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Si è da poco conclusa la penultima giornata del Main Event World Series Of Poker Paradise.

Il Day3 del torneo ha preso il via con i 59 giocatori sopravvissuti alla dura selezione del Day2, tra i quali gli italiani Mustapha Kanit e Jacopo Achille. Purtroppo nessuno dei due è riuscito a staccare il pass per il final table in programma oggi alle 2:00 pm, ora delle Bahamas (le 20:00 in Italia).

“Mustacchione” ha iniziato con il 24mo stack, ma nel corso del primo livello di giornata si è accorciato drasticamente. Rimasto con solo 800mila chips (circa 10bb), le ha messe tutte in mezzo con A♣J♦ ricevendo il call di Renji Mao con coppia di 4. Il flop ha praticamente chiuso il discorso per il n.2 della All Time Money List italiana: 4♠3♥6♣. Il set di 4 è poi diventato un fullhouse al turn 6♥ che ha reso Kanit drawing dead. Per il top pro italiano c’è un 46° posto da 40.000 dollari di premio.

Mustapha Kanit (credits PokerNews)

Discorso diverso per Jacopo Achille il quale, dall’ottimo nono posto di partenza, ad un certo punto è riuscito a raggiungere le zone altissime del chipcount. Sono due mani in rapida successione che lo lanciano in orbita. A metà giornata, il reg italiano dell’online chiama l’all-in dell’ormai corto Hao Chuang. Allo showdown Achille è in svantaggio con A♠9♣ vs Q♥Q♣, ma il flop cambia tutto portando A♣3♣9♦. Al turn scende anche l’A♦, fullhouse, e Chuang è player out.

Qualche mano più tardi, arriva l’action che riduce il field a 22 left (tre tavoli). Achille apre a 400k da early (bui 100k/200 bb ante 200k) e poi chiama lo shove (3,8 milioni) di Kevin Martin da SB. Allo showdown il pro canadese è dominato: K♦J♥ vs A♣A♦. Al turn Martin trova il progetto di scala bilaterale che però non si completa al river. A questo punto Jacopo Achille è quarto con 11.025.000 chips.

Nel frattempo sono già usciti quasi tutti i grandi nomi. Sam Greenwood ha lasciato il torneo al 39° posto ($58.300), David Peters si è arreso poco dopo (35°, stesso payout). In 20ma posizione esce Timothy Adams ($90.000), coolerato da Adam Walton (coppia di 8 vs gli Assi). In gara rimangono Matt Glantz e Mikita Badziakouski: quest’ultimo trova un fondamentale 2up con AA vs JJ ai danni di Rui Sousa.

Il portoghese, terzo nel 2019 all’EPT di Barcellona, si rifà poco dopo, purtroppo ai danni di Jacopo Achille. L’azione comincia con il raise 500k di Gabriel Schroeder da bottone, seguito dalla tribet a 1,9 milioni di Rui Sousa da SB. L’italiano controlla le carte, “spilla” K♠J♠ e decide di mettere sotto pressione gli avversari andando all-in per circa 8 milioni. Schroeder folda ma Sousa, il quale ha Q♠Q♦, chiama con lo stesso stack dell’italiano. Il board scorre 8♥6♦5♦5♣2♠ ed elimina Jacopo Achille al 18° posto, ripagato da 90mila dollari.

Jacopo Achille (credits PokerNews)

Al 10° posto esce Mikita Badziakouski ($150k) per mano di Matt Glantz, ma nel frattempo è già iniziata “l’escalation” di Daniel Neilson. Il pro australiano, poco conosciuto in Europa perché gioca soprattutto “in casa” e negli Stati Uniti (eppure nel 2013 è arrivato terzo nell’EPT ME di Sanremo!), non perde un colpo. Quello più clamoroso arriva a 16 left.

Neilson va all-in diretto da HJ per 2 milioni di chips con in mano Q♠9♠. Risponde solo il chipleader del Day2, Henrique Lessa, che chiama in posizione di SB. Il brasiliano parte avanti con A♠5♠ e il suo vantaggio diventa addirittura mostruoso (96%) al flop: A♥2♣K♥. Quando al turn scende un J♠, Neilson recupera qualche chance (9%) ma di fatto gli restano solo i 10. Il river è proprio uno di questi: 10♣ e scala a incastro chiusa dall’australiano.

A fine giornata, sarà proprio Daniel Neilson a vestire i panni del chipleader con 37.400.000 messi in busta. Con lui ci sono altri 6 giocatori che domani lottano per il braccialetto più ambito delle prime WSOP Paradise.

Daniel Neilson (credits PokerNews)

Tra i pretendenti al titolo c’è Matt Glantz. Con 205 ITM in oltre di 20 anni di tornei e 7,6 milioni di dollari incassati, il pro americano è senza dubbio quello che vanta il curriculum pokeristico di maggiore prestigio. Gli manca ancora la vittoria in un evento WSOP e questo potrebbe tradursi in un ulteriore stimolo per dare il meglio.

Glantz parte però con il terzultimo stack. In mezzo ci sono il già citato Rui Sousa, il brasiliano Gabriel Schroeder e il tedesco Stanislav Zegal. Ecco il quadro del final table a 7:

L’uomo da battere rimane comunque Neilson, non solo per lo stack ma anche perché sembra essere decisamente on fire. Non è un caso, infatti, se una settimana fa ha mancato di un soffio il suo primo titolo WSOPP, chiudendo 2° nell’evento #6.

Immagine di testa: Matt Glantz (credits PokerNews)

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