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La mattina del 29 giugno scorso si è spento, a soli 29 anni, Matteo Mutti. Per il giovane giocatore valtellinese – abitava a Tirano, in provincia di Sondrio – la combinazione di leucemia e coronavirus è stata troppo forte.

Il funerale si è svolto due giorni dopo nella sua Tirano, dove a dargli l’ultimo saluto erano presenti il papà Kuki, la mamma Franca, i fratelli maggiori Stefano e Maurizio, i nipotini e un gran numero di amici. A tutti loro, pur se dalla distanza, si è unita l’intera community italiana del poker.

La notizia della morte di Matteo Mutti si è infatti subito diffusa attraverso i social e successivamente con i media di settore. Matteo Mutti, in arte “Wudi“, era un giocatore noto nell’ambiente del poker e ancora di più amato per i suoi modi gentili, la sua educazione e il rispetto nei confronti degli avversari. Un giovane mai sopra le righe, riservato, anche quando si è trattava di celebrare importanti risultati ottenuti con le carte, la sua grande passione.

Wudi aveva scoperto il poker nel 2011 e subito su era accesa la scintilla per il Texas Hold’em. Il suo primo risultato in un torneo ufficiale risale al 2013, un quarto posto da 4.110 franchi svizzeri in un side event dell’Italian Poker Open di Campione (thehendonmob.com). Da lì in avanti, nell’arco di 5 anni, aveva accumulato 40 piazzamenti a premio, per un totale di 298.000 dollari.

I suoi risultati più importanti restano la vittoria nel Main Event del WSOP Circuit ottenuta sempre a Campione d’Italia nel 2016 (€78.200) e quella realizzata un anno prima all’Italian Poker Tour di Nova Gorica (Slovenia). In quella occasione in particolare, Matteo Mutti aveva dimostrato una grande solidità di carattere, oltre alle indubbie skill di giocatore: una combinazione fondamentale per superare un final table composto da giocatori esperti tra i quali Riccardo Suriano, Giulio Saia, Fabio Scepi e soprattutto Christian Favale, ex PokerStars Team Online. Nell’ultimo testa a testa, Wudi aveva battuto proprio quest’ultimo con Q♦5♦ vs A♥9♥ e board a favorevole: K♣5♣J♦8♦5♥. Una vittoria di grande valore, non solo economico (€60.000), ma anche per il prestigio rappresentato dalla “picca”.

In realtà Matteo era anche un ottimo giocatore di poker online che praticava sia in Italia sulle piattaforme .it che all’estero, nella sua location preferita di Londra, per potersi cimentare contro i field più grandi dei .com.

Insomma, una carriera davvero promettente la sua, e in piena ascesa almeno fino al 2019 quando gli era stata diagnosticata la leucemia. A gennaio di quest’anno la speranza si era riaccesa, grazie al trapianto di midollo osseo. Poi la convalescenza resa difficile dalla positività al COVID. Eppure neanche in quel momento Wudi non si era arreso, da persona forte quale era. Aveva continuato a combattere, l’ultimo tampone era risultato negativo e la situazione sembrava in miglioramento. Poi il 16 aprile scorso era tornato in terapia intensiva per complicazioni respiratorie. Da lì in avanti le sue condizioni si sono aggravate e il danno ai polmoni, alla fine, si è rivelato fatale. (fonte Gazzetta.it)

Di lui rimane un ricordo bellissimo, sia come persona che come giocatore, condiviso certamente da tutti gli appassionati  di poker del nostro Paese.

 

Foto di testa: Matteo Mutti dopo la vittoria nel WSOPC di Campione nel 2016 (credits Casinò Campione d’Italia)

 

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