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Che cosa si intende per “butterfly effect“?

L'”effetto farfalla” è un’espressione usata nel campo fisico-matematico della teoria del caos: indica come piccole variazioni nelle condizioni iniziali di un sistema possano produrre grandi cambiamenti nello stesso, in un periodo lungo di tempo.

Edward Lorenz, il primo scienziato a teorizzare il butterfly effect, affermò che “se le teorie fossero state corrette, un battito delle ali di un gabbiano sarebbe stato sufficiente ad alterare il corso del clima per sempre“.

Lo stesso si potrebbe dire per la storia dell’umanità o anche per quella di un singolo individuo, se fosse possibile viaggiare nel tempo. C’è un film uscito nel 2004 che parla di questa teoria: si intitola appunto The Butterfly Effect.

Anche una mano di poker è soggetta al butterfly effect. Uno shuffle in più prima di distribuire le carte. Una carta che finisce face-up. L’errore di un giocatore nel puntare. Piccole modifiche nello svolgimento e l’azione sarebbe potuta finire in maniera diversa. Naturalmente sono considerazioni che si fanno a posteriori, quando la mano ha un significato particolare.

Esattamente quello che è successo – coincidenza? – a un famoso attore del cinema.

Parliamo di James Woods, una delle star di Hollywood che amano il poker. L’attore americano, oggi 75enne, ha alle spalle una carriera cinematografica di altissimo livello.

Candidato all’Oscar come miglior attore protagonista in Salvador di Oliver Stone, ha ricoperto ruoli centrali in pellicole quali Videodrome di David Cronenberg, C’era una volta in America di Sergio Leone – dove interpreta Max, al fianco di Robert De Niro -, Casinò di Martin Scorsese e Nixon ancora di Oliver Stone. Senza dimenticare l’interpretazione del padre passivo e latitante delle cinque sorelle nel film Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. Questo solo per citare le sue performance più gloriose.

Ma tra un film e l’altro, James Woods trova il tempo per dilettarsi anche con il poker. La sua passione sono le partite di cash game a Texas Hold’em, anche quelle a limiti non particolarmente alti. Ed è proprio in una di questa che l’attore statunitense è stato “protagonista” di una mano indimenticabile.

James Woods (credits PokerNews)

In quella occasione, James Woods si trova al Connecticut’s Foxwoods Casino desideroso di fare un po’ di action. Decide di sedersi a un tavolo da $1/2, un limite un po’ basso per chi possiede un bankroll come il suo: “I miei amici si sono messi a ridere quando mi hanno visto all’1/2” ha raccontato l’attore a PokerNews. “Ma la ragione per la quale mi sono seduto è che quel tavolo offriva un jackpot enorme per una bad beat. Dovevi perdere con poker di 8 o una mano superiore, ma i miei amici non ne hanno voluto sapere e se ne sono andati“.

Una decisione che si rivelerà davvero pessima per loro, ma decisiva per quello che sta per succedere. E questo è il primo colpo d’ali.

Il secondo è l’arrivo, qualche istante dopo che Woods si è seduto al tavolo, di un giocatore che ne rimpiazza un altro in posizione under the gun. Pensando di essere il Big Blind, il nuovo player paga il buio. Il dealer gli fa notare l’errore, ma il giocatore a quel punto dice “mi sento fortunato” e decide di partecipare subito all’azione pagando l’extra buio.

Qualche posto più in là, un uomo si avvicina alla moglie che sta giocando e le dice: “Dai tesoro, andiamo“. Lei invece insiste per giocare altre tre mani. E questo è il terzo colpo d’ali che consente al dealer di distribuire le carte.

James Woods riceve 6♠7♠, e chiama il rilancio a 7 dollari effettuato da un giocatore in middle position. Lo Small Blind tribetta fino a 35 dollari che fanno foldare l’original raiser ma non l’attore. “Con una overbet del genere per me era chiaro avesse due assi“, spiega l’attore il quale, nonostante la lettura, decide di giocare il colpo.

Scende il flop: A♣10♠9♠. Lo SB continua a puntare, questa volta 20 dollari. Woods, che ha l’incastro per la scala colore, chiama. Il turn è proprio quel meraviglioso 8♠ che gli consegna scala colore e apre la possibilità del bad beat jackpot nel caso il suo avversario avesse davvero settato gli assi e il river facesse arrivare il quarto per il poker. I due giocatori fanno check. “Metti un asso sul tavolo“, dice Woods al dealer prima che questi giri l’ultima carta.

James Woods (credits PokerNews)

Detto fatto: arriva proprio un A♦. Il giocatore punta ancora 20 dollari e Woods gli ricorda immediatamente di non muckare le carte dopo il suo call, altrimenti il jackpot non può essere assegnato. “Quattro giorni prima una donna aveva perso il jackpot perché aveva muckato allo showdown la sua scala colore contro scala reale“, racconta James Woods. Forse è una leggenda del casinò, ma in questo caso tutto va liscio: l’avversario di Woods mostra proprio il poker d’assi battuto dalla scala colore dell’attore.

Una bad beat clamorosa per un jackpot sontuoso: $488.000, dei quali 244.000 finiscono alla mano perdente, 122.000 a James Woods (mano vincente) e il restante va agli altri giocatori seduti al tavolo che ricevono ciascuno $17.000.

Se solo uno dei fattori (gli amici, il giocatore in UTG, la donna) che hanno preceduto l’azione fosse stato diverso, sarebbe cambiata anche la distribuzione delle carte e quindi l’esito finale della mano.

Non male per tre battiti d’ali.

Foto di testa: James Woods (credits PokerNews)