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Se le Olimpiadi di Tokyo sono a rischio a causa della nuova ondata di contagi che sta investendo il Paese, c’è qualcuno che sceglie di sedersi all’interno di una sala da gioco del Sol Levante. E pure affollata.

5.989: è il numero di ingressi totali registrati al Japan Open Poker Tour (JOPT) di Port Hall, a Takeshiba (Tokyo), ultimo appuntamento della serie organizzata in terra nipponica. Il tutto nell’arco di 33 eventi, principalmente di Texas Hold’em, ma non solo: nell’elenco ci sono anche tornei di Pot-Limit Omaha, H.O.R.S.E., Badugi/2-7 Triple Draw Mix.

Il premio più grosso l’ha intascato Toshiya Ishikawa: $31.020, al termine di una maratona che l’ha visto trionfare su 506 avversari nel Season 20 Main Event. Il secondo miglior risultato è stato quello messo a segno da Yuta Aikawa primo su 396 entries nel Season 19 Main Event, per $21.860.

Di fronte a una partecipazione così copiosa e consapevoli del fatto che i giapponesi hanno una importante tradizione ludica nel Go, negli scacchi e nel backgammon, un gioco in cui da un decennio a questa parte sono tra i migliori al mondo, una domanda sorge spontanea: perché si parla così poco del poker made in Japan?

La risposta è molto semplice: perché di fatto in Giappone i premi in denaro sono illegali quando si tratta di gioco, ad eccezione del Pachinko (un gioco tradizionale), della lotteria e delle scommesse sulle corse. Pena multe salate o il carcere.

L’unica possibilità per chi vuole organizzare tornei di poker diventa quella di mettere in palio premi in natura. Di base l’appeal sarebbe basso, ma ecco che il JOPT ha adottato la soluzione di trasformare il payout in denaro in una sponsorizzazione equivalente. Le cifre alle quali abbiamo fatto riferimento sopra – e tutte le altre messe in palio durante la manifestazione – corrispondono ad altrettanti “pacchetti” per partecipare a tornei all’estero. Principalmente in Asia, per ovvi motivi, ma ci sono anche ticket per andare alle WSOP.

Grazie a questo sistema il poker è in crescita costante in Giappone. E ci sono anche esempi di giocatori che sono riusciti a farsi un nome al di là delle isole dell’arcipelago nipponico. Il più fulgido, per ora, è quello di Kosei Ichinose, competitivo dal vivo ma soprattutto su Internet dove gioca con il nick di “shinbunshi”. Dal 2015, Ichinose è anche un player sponsorizzato da una pokeroom online.

Ad oggi le sue vincite live ammontano $655.796. Nel suo palmares ci sono 6 titoli APT (Asian Poker Tour), un piazzamento ITM al ME WSOP (400°) e soprattutto un terzo posto nel HK$25.000 No Limit Hold’em – ACOP Warm-up Event all’Asia Championship of Poker di Macao. In quella occasione Ichinose ha vinto US$83.296, il suo migliore incasso ad oggi.

In questo momento, con i problemi legati alla pandemia, le occasioni per i giocatori giapponesi di partecipare a tornei nell’area Far East sono limitate. Siamo però convinti che le sponsorizzazioni vinte non abbiano una scadenza, motivo per cui ci aspettiamo un crescente numero di player nipponici ai prossimi eventi live internazionali.

Foto di testa credits PokerNews

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