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Compie oggi 39 anni Xabi Alonso, centrocampista spagnolo tra i migliori della sua generazione, con un passato a Liverpool, Madrid e Monaco.

Ovunque è andato è stato insostituibile. Questa frase è la base per cui partire a raccontare la carriera di Xabi Alonso, un calciatore che è sempre stato una pedina fondamentale nei club in cui ha giocato, e si parla di club tra i più importanti al mondo, e in Nazionale, in cui ha fatto parte della generazione d’oro della Spagna capace di vincere tutto nel giro di pochi anni. Era un vero centrocampista moderno, in grado sia di vedere il gioco lanciando i compagni, sia di interdire recuperando palloni preziosi, sia di fare gol lui stesso. Un giocatore completo, che ha fatto la fortuna dei suoi allenatori anche per la sua instancabile abnegazione alla causa. Nato in terra basca, è sempre stato legato a San Sebastiàn, una delle comunità più popolose di quel lembo di territorio a ridosso dei Pirenei. Il calcio era una scelta di vita quasi scontata per Xabi, dato che veniva praticato con buon successo dal fratello Mikel, mentre il padre, Miguel Angel, non solo ha giocato nel Barcellona a metà anni ’80, ma ha anche trionfato due volte nella Liga spagnola con la Real Sociedad, proprio la squadra di San Sebastiàn. Era solo questione di tempo prima che Xabi si accasasse alla cantera dei biancoblu, per poi esordire in prima squadra nel 2001. Furono anni importanti per il club basco quelli all’inizio degli anni Duemila: in un campionato storicamente dominato da Real Madrid e Barcellona, la squadra arrivò addirittura seconda nel 2003, grazie a giocatori come De Pedro, Aranzabal, Kovacevic e il turco Nihat. L’anno dopo però, l’offerta del Liverpool di 16,5 Milioni di Euro e la prospettiva di giocare in Premier League, convinsero la dirigenza e il giocatore a separare le loro strade, consentendo a Xabi di indossare una delle maglie più prestigiose al mondo.

Non ci mise molto a vincere con il Liverpool, e lo fece in una serata tragica per il calcio italiano. Fu infatti uno dei protagonisti della finale di Istambul, in cui il Milan sciupò il vantaggio di 3-0 accumulato nel primo tempo facendosi riprendere in pochi minuti. Fu proprio Xabi Alonso a siglare il gol del pareggio, ribadendo in rete il rigore respinto da Dida, e potendo sollevare così, dopo la lotteria dei penalties, il trofeo più importante d’Europa al primo anno. Rimase in Inghilterra fino al 2009, collezionando oltre 200 presenze con i rossi, il Milan si prese la sua rivincita nel 2007, ma lui giocò ogni partita del vittorioso Europeo austriaco del 2008, in cui la Spagna vinse eliminando, tra l’altro, l’Italia ai rigori nei quarti. Nel 2009 venne chiamato al Real Madrid per oltre 35 milioni di Euro, una cifra che dimostra come, alla soglia dei trent’anni, fosse ancora uno dei migliori in circolazione. È un’estate memorabile quella del Real, che si accaparra, oltre allo spagnolo, anche Kakà, Benzema e Cristiano Ronaldo, per la cifra di oltre 90 milioni, lasciando tutti di stucco. Dopo un primo anno deludente con Pellegrini, divenne un elemento tattico imprescindibile nello scacchiere di Mourinho, negli anni delle grandi sfide con il Barcellona di Messi, in cui il suo contributo fu determinante per la Coppa del Re 2011 e soprattutto per la Liga 2012, vinta con il punteggio record di 100 punti. Oltre tutto questo, Xabi Alonso giocò tutte le partite con la Spagna sia del Mondiale 2010, primo successo storico per le Furie Rosse, sia dell’Europeo 2012, in cui gli iberici vinsero la finale contro l’Italia, con un netto 4-0. Una carriera costellata di successi, e non è ancora finita. Nel 2014 mantiene il posto in squadra anche con l’arrivo di Ancelotti, ed è uno dei protagonisti della Decima Champions del Real Madrid, anche se non poté giocare la finale per squalifica, contribuì alla cavalcata dei Blancos fino al 4-1 finale con l’Atletico Madrid, partita decisa da una zuccata all’ultimo di Sergio Ramos. La sua carriera terminò nel Bayern Monaco, ove vinse per tre volte di fila il campionato nei tre anni da lui passati in Baviera. La sua esperienza e la sua saggezza tattica furono fondamentali, ma gli anni passano e Xabi si ritira nel 2017, intraprendendo il percorso di allenatore, in cui spera di replicare i successi da lui ottenuti sul campo.

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