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To call or not to call? Questo sembra essere l’amletico dilemma che spesso i giocatori di poker si trovano a fronteggiare. La situazione più frequente, in questo senso, è quella che si verifica al river. Immaginiamo di aver un buon punto, ad esempio una top pair o meglio ancora una doppia o un trips, e di aver condotto l’azione bettando fino al river. Arrivati all’ultima carta, l’avversario esce puntando forte. Addirittura va all-in, mettendo a rischio il nostro intero stack. Il board è piuttosto connesso e le possibilità di essere stati superati proprio all’ultima carta si fanno concrete. Ci sono solo due azioni sensate: effettuare un hero fold o un hero call.

In linea di principio, foldare è la mossa più sicura perché “Non puoi perdere quello che non metti nel piatto”. Ma nemmeno vincere (Rounders docet). Senza contare la voglia di smascherare un gran bluff, che è sempre adrenalina pura. Cosa succede allora nella nostra testa?

Per prima cosa andiamo in the tank e cerchiamo di analizzare come si è svolta l’azione. Poi diamo uno bella occhiata all’avversario per carpire qualche tell (se la partita è dal vivo). Infine un’ultima sbirciatina alle carte e poi siamo pronti a dichiare il call. Un momento. Cosa c’è in palio?

Fare un hero call non è per nulla semplice. Soprattutto se in ballo ci sono premi da centinaia di migliaia di dollari (o di euro), come nei casi che vi stiamo per proporre.

Il primo che proponiamo arriva direttamente dagli archivi della PCA. L’edizione è quella del 2009 e i protagonisti sono Benny Spindler and Kevin Saul. Spindler è un professionista tedesco, ma non cercate informazioni su di lui attraverso il sito TheHendonmob.com perché il giocatore ha chiesto che non venissero pubblicate. Vi possiamo però garantire che ha vinto un European Poker Tour, a Londra nel 2011 (750.000 euro di premio), ed è arrivato terzo alla PCA in questione ($1,1 milioni). In tutto le sue vincite dovrebbero aggirarsi sui 4,5 milioni di dollari. Saul invece è americano e vanta $3.748.144 incassati nei tornei dal vivo. Il suo best risale al 2007, quando lo statunitense si impose nella Bellagio Cup da $10.300 di buy-in, per un ritorno economico a sette cifre: $1.342.320.

L’azione è presa con il ritorno arrivato a 15 left (due tavoli). Saul apre da bottone a 95.000 con 7♥7♣. Spindler da SB decide di tribettare fino a 310.000 con Q♣8♣. E’ importante sottolineare che i due giocatori in quel momento sono nelle prime posizioni del chipcount: uno scontro tra “titani” che consiglierebbe prudenza, ma Spindler in particolare è un giocatore che non conosce il significato di questo termine. Il BB si chiama fuori e Saul fa call. Scende il flop 2♠10♣10♦ e l’azione si sviluppa check-check. Il turn è un 10♠ e questa volta il tedesco piazza una delayed c-bet da 375.000 pezzi. Il King di picche è una carta potenzialmente insidiosa per David Saul che però sa quanto Spindler sia propenso al bluff, senza contare che quel giorno ha un conto aperto con lui. E allora arriva il call, ma l’ultima carta del board è ancora peggio per il professionista a stelle e strisce: un A♥, perfettamente nel range del rilancio preflop di Spindler. Il tedesco mette in mezzo 650.000 chips. A questo punto ci sono davvero poche mani che Saul può battere: una coppia più piccola della sua (non la coppia di 2), oppure un bluff totale con un paio di connectors. Saul studia per poco meno di un minuto il suo avversario e alla fine chiama! Spindler manda le carte nel muck e si limita a bisbigliare “good call” al suo avversario.

https://youtu.be/9bpuIQ-U7I0

Anche la seconda mano riguarda la PCA, questa volta però datata 2015. Lo scontro al tavolo è tra due giganti del poker: Robert Mizrachi (7,5 milioni di dollari vinti nei tornei live e 4 braccialetti WSOP nel palmares) e Jake Cody (4,5 milioni di $, un braccialetto WSOP e un titolo EPT per il pro britannico). Il torneo è ancora nella fasi iniziali. I bui sono 3K/6K e Mizrachi apre da utg+1 fino a 12.500 con A♦10♣. L’azione arriva a Cody che, in posizione di hijack, sceglie di tribettare fino a 26.500 con K♣J♠, al posto di un più normale call. Tutti foldano fino all’original raiser che chiama. Il due giocano su un flop che recita K♥2♦A♠ e sul quale Mizrachi sceglie di andare in check-call per 25.000 chips. Quarta carta del board: un 2♥. L’americano fa check di nuovo, ma questa volta Cody opta per non mettere altri gettoni nel pot. Scende il river, un 10♠. Mizrachi decide di uscire puntando con la doppia coppia superiore. Sono 38.500 chips quelle che Cody deve chiamare. Inaspettatamente, però, l’inglese dichiara l’all-in! Ci vogliono 8 minuti prima che il pro statunitense annunci la sua azione: è un hero call di quelli assolutamente clamorosi! Increduli?

Il terzo e ultimo esempio di hero call è sempre datato 2015 e targato PCA, ma in questo caso si tratta del Super High Roller da 100mila dollari di iscrizione. Siamo all’heads-up, la sfida finale che decide chi si aggiudicherà gli 1,87 milioni di dollari in palio. Tenetelo presente quando analizzate la mano. A contendersi il mega premio ci sono l’irlandese Steve O’Dwyer (più di 30 milioni di dollari vinti in carriera negli eventi live, tra i quali ci sono un titolo EPT e un titolo WPT) e Roger Sippl ($3.770.381), imprenditore americano con la passione – e il bankroll – per i tornei high-roller.

O’Dwyer è in vantaggio 3:1 in chips quando Sippl apre con J♠10♦ fino a 450.000. Il suo avversario si limita al call con A♥10♣. Il flop consegna ai due giocatori Q♥8♦8♣. Il milionario del settore informatico c-betta 750mila che O’Dwyer chiama. Il gioco si sposta al turn, un 2♠ e l’azione è check-check. L’ultima carta del board è un potenzialmente innocuo 3♠ sul quale, però, Sippl annuncia l’all-in. L’irlandese cerca di individuare qualche tell, chiedendo al suo avversario: “Roger, che cosa combini?”. Ma Sippl se ne sta a testa bassa, con il cappellino da baseball che gli copre il viso. Un atteggiamento sospetto? Difficile da dire, tanto che O’Dwyer utilizza diversi minuti in the tank, ma alla fine l’irlandese trova il coraggio di dichiarare l’ultimo call del torneo. Un hero call che gli vale l’assegnone e i complimenti del suo avversario per la bellissima giocata.

Se volete approfondire la storia dei grandi hero-call, vi consigliamo di dare un occhio a quelli di Stu Ungar, Erik Seidel, Phil Hellmuth e Ryan Riess.

 

Foto di testa: Steve O’Dwyer (credits PokerNews)

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