Vai al contenuto

Per tutta la durata degli anni Settanta il Main Event delle World Series Of Poker è rimasto un torneo per pochi eletti.

E’ un periodo in cui l’evento si sta ancora consolidando nello sforzo di proporre un poker di alto livello ma alternativo al cash game. I frutti si vedono e lo sforzo viene in parte ripagato con una crescita costante. Eppure fino al 1981 tutti i Main Event WSOP rimangono ben al di sotto della quota 100 iscritti.

Il primo balzo in avanti il torneo lo compie nell’edizione del 1982, quella del “one chip one chair” di Jack “Treetop” Strauss, grazie a 104 entry. Nei successivi otto anni il torneo cresce in maniera costante e, nel 1990, arriva a 194 partecipanti. E’ con questo trend alle spalle e con in mente un’idea di marketing aggressiva che Jack Binion propone un primo premio garantito di un milioni di dollari per l’anno successivo.

La mossa funziona. Nel 1991 la “collina 200” è superata perché alle case dell’Horseshoe Casino si presentano in 215.

Jack Binion (a dx) in compagnia di Doyle Brunson (credits PokerNews)

Il torneo inizia il 13 maggio e per cinque giorni i partecipanti lottano nel tentativo di raggiungere il final table. Il 17 maggio l’eliminazione di Robert Turner manda gli ultimi nove a competere per il primo premio a sei zeri.

Il nome forse più famoso tra i finalisti è quello dell’irlandese Donnacha O’Dea, ex olimpionico di nuoto e promotore del poker professionistico in Europa, che però è il primo ad abbandonare la contesa.

La gara prosegue con i giocatori che stanno ben agganciati al proprio stack, vista la posta in palio. Fino a 5 left, quando arriva una mano che sposta gli equilibri e l’andamento della gara.

Apre il gioco a 30k il chipleader Robert Veltri (541k). Brad Daugherty, quinto nel chipcount a quota 150k, annuncia l’all-in. In mano ha A♣K♦. Subito dopo arriva la forbet-shove per 305mila chips di Perry Green che ha una coppia di 8. A questo punto l’azione torna a Veltri che potrebbe tranquillamente chiamarsi fuori dalla rissa. Le sue carte sono però una coppia di “ganci” che alla fine lo invoglia a chiamare. Il board porta A♦Q♠7♠3♠3♣: Daugherty vince il main pot con la coppia di Assi, Veltri si prende i 230k del side, Green invece abbandona il final table.

Poco dopo il torneo perde anche Don Williams. A tre left, Daugherty finisce il lavoro iniziato con il mega pot precedente. Veltri punta con K♣Q♠ su un flop che recita Q♥10♠9♣ e Daugherty chiama. Al turn arriva un innocuo 3♥: Veltri punta ancora ma questa volta Daugherty gli va sopra dichiarando l’all-in. Veltri pensa forse a un semibluff e si sente equipaggiato per chiamare: un errore di valutazione perché il suo avversario ha floppato la scala con K♥J♠. L’ultima carta è un A♠ che elimina Robert Veltri al 3° posto.

L’heads-up che vale un milione di dollari è una affare tra “Tucson” Don Holt e Brad Daugherty.

Brad Daugherty (credits PokerNews)

Holt comincia il testa-a-testa nettamente in vantaggio: 8 a 1. Ma Daugherty non molla e, colpo dopo colpo, accorcia il divario. La mano della svolta è un cooler al flop: Holt e Dauhgerty finiscono ai resti rispettivamente con K♠10♥ e A♥10♦ su 4♠5♦10♣. Il kicker superiore resiste fino in fondo e il giocatore del Missouri, ex-impiegato nel campo dell’edilizia, raggiunge la parità di stack.

Poi passa in vantaggio ed è così che si arriva alla mano conclusiva. Dopo aver rilanciato preflop con K♠J♠ e trovato il call del suo avversario, Brad Daugherty decide di fare check su questo flop: 8♦9♥J♣. “Tucson”ne approfitta e va in all-in con un modesto 7♥3♥. Il suo avversario chiede il count e poi chiama. A Holt restano le chance per il gut shot con un Tx o per il colore runner-runner ma né il turn 5♣ né il river 8♠ lo aiutano.

Brad Daugherty vince il torneo e soprattutto il primo first prize milionario delle WSOP. Solo 13 anni più tardi, nel primo ME WSOP dell’era “post-Moneymaker”, quello sarà il payout del quinto classificato.

Brad Daugherty (a sx) insieme a Jack Binion al termine del vittorioso FT ME WSOP 1991 (credits Cardplayer)

Negli anni successivi Brad Daugherty raggiungerà altre quattro volte un tavolo finale alle World Series Of Poker. Una di queste sarà il 9° posto nel Main Event del 1993. Le sue vincite totali ammontano finora a 1.827.000 milioni di dollari, con un ultimo premio incassato nel 2018.

Brad Daugherty è co-autore insieme a Tom McEvoy di Championship Satellite Strategy e di No-Limit Texas Hold’em for New Players. Secondo Wikipedia, si è trasferito insieme alla famiglia nelle Filippine dove si impegna anche in opere di sostegno alle famiglie più povere.

Immagine di testa: Brad Daugherty (credits PokerNews.com)