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Si può diventare campioni del mondo, vincere un primo premio milionario ed essere considerati una meteora del poker? Evidentemente sì, perché a confermarlo ci sono giocatori che, dopo aver vinto il Main Event alle World Series Of Poker, sono praticamente usciti di scena o al massimo hanno raccolto pochi altri “spiccioli” con i tornei live.

Il caso più eclatante è quello di Jamie Gold che nel 2006 vince 12 milioni di dollari e poi, nel giro di qualche anno, finisce quasi al verde. La sua storia è nota, ne abbiamo già parlato in un precedente articolo. Ma ce ne sono almeno altri tre che hanno scelto la via del “prendi i soldi e scappa”.

Cominciamo da Pius Heinz. Rispetto a Gold, la generazione pokeristica alla quale appartiene il tedesco è quella dei grinder online. Verso la fine del primo decennio del XXI secolo, una massa di giovani cresciuti sulle pokeroom virtuali si riversa nelle arene live, portando con sé un gioco molto loose-aggressive sviluppato davanti al computer. Heinz è uno che sa giocare, non c’è dubbio. E nel 2011 lo dimostra. Debutta alle WSOP dove piazza subito un 7° posto da 83mila dollari nel $1.500 NLH. Una settimana dopo è al tavolo finale del Main Event, composto da giocatori tutti poco o per nulla conosciuti: alla fine Heinz supera in heads-up il ceco Martin Staszko e incassa 8,7 milioni di dollari.

Considerando che alle spalle ha già vincite online per 700mila dollari, in quel momento il tedesco viene considerato una stella destinata a brillare ancora per molto tempo, vista la giovane età (classe 1989). Non sarà così. Perché dal 2011 al 2016 Heinz mette a segno solo altri 9 ITM, per circa 300mila dollari. Nel 2016 sparisce dalla scena pokeristica. A tre anni di distanza dal suo ultimo in the money, si fa rivedere e ne mette a segno altri due (38mila dollari un tutto) che portano a $9.071.367 i suo guadagni complessivi dal vivo.

Oltre gioco, nella vita di Heinz c’è anche un capitolo “rosa” legato al poker: nel 2013 all’EPT di Sanremo riesce a catturare le attenzioni della bella Natalie Hof, presentatrice TV e host di tornei live. Il loro idillio è durato per qualche tempo, poi la Hof ha scelto come compagno un altro poker player: il brasiliano Felipe Tavares Ramos, con il quale è sposata dal 2018.

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Natalie Hof (credits Wikipedia)

La seconda meteora ci fa fare tornare indietro di qualche anno rispetto ad Heinz. Nel 2007, cioè un anno dopo il successo di Jamie Gold, a vincere il ME WSOP è Jerry Yang. Yang arriva al final table da perfetto sconosciuto. E’ un appassionato di poker che si è qualificato al torneo più importante dell’anno con un satellite da 225 dollari e che riesce a lasciarsi alle spalle 6.357 avversari. La ricompensa è di $8.250.000. Da quel giorno, Yang continua a giocare e ottiene qualche altro piazzamento a premio, ma il totale incassato nei 12 anni successivi arriva a meno di 200mila dollari.

La sua storia personale è però più interessante del percorso di giocatore. Racconta infatti di un profugo del Laos che, dopo l’invasione operata dai vietnamiti comunisti, fugge negli Stati Uniti. Qui riesce a laurearsi in psicologia e a lavorare come terapista e assistente sociale, mantenendo moglie e 6 figli fino alla seconda svolta della sua vita, quella del poker. Lo sofferenze patite fanno di Yang una persona molto incline ad aiutare gli altri. Versa infatti il 10% della vincita milionaria a tre associazioni benefiche. Il resto è per la famiglia (deve prendersi cura anche del padre malato di tumore), per il business (avvia due ristoranti di proprietà) e… per l’IRS! Il fisco americano lo accusa di non aver pagato le tasse e gli porta via oltre un milione di dollari. Insomma, il sogno americano di Yang è una storia di grandi alti e grandi bassi, condensati in un libro autobiografico, All in, pubblicato qualche anno fa. La sua figura è stata raccontata in molti modi e rimane controversa negli States. Noi ci limitiamo a dire quello che oggi Jerry Yang è: un 55enne che divide la propria vita tra famiglia, un ristorante (l’altro è andato) e le frequenti trasferte in Asia per sostenere attività di sostegno alle persone in difficoltà.

L’ultima tappa del nostro excursus riguarda nuovamente un giocatore statunitense ma di chiare origini asiatiche. Qui Nguyen vince l’edizione 2016 del Main Event WSOP, superando giocatori ben più quotati di lui: tra questi Griffin Benger e il runner-up Gordon Vayo. In questo modo si porta a casa 8 milioni di dollari, a fronte di pochissima esperienza con il poker da torneo. Ne ha però col gioco d’azzardo, il baccarat in particolare, dove si vanta di aver perso cifre ben superiori rispetto ai 10mila dollari di buy-in del ME. Lo dice prima dell’inizio del tavolo finale, al quale si presenta con un atteggiamento da spaccone: si definisce un giocatore d’azzardo, ma in realtà dimostra di saperci fare anche nel Texas Hold’em e spiazza un po’ tutti con le sue giocate a sorpresa. Soprattutto i giovani dell’online, nei confronti dei quali si pone come un antagonista. In un certo senso, nel panorama del poker il giocatore asiatico incarna perfettamente il ruolo dell’antieroe.

La verità è che Qui Nguyen è già un ottimo giocatore di cash game live quando vince il ME. Un’attività alla quale si è dedicato con assiduità negli anni successivi, anche se non sappiamo con quali risultati. D’altra parte, dopo la vittoria alle WSOP ha dichiarato: “Ora che ho questi soldi, spero di non giocare mai più a baccarat”. Di sicuro ha giocato anche pochi tornei di poker, perché le sue vincite post braccialetto ammontano a meno di 50mila dollari.

 

Foto di testa: Pius Heinz (credits PokerNews)