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Arrivano i primi, timidi segnali di riapertura per i casinò d’oltreoceano e per quelli al di là della Manica.

Secondo quanto riportato da PokerNews, in Texas una buona parte delle pokeroom esterne ai casinò tradizionali avrebbe già riaperto i battenti nel mese di maggio. Va però precisato che si tratta di sale da gioco che da sempre si muovono nell’area “grigia” della semi-legalità e quindi più facilmente propense a prendersi dei rischi, per dir così. Di fatto, la maggior parte delle più note pokeroom statunitensi rimane ancora chiusa, a due mesi di distanza dal lockdown imposto un po’ ovunque al poker live. Fanno eccezione alcune sale all’interno dei casinò del Nevada, la Mecca pokeristica made in USA. Tra queste ci sono l’Orleans, il Peppermill Reno e il Venetian, mentre restano ancora sigillate le porte delle pokeroom BellagioWynn, senza ancora sapere quando potranno essere riaperte. Altre sale poker che hanno ripreso a distribuire le carte ai tavoli sono quelle del Seminole Hard Rock Tampa e Sarasota Kennel Club (Florida), del Talking Stick (Arizona), e dei casinò californiani Jamul e Thunder Valley.

Qualcosa si muove anche nel Regno Unito, dove il Betting and Gaming Council (BGC) ha reso noto che i casinò inglesi sono pronti alla riapertura dal 4 luglio in poi. In realtà, ha specificato il governo, la riapertura di tutte le attività ricettive e di intrattenimento sarà condizionata alla costante diminuzione dei casi di contagio da coronavirus.

La buona notizia non riguarderà però tutte le sale da gioco, in particolare quelle più note, la cui clientela è costituita in modo rilevante da turisti. Le norme esistenti in UK per il contenimento della pandemia prevedono infatti 14 giorni di quarantena per tutti i visitatori provenienti all’estero: è difficile, quindi, pensare che senza questo afflusso le pokeroom di alto livello possano giustificare economicamente la riapertura.

Ma com’è (o come sarà) regolata l’action ai tavoli da poker nell’immediato post-coronavirus? Naturalmente, in tutte le sale sarà necessario osservare le norme igieniche e di comportamento per evitare la comparsa di nuovi focolai: utilizzazione di prodotti igienizzanti per le mani, pulizia costante dei tavoli e delle apparecchiature da gioco, distanziamento sociale.

Quest’ultimo punto è forse quello che inciderà di più sul gioco, poker in primis. Negli Stati Uniti è già iniziata la “sperimentazione” per trovare soluzioni, a cominciare da quanto fatto in una pokeroom della Florida dove sono stati posizionati schermi in plexiglass tra i giocatori e uno a protezione del dealer. Un’idea che ha sollevato molte perplessità e qualche commento ilare (la trasformazione del dealer in un commesso) ma che di fatto è stata adottata recentemente da altri casinò, come ad esempio il già citato Seminole Hard Rock di Tampa. Qui, nonostante il plexiglass e la riduzione dei tavoli a 6 giocatori, si sono registrate code di più di 100 persone in attesa per un posto a sedere.

Meno giocatori al tavolo è stata la scelta del Nevada che ha imposto partite esclusivamente 4-handed. In altri Stati americani si oscilla tra 5 e 7. Va detto, però, che con la riduzione a 4 giocatori le pokeroom dovranno ritoccare anche la propria rake al fine di mantenere appetibile il gioco per gli appassionati. Una questione che rischia di impattare fortemente sulle entrate del casinò e di conseguenza sull’utilità di riaprire i tavoli da poker.

Su questo punto si è espresso Matt Savage, World Poker Tour Executive Tour Director, intervistato da PokerNews: “Non credo che il 4-handed sia sostenibile economicamente e per questo prevedo che, mentre i casinò riaprono, alcune pokeroom non saranno in grado di farlo, né ora né in seguito. Tuttavia, sono consapevole della necessità di un periodo di transizione per rendere più sicure le sale migliori e quindi avere più azione e più posti di lavoro all’interno di queste”.

Non è difficile immaginare che i più penalizzati di tutti saranno i tornei di poker, che riuniscono diverse centinaia di giocatori in una stessa sala e che non possono essere giocati tutti in modalità short-handed, pena una durata troppo lunga. Oltre a questo, c’è la questione delle mascherine da utilizzare (una linea che sembra sarà adottata dalla maggior parte dei casinò) ma che condiziona il gioco limitando la lettura dei tells, e del cibo e delle bevande consumate al tavolo durante le lunghe ore di torneo, come ha correttamente fatto osservare Isaac Haxton in un recente blog per partypoker.

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Isaac Haxton (by PokerNews)

Nonostante questo, Matt Savage, direttamente coinvolto nella discussione, ha espresso una visione improntata alla fiducia per il futuro del poker: “Per cominciare, sono convinto che il poker un giorno tornerà ad essere quello di prima, questa volta però con una migliore comprensione dell’importanza dell’igiene… alla quale devono contribuire tutti, giocatori e dipendenti. Il World Poker Tour è pronto a tornare, non appena i nostri partner apriranno le porte dei loro casinò perché lo riterranno sicuro per i clienti, gli organizzatori di tornei e i giocatori che amano spostarsi da una location all’altra”.

 

Foto di testa by PokerNews

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