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Poco più di un mesa fa il World Poker Tour è tornato a far parlare di sé per un evento live post lockdown. Ora il tour bussa di nuovo alle porte delle pokeroom americane e lo fa con uno dei tornei più blasonati negli States. Parliamo del WPT Venetian di Las Vegas che ha riempito le sale della famosa pokeroom con un Main Event da 937 giocatori disposti a pagare un buy-in che non si può definire modesto: $5.000. Un vero e proprio exploit per la capitale statunitense del gambling, che ora ha in programma di passare da una capienza pari a circa il 30% della disponibilità massima in sala, al 50%.

E’ significativo ricordare che, agli inizi di marzo 2020, proprio il WPT era stato costretto a bloccare tre eventi: il WPT Gardens, il WPT LA Poker Classic e il WPT Borgata Winter Poker Open. Tutti erano arrivati al final table, con 18 giocatori “in cerca di un titolo” e soprattutto di una parte dei complessivi 3.8 milioni di dollari in palio.

Naturalmente la pandemia era stata la causa di quello stop. Pandemia il cui peso ancora oggi affligge il mondo ma che negli USA, e in qualche altra parte del mondo (come ad esempio a Sochi), si decide di aggirare dando nuovamente respiro a qualche attività dal vivo.

Torniamo al WPT Venetian. La kermesse ha preso il via il primo marzo e, attraverso 4 settimane di gioco (fino al 28 marzo), mette in sala un totale di 35 eventi. Ieri, intanto, è andato in archivio il torneo più importante, il già citato Main Event.

Il torneo ha letteralmente polverizzato il montepremi garantito di 1.5 milioni di dollari, mettendo a disposizione delle 118 posizioni a premio un prizepool sontuoso: $4.333.625. Tanti i big names che sono andati a segno: Lily Kiletto (110°), Jake Schwartz (99°), Ali Imsirovic (90°), Joseph Cheong (85°), Upeshka De Silva (65°), Matt Stout (53°), Eric Blair (38°), Don Nguyen (34°).

Alla fine la fetta più grossa del montepremi se l’è aggiudicata Qing Liu, battendo nell’heads-up finale il vincitore del Main Event WSOP del 2016, Joe McKeehen. Questo il payout del final table:

  1. Qing Liu – $752.880
  2. Joe McKeehen – $491.960
  3. Roland Rokita – $363.235
  4. Jack Hardcastle – $271.050
  5. Kou Vang – $204.430
  6. Trace Henderson – $155.865

Un tavolo finale sicuramente combattuto dal punto di vista del gioco, ma non privo di controversie e colpi di scena.

Cominciamo dai colpi di scena. L’inizio del tavolo finale a 7 è stato funestato dall’improvviso ricovero in ospedale di Roland Rokita. Secondo quanto twittato dal top player tedesco Fedor Holz (e riportato da Assopoker.com), il giocatore austriaco avrebbe dovuto addirittura sottoporsi ad un’operazione chirurgica d’urgenza. E’ probabile che questo non sia stato necessario, visto che Rokita è riuscito a riprendere posto al tavolo, ma il torneo ha subito un ritardo di oltre un’ora e mezza.

Il fatto più controverso riguarda invece una decisione presa dalla direzione del torneo e condizionata dalle norme anti COVID-19. L’episodio si è verificato lunedì sera, quando il torneo aveva raggiunto i 9 left. A quel punto Joe McKeehen elimina Stefan Nemetz, crackando gli assi di quest’ultimo. Il torneo scende a 8 left. Se fino a quel momento la fase precedente con 9 giocatori si era giocata su due tavoli, ora gli 8 sopravvissuti si aspettano di essere riuniti attorno ad un unico tavolo. E invece no: la direzione del torneo indica che il gioco deve continuare su due tavoli da 4, per ragioni di sicurezza. Alcuni giocatori obbiettano che al tavolo finale ci sono 8 posti tutti protetti da plexiglass e nelle fasi iniziali del torneo sono state effettivamente giocate 8-handed.

Il più vivace nelle proteste è Jared Jaffe. La ragione è legata al gioco, quindi è tecnica ma anche abbastanza chiara. In quel momento il pro americano (4,8 milioni di dollari nel suo curriculum, oltre a un braccialetto WSOP) è shortstack con 15bb. Il gioco in modalità 4-handed è naturalmente più rapido e più aggressivo: di conseguenza è più rischioso per chi ha poche chips nello stack. Jared quindi non ci sta e solleva il polverone.

Purtroppo per lui, il regolamento del WPT parla chiaro, come ha prontamente evidenziato il TD Matt Savage: “Redraws will take place at 24, 16, and 7 players (or at Tournament Director’s discretion)” e “Play will begin 8-handed. Play will move to 6-handed for the Official WPT Final Table“. Ovvero, la redistribuzione dei posti avviene a 7 giocatori (non a 8) e, anche se il torneo inizia in modalità 8-handed, la regola del WPT Venetian 2021 è che il FT si giochi con 6 player.

Quest’ultima parte dipende dalle restrizioni al gioco imposte dalla pandemia. Il regolamento TDA (Tournament Directors Associations), quello più usato nei tornei di poker in tutto il mondo, stabilisce che gli eventi che iniziano icon 8 giocatori al tavolo, debbano avere un final table a 9. I tornei 6-handed, invece, si concludono con un tavolo a 7.

Nel caso del WPT Venetian di quest’anno, però, non ci sarebbe stata la possibilità di un final table con 9 giocatori, perché i tavoli erano dotati di 8 protezioni in plexiglass al massimo. Di qui la decisione di Matt Savage e del suo team di adottare la formula finale dei tornei 6-handed. Alla fine, quindi, lo svolgimento del torneo è stato regolare.

 

Foto di testa: Venetian Casino (credits worldpokertour.com)

 

 

 

 

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