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Trash talking che passione, qualcuno potrebbe dire, ma anche maleducazione e furbizia insieme. Il trash talking pokeristico, ovvero l’atteggiamento poco elegante di provocare verbalmente gli avversari al tavolo, è tutte queste cose insieme.

Esistono infatti almeno tre tipi di trash talker. C’è quello caratteriale, cioè il giocatore che davvero non riesce a contenere la propria esuberanza durante l’action, sia che si tratti di momenti di incontenibile euforia quando centra una grande mano – o rifila uno scoppio epico, non fa differenza – sia nel caso di una bad beat subita, occasione per esibirsi nell’arte del whining (cioè della “lagna”).

Ma c’è chi si comporta in maniera disdicevole semplicemente perché è un maleducato. Naturalmente è il tipo peggiore di trash talker, quello che spesso viene sanzionato dai direttori del torneo.

Infine c’è chi fa del trash talking una strategia sia di gioco che di… marketing. Nel gioco, parlare di continuo agli avversari provocandoli in maniera furba, può essere un sistema efficace per ottenere informazioni sulla loro mano. E’ un modo, cioè, per carpire i cosiddetti tells. Ma il trash talker può anche essere uno showman, un giocatore che cerca di costruirsi un personaggio in grado di catturare l’attenzione del pubblico. E in un’epoca “televisiva” come la nostra, dove tutto (davvero tutto) fa audience, il trash talker mediatico è forse il tipo più in linea con i tempi.

Vediamo allora chi sono i più famosi giocatori a livello mondiale specializzati nell’arte del trash talking!

Difficile stabilire una graduatoria, viste anche le diverse di tipologie, ma di sicuro un posto nell’olimpo dei trash talker lo merita Tony G. Antanas Guoga, questo il vero nome del professionista lituano cresciuto (anche pokeristicamente) in Australia, è un fiume di parole – più o meno cortesi – soprattutto quando si trova seduto ad un tavolo di cash game. A nostro avviso, Tony G. è un trash talker caratteriale, nel senso che non può farne a meno. Gode nel rimproverare gli avversari per le loro giocate, ma va detto che il suo bersaglio sono quasi sempre gli altri professionisti. Evita di scatenarsi contro i giocatori amatoriali, che spesso difende quando vengono “beccati” dai giocatori esperti. Di sicuro gli serve l’adrenalina che solo uno scontro verbale tra pesi massimi gli può dare. Il suo bersaglio preferito? Nessun dubbio, Phil Hellmuth. Se volete farvi un’idea, quella che segue è una carrellata di epic moments targati Tony G:

https://www.youtube.com/watch?v=cypDT6kQPiQ

Qualcuno ha detto Phil Hellmuth? E allora voilà, ecco anche per lui una posizione sicura sul podio dei trash talker. Hellmuth vive una specie di dissociazione alla Dr. Jekyll vs Mr. Hyde. Chi lo conosce fuori dal gioco sa che Phil Hellmuth è una persona molto positiva, amichevole, disponibile verso gli altri. Spesso è stato tra i protagonisti di charity events, in prima linea per aiutare chi ha bisogno. L’anno scorso, ad esempio, si è reso disponibile come coach di poker per raccogliere fondi a favore di persone messe in difficoltà dalla prima ondata di COVID-19 negli States. Ma quando si siede al tavolo da poker, Hellmuth diventa subito Mr. Hyde, o meglio Poker Brat. Le sue specialità sono il bragging, cioè l’auto celebrazione delle proprie qualità di player, e il whining, la lamentela dopo un brutto (a parer suo) colpo subito. Le sue qualità di giocatore sono indubbie, perché 15 braccialetti WSOP non possono essere un caso. “Se (nel poker) non ci fosse la fortuna, vincerei ogni volta” è una sua famosa battuta. Tutto vero, ma c’è un limite anche al bragging, così come al whining. La nostra sensazione, tuttavia, è che dietro alla trasformazione in Mr. Hyde ci sia una buona dose di ego e la costruzione di un personaggio che sicuramente è più interessante del classico “bravo ragazzo”. Ecco un assaggio delle sue qualità di trash talker:

https://youtu.be/U-Oo0lSvuNU

Tra i trash talker non può mancare Mike Matusow. The Mouth – nickname molto appropriato – nel poker interpreta a meraviglia il ruolo del cattivo. Personalità a dir poco spigolosa, Matusow trasporta al tavolo il suo “passato spericolato” che comprende anche una condanna a sei mesi di carcere per spaccio di droga. A dire il vero, quando Matusow è in una giornata buona può risultare il giocatore più simpatico, per quanto molto ciarliero, capace di intrattenere gli altri con battute e gag varie. Ma quando invece è in giornata no, diventa un soggetto con il quale è difficile avere a che fare. Anche se oggi gioca molto meno di un tempo, non possiamo dimenticare che The Mouth ha scritto pagine importanti nella storia del poker: nel suo curriculum ci sono 4 titoli WSOP e 9,7 milioni di dollari vinti nei tornei live. E un bollino rosso: quello del trash talker in formato molesto.

Will Kassouf appartiene ad un’altra categoria di trash talker. E’ quella dei “vorrei ma non posso” del poker. Kassouf, infatti, nonostante abbia accumulato 1.4 milioni di dollari in carriera con i risultati nei tornei dal vivo (100 ITM dal 2009 ad oggi), non è tra i giocatori più conosciuti per le skills al tavolo. Piuttosto è diventato famoso per il costante tentativo di confondere gli avversari e di carpire informazioni sul loro modo di giocare attraverso un fiume di parole. Una strategia più che legittima, se condotta entro certi limiti di correttezza che però il britannico ha quasi sempre superato. Kassouf ha letteralmente diviso la community degli appassionati. Una parte si è schierata a suo favore, sostenendo che non ci fosse nulla di male nel suo modo di stare al tavolo. L’altra ha chiesto più volte il suo allontanamento dai tornei. Lo scontro più famoso è quello con il giocatore che lo ha poi eliminato al 17° posto nel Main Event WSOP 2016, il suo miglior risultato in carriera ($338.288) ad oggi. L’azione si svolge tutta preflop, quando Griffin Berger ha in mano una coppia di Assi e Kassouf ha la second best starting hand, cioè coppia di K. Dopo una serie di rilanci, Kassouf deve decidere se mettere tutte le chips in mezzo ma ha intuito che dietro l’angolo potrebbe esserci un cooler mostruoso e fa di tutto per strappare l’informazione al suo avversario. Il canadese, arrivato al limite, esplode. Lasciamo a voi decidere se il comportamento di Kassouf sia stato legittimo oppure no:

Completa questa nostra breve rassegna sui trash talker Jamie Gold. Di lui abbiamo già parlato in un precedente articolo, raccontando la sua vittoria al Main Event WSOP del 2006, la meglio pagata nella storia delle World Series Of Poker. Gold è da tutti considerato una “meteora” di questo gioco, e la sua vittoria nel ME è probabilmente il risultato di tanta tanta fortuna. E anche di molti bluff, dobbiamo dire, accompagnati da una buona arte oratoria in grado di confondere l’avversario di turno. Possiamo quindi definire il suo trash talk come strategico, al pari di quello di Kassouf. Buon per lui che questa strategia lo abbia aiutato in quella occasione, perché una seconda volta per lui non c’è più stata. Ecco l’ultimo atto di quella finale, con il talk di Gold:

 

Foto di testa: Mike “The Mouth” Matusow (credits PokerNews)

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