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Il Pallone d’Oro, ovvero la più alta onorificenza consegnata a un singolo giocatore nel mondo del calcio. Un premio che è sempre stato sinonimo di leggenda europea, prima, e mondiale poi. Già perchè a conti fatti è solo dal 2007 che il premio viene assegnato indistintamente a qualunque calciatore meritevole tra tutti i campionati del mondo, mentre prima era solo in ambito FIFA (e prima ancora solo a giocatori europei o oriundi).

La lista, dal 1956, è lunga e ricca di praticamente tutti i grandi nomi più prestigiosi, tra cui anche qualche italiano, a onor del vero meno di quanti ne avremmo meritati. La prima volta assoluta è stato un “oriundo” che ha fatto però la storia del calcio italiano, come Omar Sivori, poi è toccato a Rivera, Rossi, Baggio e Cannavaro. Eccoli allora, i nostri fantastici quattro azzurri d’Oro.

1969 Gianni Rivera

Se si esclude la vittoria dell’oriundo Omar Sivori nel 1961, il primo calciatore italiano a vincere il Pallone d’Oro è stato Gianni Rivera nell’annata del 1969. Un talento purissimo individuato fin da subito nella sua Alessandria, che l’ha spinto subito nella mischia della Serie A facendolo debuttare a soli 15 anni (ironia della sorte, proprio contro l’Inter che sarà la sua rivale storica dalla sponda rosso nera).

Poi l’approdo al Milan nel 1960, che da quel momento sarà la sua unica casa calcistica. Nel 1969 quindi, Rivera è già un calciatore maturo e con una certa esperienza, malgrado i suoi soli 26 anni. Ma soprattutto con un palmares che proprio in quelle ultime annate aveva toccato l’apice: lo scudetto e il campionato d’europa con la nazionale nel 1968, a cui si aggiunge la sua seconda Coppa dei Campioni vinta proprio nell’anno d’oro (letteralmente).

Il Pallone d’Oro è la ciliegina sulla torta di una carriera straordinaria, conquistato peraltro proprio ai danni di un altro italiano finito soltanto 4 punti dietro secondo le votazioni del France Football (83 contro 79): Gigi Riva.

  • Gianni Rivera (Italia) – 83 – Milan
  • Gigi Riva (Italia) – 79 – Cagliari
  • Gerd Müller (Germania) – 38 – Bayern Monaco
  • Johan Cruijff (Olanda) – 30 – Ajax
  • Ove Kindvall (Svezia) – 30 – Feyenoord

1982 – Paolo Rossi

Per arrivare al bis d’oro italiano, dopo aver sfiorato la vittoria nel mentre con Mazzola e Zoff, bisogna aspettare il sorprendente “mundial” del 1982. Un premio in onore soprattutto di quei nove gol che hanno trascinato gli azzurri alla vittoria del mondiale di Spagna e che hanno dato a Paolo Rossi il nome di “Pablito” per sempre.

Una svolta epocale per la carriera di Rossi, che nei due anni precedenti aveva conosciuto anche il baratro e l’onta del calcio scommesse (erano gli anni del “totonero” che rivoluzionò il calcio italiano), che lo avevano estromesso dal calcio giocato per quasi due anni.

Molto di quel Pallone d’Oro, Paolo Rossi lo deve probabilmente a Enzo Bearzot, che incurante delle critiche e della stampa contro, lo convocò per il mondiale di Spagna nonostante avesse giocato soltanto le ultime tre di campionato con la sua nuova maglia della Juventus (contribuendo peraltro al titolo). La storia scriverà poi quanto quella decisione sia stata importante per il calcio italiano, e per pablito naturalmente.

  • Paolo Rossi (Italia) – 115 – Juventus
  • Alain Giresse (Francia) – 64 – Bordeaux
  • Zbigniew Boniek (Polonia) – 53 – Widzew Lodz/Juventus
  • Karl-Heinz Rummenigge (Germania) – 51 – Bayern Monaco
  • Bruno Conti (Italia) – 48 – Roma

1993 – Roberto Baggio

Quando si diceva che il Pallone d’Oro ha visto tra le sue fila praticamente tutti i più grandi campioni di sempre, non poteva mancare all’appello di “divin codino” italiano, Roberto Baggio.

Nell’ultimo decennio c’erano andati vicino due solidi campioni come Franco Baresi (che nel 88 arrivò secondo in un podio tutto milanista con Van Basten primo e Rijkaard terzo) e Toto Schillaci. Ma certo la classe sopraffina di Baggio è qualcosa che ci fa ancora sognare.

Nel ’93 Baggio è all’apice della sua carriera, ma nonostante tutto fino a quel momento il suo palmares è ancora a secco di titoli. La prima coppa arriverà proprio in questa stagione, con la UEFA alzata in maglia bianconera anche grazie alle sue 6 reti nella competizione (oltre alle 21 di campionato e 3 di Coppa Italia).

Per France Football questa volta è abbastanza per il Pallone d’Oro. E con ogni probabilità gli avrebbero consegnato anche quello dell’anno successivo (dove arrivò secondo), non fosse per quel rigore sbagliato nella finale mondiale contro il Brasile.

  • Roberto Baggio (Italia) – 142 – Juventus
  • Dennis Bergkamp (Olanda) – 83 – Ajax/Inter
  • Eric Cantona (Francia) – 34 – Manchester Utd
  • Alen Boksic (Croazia) – 29 – Olympique Marsiglia/Lazio
  • Michael Laudrup (Danimarca) – 27 – Barcellona

2006 – Fabio Cannavaro

Pallone d’Oro e mondiali sono sempre stati un binomio molto stretto. Spesse volte infatti l’euforia della vittoria nell’evento più importante del quadriennio, porta i giurati di France Football a essere particolarmente magnanimi (così come per chi si mette in mostra in Champions del resto).

Ebbene nel 2006 l’ambito premio non poteva che andare a uno degli azzurri trionfanti ai mondiali di Germania, e forse c’era solo l’imbarazzo della scelta. Non a caso alle sue spalle il rivale più pericoloso è stato quello stesso Gigi Buffon con cui ha condiviso la gloria dei campioni del mondo.

E dire che anche in questo caso, per entrambi si era trattato di un estate partita con il piede sbagliato, travolti da una calciopoli che sembrava mettere tutto in discussione (ancora una volta). La vittoria di Fabio Cannavaro quindi non è forse quella della spettacolarità e del talento creativo dei grandi bomber, ma certo appaga tutti quei giocatori di cuore che in campo hanno sempre dato il massimo e fatto grandi cose, anche se meno appariscenti. Non a caso uno dei pochi difensori ad essersi aggiudicato il premio.

  • Fabio Cannavaro (Italia) – 173 – Real Madrid
  • Gianluigi Buffon (Italia) – 124 – Juventus
  • Thierry Henry (Francia) – 121 – Arsenal
  • Ronaldinho (Brasile) – 73 – Barcellona
  • Zinedine Zidane (Francia) – 71 – Real Madrid