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Sono 39 gli anni compiuti oggi da Villa, il fuoriclasse spagnolo ritiratosi dieci mesi fa dopo una carriera piena di successi.

Lo hanno sempre chiamato “El guaje”, il bambino, anche quando l’età avanzava. Ma David Villa ha sempre saputo mantenersi giovane a suon di gol, tantissimi, più di 400 quelli segnati in carriera, girando per tre continenti dopo aver dominato in Spagna. Un grandissimo centravanti, capace di essere una macchina da gol ma anche di giocare un calcio associativo con i propri compagni di squadra. Un giocatore in grado di segnare almeno 15 gol nella Liga per dieci anni consecutivi. Questa è la storia del grande bomber asturiano. Nato a Langreo, in questa comunità all’estremo Nord della Spagna, Villa inizia ad affermarsi sin da giovanissimo, da cui il soprannome in lingua asturiana. Dopo aver passato le giovanili nella squadra della sua città, Villa si trasferisce allo Sporting Gijon, la migliore squadra della Comunità Autonoma delle Asturie. Impressiona in Segunda, e dopo due anni da una ventina di gol l’uno, viene chiamato in Primera Division a vestire la maglia del Real Saragozza. Con gli aragonesi arriverà il suo primo trofeo, la Coppa del Re vinta nel 2004, oltre che la seguente Supercoppa Spagnola. Il grande salto avviene però l’anno successivo, quando si accasa al Valencia, uno dei migliori club iberici: riuscirà a vincere solo una coppa nazionale, ma poco importa visto che nei 5 anni valenciani riuscirà a imporsi al mondo come uno dei migliori centravanti. Realizza 28 gol complessivi il primo anno, presenziando al Mondiale 2006, non uno dei migliori per la Spagna, la cui generazione di fenomeni è ancora troppo acerba. Nel 2008, all’Europeo, è il momento giusto: Villa segna 4 gol, oltre a uno dei rigori con cui le Furie Rosse eliminano l’Italia, per poi saltare la finale per un infortunio, laureandosi comunque campione d’Europa.

La stagione successiva mette a segno 31 reti, poi di nuovo 28, presentandosi così in uno stato di forma strepitoso ai Mondiali in Sudafrica 2010, a cui arriva con il suo cartellino già comprato dal Barcellona per 40 milioni di Euro. Villa è decisivo, segna 5 gol in 4 gare di fila, contribuendo con le sue marcature contro Portogallo e Paraguay alla marcia trionfale della Spagna. Questa volta la finale la gioca, non segna, ma è comunque campione del Mondo con gli spagnoli, per la prima volta nella loro storia. E poi il Barcellona, quel Barcellona che, specialmente tra il 2010 e il 2013, gli anni di Guardiola, è una della squadre migliori della storia. Villa si inserisce alla perfezione nei meccanismi guardioliani, segnando 23 gol nella trionfale stagione 10-11, conclusasi con la vittoria della Liga e della Champions League, in cui El guaje segna il 3-1 che chiude la partita con il Manchester United. La sfortuna caratterizza invece la sua seconda stagione, allorché una frattura della tibia lo costringe a stare fuori sette mesi, saltando l’Europeo 2012, vinto ancora dalla Spagna. In generale, è il miglior marcatore della storia della Nazionale iberica, con ben 59 gol. Dopo un’altra Liga vinta nel 2013, si trasferisce all’Atletico Madrid, dove rimane solo un anno, ma che anno: contro ogni pronostico i colchoneros vincono il campionato all’ultima giornata, proprio contro il Barcellona, arrivando anche in finale di Champions, beffati, però, dai cugini del Real Madrid. E poi Villa inizia a girare il mondo: gioca in Australia, seppur solo 4 partite con il Melbourne City, prima di accasarsi al New York City Fc, neonata squadra della MLS, il campionato statunitense. Nei suo anni americani Villa emerge, e ci mancherebbe altro, come uno dei migliori giocatori della lega, trascinando i suoi compagni ai playoff post regular season e mettendo a segno in totale 80 gol tondi tondi, ma questo non basterà a raggiungere dei trofei alla squadra newyorchese. L’ultima esperienza della sua vita calcistica è in Asia, più precisamente nei giapponesi del Vissel Kobe, dove firma le ultime reti della sua carriera vincendo anche la Coppa dell’Imperatore. Si ritira il primo febbraio 2020 David Villa, dopo una carriera piena di vittorie da giramondo del gol.

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