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Andrea Iannone dovrà attendere ancora un po’ prima di conoscere il proprio destino: la WADA ha ottenuto lo slittamento dell’udienza del TAS al 15 ottobre

Il destino di Andrea Iannone resta ancora in sospeso. E’ notizia di oggi, infatti, che la Wada ha ottenuto l’ok da parte del TAS per spostare l’udienza visto che l’agenzia antidoping internazionale aveva presentato appello contro i 18 mesi di squalifica comminati dalla Corte Disciplinare Internazionale della FIM perché Iannone risultò positivo ad un controllo antidoping nel weekend del GP della Malesia, il 3 novembre 2019. Ricostruiamo la vicenda: nelle urine del pilota abruzzese c’erano tracce (1,150 nanogrammi per millilitro) di drostanolone, uno steroide anabolizzante vietato dal regolamento anche se è stato assunto tramite contaminazione alimentare in un ristorante malese. La notizia della sospensione è arrivata il 17 dicembre, con una squalifica fino al 16 giugno 2021 comminata invece in data 1 aprile 2020 ma si dovrà attendere fino al 15 ottobre prima della nuova sentenza del TAS.

Iannone sarebbe colpevole di aver violato il codice antidoping – la WADA lo accusa di non essere stato responsabile delle sostanze presenti nel suo organismo e ora Iannone deve dimostrare che la contaminazione alimentare fosse accidentale e non sospettabile – e per questo la WADA, ossia l’agenzia internazionale antidoping, ha chiesto prima di rivedere la pena alzando la squalifica fino a 4 anni ma anche lo slittamento del processo che, dal canto suo, ha creato un precedente: da un lato, infatti, la CDI della FIM ha ‘assolto’ Iannone, riconoscendone la contaminazione alimentare e quindi assoluzione inconsapevole ma lo condanna allo stesso tempo per non aver controllato e chiesto informazioni al ristoratore al momento dell’assaggio della carne. Una vicenda che, allo stato attuale, sembra assurda e sta condizionando la carriera di Iannone, anche se l’Aprilia, team in cui corre il 31enne di Vasto, a parole conferma di poterlo e volerlo aspettare: “La Wada è riuscita a ottenere uno slittamento dell’udienza e questo mette in difficoltà, sia noi, sia il pilota. Noi a questo punto dobbiamo pensare a una strategia per non perdere opportunità, ma la nostra volontà resta quella di aspettare il pilota perché crediamo nell’innocenza di Andrea”, il commento di Massimo Rivola, CEO di Aprilia.

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