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Nel poker, la pressione può trasformare un tavolo da gioco in un palcoscenico di emozioni opposte: rabbia incontrollata da una parte, eleganza e autocontrollo dall’altra.

Tre episodi diventati celebri nelle World Series of Poker mostrano perfettamente questo contrasto: da un lato i tilt clamorosi di Prahlad Friedman, Jeffrey Lisandro e Ted Bort, dall’altro la sportività impeccabile di Barry Greenstein. Storie molto diverse che raccontano quanto le reazioni, più ancora delle carte, definiscano la vera natura di un giocatore.

Barry Greenstein (credits PokerNews)

ROUND 1: IL TILT

Prahlad Friedman è una figura controversa nel mondo del poker, pur essendo un ottimo giocatore. Ha incassato finora 2,5 milioni di dollari con solo 27 in the money nei tornei live dal 2002 ad oggi. Tra questi spiccano un braccialetto WSOP ($.1300 PLO edizione 2003) e un titolo WPT Championship catturato nel 2009. Il giocatore statunitense è poi scomparso per quasi sette anni, vittima di una frode online. Dal 2019 è tornato a giocare dal vivo senza però mai toccare le vette raggiunte in passato, se si esclude un 4° posto nell’evento 2-7 Lowball delle WSOP 2019.

La sua notorietà, però, è legata soprattutto a due episodi di “tilt” memorabili. Il primo risale al 2006, quando l’americano è quasi finito alle mani con Jeff Lisandro durante il Main Event WSOP. In quella occasione, Prahlad Friedman ha accusato il professionista australiano di non aver messo l’ante prima di iniziare la mano. Lisandro ha negato e da lì è iniziata un’escalation di tensione degenerata fino alla frase di Lisandro, oggi entrata nel folklore del poker: “Ti stacco la testa!

Quattro anni più tardi, Friedman ha concesso il bis. L’azione si svolge di nuovo al Main Event delle World Series Of Poker, quando il torneo si trova al Day 1B. In questo caso, l’avversario di Friedman è Theodor Bort, un player amatoriale. I due si contendono un piatto da 80.000 chips, dopo che Friedman ha chiamato preflop, flop e turn. Al river, il board mostra 6♠J♠9♥5♦2♣. Bort annuncia l’all-in mettendo a rischio il suo avversario e poi comincia a punzecchiarlo: “Io chiamerei“, dice. Friedman risponde “Tu batti tutte le mani, vero?“. “Di sicuro batto la tua” replica Bort. “Forse hai soltanto una coppia di Jack“, conclude Friedman. A quel punto Ted Bort, soprannominato non a caso “The Bark” (quello che abbaia), emette una specie di ululato.

Friedman entra nel think-tank, finché Bort non chiama il “clock”. Arriva il tournament director che inizia il conteggio: fino alla fine e poi dichiara la mano morta. Capitolo chiuso? Nemmeno per idea, perché Bort si inalbera dicendo di aver sentito Friedman dichiarare il call. Un video – non più disponibile su YouTube purtroppo – sembra confermarlo. “Ha detto call!” protesta Bort. “Tra il due e l’uno, ha detto call. L’hanno sentito tutti!

Bort, sostenuto da Mike Mustafa, chiede una revisione del video ma inutilmente, perché alla fine lo staff arbitrale del torneo conferma che la mano è da considerarsi morta. Insoddisfatto, Ted Bort verrà anche eliminato dal torneo. Stessa sorte per Prahlad Friedman.

Jeff Lisandro (sx) e Prahlad Friedman (dx). Credits PokerNews

ROUND 2: LA SPORTIVITA’

Stesso anno (il 2010) e sempre Main Event World Series Of Poker, ma in questo caso si tratta di quelle Europe disputate a Londra. Barry Greenstein è tra i last 23, la bolla è già scoppiata a quota 36.

I bui sono 3.000/6.000/500 e il professionista americano, vincitore di tre braccialetti WSOP, due titoli WPT e autore del libro Ace on the River, si trova nelle ultime posizioni del chipcount con uno stack di 120.000 gettoni. A quel punto Daniel Steinberg, un altro player statunitense, apre a 15.000 da utg con 10♥10♦Greenstein rilancia 45.000 da big blind con A♦A♠.L’azione torna a Steinberg: all-in e call del “Robin Hood of Poker”.

Greenstein è nettamente avanti ma il flop 10♠4♠3♦ regala il set di 10 al suo avversario. Il turn è un 7♦, mentre il river non è il miracoloso ace on the river, bensì un innocuo 3♠.

Barry Greenstein si alza, prende il libro da consegnare al suo avversario e la penna per l’autografo. Steinberg allora gli dice: “Detesto chiedertelo visto quello che è successo, ma non potresti scrivere per i miei nonni che il loro nipote è un ottimo giocatore di poker e che un giorno farà tanti soldi?

L’ironia di Steinberg suscita l’ilarità di tutto il tavolo, anche quella di Greenstein che accetta la richiesta e poi se ne va. Poi arriva la chiosa di Greg Mueller: “Non dopo che hai giocato la mano in quel modo!

Immagine di testa: Prahlad Friedman (credits PokerNews)

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