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Un altro pezzo di storia del poker ci ha lasciato. Quattro giorni fa, il 19 ottobre, all’età di 67 anni è venuto a mancare Sam Grizzles, giocatore molto noto soprattutto negli Stati Uniti, presente sulla scena pokeristica dai tempi delle prime telecamere in sala.

L’annuncio è stato dato con un tweet da Mike “The Mouth” Matosow, subito confermato da Todd Brunson: “E’ stato colpito da potente ictus che gli ha causato un aneurisma celebrale” ha detto il figlio di Doyle Brunson a PokerNews. Senza più alcuna possibilità di recupero, i dottori hanno deciso di spegnere la macchina che ancora lo faceva respirare.

“Che lo si amasse o lo si odiasse, non si può negare che Sam Grizzles fosse uno dei personaggi più fuori dagli schemi. L’opposto dei robot che si siedono oggi a giocare. Il mondo del poker è oggi meno interessante senza le sue battute a volte fastidiose, ma molto spesso esilaranti”. Questo il commiato di Todd Bruson.

La carriera pokeristica di Sam Grizzles è descritta principalmente da due numeri: 32 anni di risultati e 152 piazzamenti a premio, quasi tutti negli USA (28 alle World Series Of Poker), tranne il primo ottenuto a Malta nel 1988 in un torneo di Pot Limit Omaha e gli ultimi 7, realizzati quest’anno alle WSOP online. In tutto 1,3 milioni di dollari accumulati in carriera. Senza acuti, perché il suo miglior risultato live sono 77.000 dollari vinti proprio online nel 2020 (e 70.000 sono il best result live, datato 1991), ma con tantissima presenza e ancora più personalità.

Sam Grizzles era infatti un personaggio diverso, molto più vicino all’immagine – un po’ stereotipata – del giocatore da saloon, con il suo slang del sud e i suoi modi “decisi”.

Memorabili alcuni episodi che lo hanno visto protagonista anche “fuori” dal tavolo. In particolare quello con Phil Hellmuth, concluso con una mezza rissa all’esterno della pokeroom del Binion di Las Vegas. Nel racconto di Poker Brat, i due avrebbero litigato a un tavolo di cash game: Grizzles chiede a Hellmuth di tenergli un posto al tavolo mentre è a cena, ma dopo 90 minuti di attesa Poker Brat dice al direttore che il posto è libero. A quel punto Grizzles arriva e fa una scenata a Hellmuth, che si conclude con una sfida “pugilistica” fuori dal casinò. Sull’esito le voci sono però discordanti: Hellmuth ricorda quell’episodio con divertimento, come la sua prima e unica rissa legata al gioco e conclusa senza vinti né vincitori e soprattutto senza danni fisici. Altri sostengono che Hellmuth sia andato al tappeto nonostante fosse più giovane e molto più grosso di Grizzles.

Il rapporto da nemici-amici tra Hellmuth e Grizzles è proseguito nel tempo, come testimonia un altro episodio occorso durante il Main Event WSOP 2003, l’anno del Moneymaker effect. Phil Hellmuth cattura subito l’attenzione dei media, presentando se stesso e TJ Cloutier come le star dell’edizione. A quel punto interviene Sam Grizzles che, con il suo tipico approccio un po’ rude, si rivolge a Poker Brat dicendogli: “mentre voi continuate a blaterare, io mi preparo a sbattervi fuori dal torneo!” Al tavolo, poi, Grizzles effettivamente centrerà un raddoppio proprio ai danni di Poker Brat, che dovrà subire a lungo le inevitabili provocazioni dell’avversario, del tipo: “Cos’è successo al tuo grande stack? Sai che adesso faccio fatica a vedere le tue chip?”. Nonostante questo, va detto che alla fine sarà Hellmuth a eliminare l’avversario.

Ed è proprio Hellmuth a regalarci l’ultimo, sentito ricordo di questo campione d’altri tempi.

“Non potrò mai dimenticare la volta in cui Sam Grizzles fece saltare i nervi a Stu Ungar, che era sempre molto calmo. E’ successo al torneo di 2-7 no limit Lowball, in occasione dell’“Hall of Fame” Poker tourney organizzato all’Horseshoe Hotel. Ad un certo punto sento Stuey gridare contro Sam. Vado subito a vedere e li trovo seduti allo stesso tavolo con alle spalle le foto dei Campioni del Mondo di poker. Sam dice pubblicamente: ‘Dovreste levare tutte quelle foto (compresa quindi quella di Stu Ungar che di Main Event WSOP ne ha vinti tre, ndr) e sostituirle con una mia gigantografia’. Ungar, che non aveva mai incontrato Sam, la prende come una mancanza di rispetto. E in effetti lo era ma io sono scoppiato a ridere, perché lo conoscevo! Sam era una persona intelligente e spesso era anche il più simpatico in sala. Aveva un senso dell’umorismo un po’ ruvido che faceva pesare agli altri giocatori. Io ho imparato ad apprezzarlo e a capirne l’ironia. Ogni volta che mi capitava di giocare al tavolo con lui, la partita finiva con un sacco di risate!”

Il 2020 è stato davvero un pessimo anno per il poker, non solo a causa della pandemia, ma anche per la scomparsa di tante celebrità. Prima di Sam Grizzles sono infatti venuti a mancare Darvin Moon, Mike Sexton e Rod Pardney Senior.

 

Foto di testa: Sam Grizzles (courtesy of PokerNews)

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