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Mentre in Europa le pokeroom sono in attesa di uscire dallo stop imposto dalla seconda ondata di coronavirus, negli USA si assiste a qualche scampolo di poker live.

Si gioca a Las Vegas, precisamente al casinò Aria dove sono tornati a tenere banco gli high-roller da 10mila dollari di buy-in. Nei giorni scorsi hanno fatto la loro entrata nella pokeroom dell’Aria pezzi da 90 del poker quali Dan Smith, risultato vincitore davanti ad Alex Foxen e Ali Imsirovic, di uno degli high-roller per $136.000. E ancora Cary Katz che ne ha praticamente splittato un altro con Sean Winter (82K al primo e 80K al secondo) e Christopher Brewer, vincitore nel terzo HR per $113.400 su Ali Imsirovic (63.000 dollari).

Il poker dal vivo bussa anche alle porte di location meno note sotto il profilo torneistico, grazie a tour minori come le Lone Star Poker Series disputate a Houston (Texas) dal 22 al 31 gennaio scorso. Nonostante il periodo, il festival ha registrato la partecipazione complessiva di 2.288 giocatori che hanno preso parte a 16 diversi tornei, per un montepremi complessivo di $932.535: non poco, a dimostrazione che la voglia di poker live resiste.

Il risultato forse più interessante, è quello ottenuto da Scott Stewart nel bestbet Winter Poker Open Main Event di Jacksonville (Florida). Il professionista americano, che vanta 2,3 milioni di dollari incassati nelle competizioni dal vivo (la cifra include la vittoria ottenuto due giorni fa), si è imposto su un field di 510 entries, per un primo premio pari a $177.817.

Il fatto curioso è che, nonostante i 113 piazzamenti a premio dal 2004 ad oggi, questo sia la vittoria meglio pagata nella carriera di Scott Stewart. Non è però il suo miglior risultato in termini economici – e anche di prestigio – perché il giocatore di Lakewood vanta un ottimo 17° posto nel PSPC di Paradise Island (Nassau, Bahamas) ottenuto nel 2019, per 202.400 dollari, e soprattutto un 13° nel Main Event WSOP del 2017, ripagato con $535.000.

Stewart ha iniziato il Day2 con il 5° stack tra i 78 left. Da lì in avanti si è trasformato in una sorta di bulldozer che ha spazzato via la concorrenza. In particolare quando il torneo è rimasto con tre tavoli, il giocatore californiano è riuscito ad impossessarsi degli stack più importanti, arrivando al final table a 8 da chipleader.

L’ultimo ostacolo sulla strada verso la vittoria è stato quello di Matt Mauldin, giocatore pressoché sconosciuto, che si è presentato all’heads con uno stack di poco inferiore a quello di Stewart. Nonostante questo, l’esperienza del professionista è stata sufficiente a fare la differenza. In svantaggio di 5:1 in chips, Mauldin ha messo gli ultimi 13 BB con A8, ma si è trovato davanti il muro della coppia di 9 di Stewart. Game over e trofeo + assegno che finiscono nella mani di Scott Stewart.

 

Foto di testa: Scott Stewart (PokerNews)

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