia valenza per la squadra e per la città. Solo 3 anni prima un tremendo alluvione aveva annegato letteralmente Firenze e gran parte della Toscana. Morte, distruzione, disperazione. Ma con lo spirito che contraddistingue i fiorentini, uniti ai famosi “Angeli del Fango”, la città saprà rialzarsi. Così come le aziende, gli uffici, i negozi, il turismo e le sue infinite opere. La rinascita arriva anche per la squadra che appunto nel 1968-69 porta a casa il secondo scudetto.

Sulla panchina gigliata c’è un certo Bruno Pesaola: allenatore innovativo per il calcio di quegli anni e per certi aspetti fuori dagli schemi. Un successo sicuramente più combattuto rispetto a quello di 13 anni prima, considerando che la matematica certezza arriva un turno prima della fine del campionato. Ancora una volta la formazione viola vince il campionato con una sola sconfitta al passivo. E’ il segnale che la Fiorentina e Firenze sono risorte, dopo il tragico alluvione del 1966.

Gli scudetti sfuggiti

Se in Coppa Italia la Fiorentina si difende alla grande dalle super potenze del calcio italiano, con 6 “Coccarde” in bacheca, nell’ambito della Serie A il terzo scudetto manca da 51 anni. I viola ci sono andati vicinissimi nel 1982, con il famoso pareggio a cagliari e sorpasso della Juventus negli ultimi 90 minuti della stagione. Un finale al veleno, conditi da accuse agli arbitri e con la rivalità che cresce in maniera esponenziale vs la Vecchia Signora.

L’ultimo sussulto in campionato, la Fiorentina lo ha avuto alla fine dello scorso secolo. Stagione 1998-99, con i viola che provano a mettere paura alla Lazio. Poi a febbraio, Batistuta si rompe contro il Milan e poco dopo Edmundo scappa per qualche giorno al Carnevale di Rio. È la fine del sogno, con il Milan che si traveste da antagonista della Lazio e saranno proprio i rossoneri a superare i capitolini in un altro finale vietato ai deboli di cuore.

Da quel momento in poi ci saranno tanti piazzamenti per la Fiorentina, nel mezzo il fallimento e il ritorno nel calcio dei grandi, ma la prima casella della classifica resterà un miraggio. Il neo patron Commisso ha promesso investimenti e acquisti importanti per puntare al trionfo. Vedremo se sarà in grado di farlo, mentre la città e il Franchi sognano come non mai.