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Il nome di Kevin Pollak difficilmente può risultare sconosciuto agli amanti del cinema. Qualche suggerimento: Codice d’Onore, I soliti sospetti, Verdetto finale, Giorni contati, FBI: protezione testimoni, Prima o poi mi sposo, sono solo alcuni dei titoli mainstream su un totale di quasi cinquanta film nei quali l’attore ha interpretato per lo più il ruolo del migliore amico o del confidente dei personaggi protagonisti. A queste performance per il grande schermo vanno aggiunte le numerose serie TV (Shark e Mom sono le più famose) e la partecipazione a svariati show televisivi. Insomma, un ottimo attore caratterista, nonché uno showman completo.

Ma quello che forse molti non sanno è che Kevin Pollak è anche un grande appassionato di poker. Nonostante giochi a Texas Hold’em da moltissimi anni, le sue apparizioni ufficiali al tavolo da gioco non sono molte, ma hanno tutte il sapore dei grandi eventi targati World Series Of Poker. Nel proprio curriculum di giocatore, l’attore nato a San Francisco nel 1957 vanta infatti due piazzamenti ITM al Main Event WSOP, per un totale di 68.688 dollari vinti. Il primo lo ha realizzato nel 2012, una deep run fino al 134° posto del valore di $52.718; il secondo è invece arrivato l’anno scorso quando Pollak si è classificato 986° per altri 15.970 dollari di payout. Ma è del primo risultato che vogliamo parlare, perché è in quella occasione che Pollak è incappato nella propria “mano indimenticabile”.

Quello del 2012 è il primo Main Event WSOP al quale l’attore partecipa. Il debutto nel più importante torneo di TH al mondo non potrebbe essere migliore. Kevin Pollak raggiunge il Day5 insieme ad altri 281 giocatori e la giornata assume subito le caratteristiche per poter diventare memorabile. L’attore si trova al tavolo televisivo in compagnia di Daniel Negreanu, uno dei suoi miti nel poker: “Negreanu era ed è uno dei miei giocatori preferiti, quindi eliminarlo dal tavolo mi ha un po’ scombussolato. In seguito è diventata una gran bella storia da raccontare, ma lì per lì è stato come aver battuto per la prima mio papà in una partita di basket uno-contro-uno, nel cortile dietro casa. Allora ho deciso di alzarmi dal tavolo per fare una pausa: in fin dei conti avevo appena messo fine al torneo di uno dei miei eroi, e tanto volevo prendere le sue chip quanto questo mi ha fatto stare male”. L’azione di gioco è molto semplice. KidPoker, rimasto short, va all-in diretto da early position con KQ offsuited e Pollak, che ha più del doppio dei gettoni, reshova da cutoff con AQ suited. Il board è liscio e l’attore elimina il professionista di poker.

Il Day5 continua in maniera positiva per Kevin Pollack che raggiunge gli ultimi 134 player rimasti in gara. E qui arriva il fattaccio. Il tavolo è sempre lo stesso e ci sono ancora le telecamere a riprendere l’action. Adesso però lo stack di Pollak si è un po’ asciugato e quando l’attore trova Q♦Q♣ come hole cards, non può fare altro che andare diretto ai resti da big blind, dopo che Kirill Rabtsov aveva aperto il gioco con un rilancio e un altro giocatore aveva effettuato il call. L’azione torna a Rabtsov che si isola andando all-in a sua volta e mostrando allo showdown Q♥Q♠. Un piatto naturalmente destinato allo split, ma quando scende il flop K♣9♥K♥ Pollak comincia a sentire qualche brivido. Da consumato attore cerca di esorcizzare le sue paure. Si alza in piedi, lancia qualche sguardo preoccupato al board che tuttavia non collabora. Il turn è infatti un 3♥ e apre la possibilità di colore runner-runner per il giocatore russo. A questo punto Pollak, mentre si allontana dal tavolo, se ne esce con un: “perché mi devi eliminare in questo modo?”. Altro errore, perché il river è proprio un clamoroso 2♥. Rabtsov completa il flush draw e mette fine alla corsa di Kevin Pollak nel Main Event del 2012.

Nei primi minuti di questo video è possibile rivedere l’azione:

Una bad beat mostruosa che al flop aveva solo un 5% di possibilità di verificarsi, ma con un risvolto positivo: l’enorme solidarietà ed empatia di giocatori e amici nei confronti dell’attore.

“Ancora oggi, quando racconto la mano a qualcuno, coppia di donne contro coppia di donne, la reazione è sempre la stessa: 100% empatia. Non si tratta di aver sovrastimato AQ o AJ o coppia di 6, nel qual caso sì sarei stato un idiota. In questo caso mi è arrivata solo solidarietà – è fantastico!”

In ogni caso, non è mai facile liberarsi di una bad beat del genere. Ci vuole tempo e la capacità di ricollocare tutto nella giusta prospettiva: “E’ rimasta con me per un po’, quattro o cinque giorni prima che iniziassi a sentirmi meglio. Era la mia prima volta al Main Event e avevo messo a segno una deep run… poi quando sono uscito, ho guardato la sala e ho visto gli ultimi 15 tavoli dietro di me. E’ stato un viaggio che dopo qualche giorno sono riuscito a ricollocare nella giusta prospettiva: ed è stato in quel momento che ho capito di aver vinto il mio torneo“.

Una bella prospettiva, corroborata dal fatto che Kevin Pollak non gioca a poker solo per sé. L’attore, infatti, fino al 2019 ha preso parte alle WSOP anche come testimonial di Cover Now Fund, organizzazione di sostegno economico alle famiglie di agenti di polizia deceduti o impossibilitati a continuare nella loro professione.

Una delle motivazioni che hanno spinto Pollak a dare il proprio sostegno, è che “per quanto possa sembrare assurdo, i casi di suicidio (nella polizia) sono tre volte superiori al numero di agenti uccisi mentre svolgono il proprio lavoro“. In un momento difficile come quello attuale, preferiamo non commentare quest’ultima frase di Kevin Pollak, ma riteniamo comunque giusto evidenziarla, perché racconta un elemento della società americana non facile da conoscere.

 

Foto di testa: Kevin Pollak (by PokerNews)

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