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Siamo al Day-After del Gran Premio d’Olanda, il giorno deputato alla riflessione e alle analisi sul Gran Premio che c’è appena stato. Da un lato, tutto come da pronostico: Max Verstappen vince alla grande davanti al suo pubblico, e su questo non c’erano dubbi. Troppo forte la Red Bull, troppo veloce il Campione del Mondo in carica, che non sbaglia una virgola e si avvicina ad ampie falcate verso la vittoria matematica del titolo 2022.

Chi si mangia le mani, però, è Mercedes, che con una macchina ormai performante a lunghi tratti ha accarezzato l’idea di vincere la sua prima gara stagionale, grazie ad un ritmo ottimo e ad una strategia su un solo pit stop che aveva proiettato Hamilton e Russell in testa. Una safety-car, però, ha rimescolato le carte e Lewis (similmente a quanto vissuto da Leclerc a Silverstone) si è trovato in testa ma con le gomme sbagliate, precipitando alla fine in quarta piazza. Ma da qua alla fine, le frecce d’argento saranno protagoniste.

E che dire di Ferrari? Di una cosa siamo certi: al peggio non c’è mai fine. Ormai non sorprende più, e in ogni gara si è drammaticamente curiosi di vedere come Binotto e soci riescano a rovinare la gara delle rosse, ormai diventate terza forza del Mondiale dietro Red Bull e Mercedes. Dal pit stop sbagliato di Sainz (dove una gomma si è persa, in una riedizione del celeberrimo pit stop di Irvine del 1999), al non copiare la strategia di Verstappen con Leclerc, al chiamare il monegasco ai box quando c’era odore di safety car (e attendendo pochi secondi si sarebbe risparmiato metà tempo).

Riviviamo la gara con le nostre pagelle.

Voto 10: Max Verstappen

Profeta in patria. Pole position, giro veloce e vittoria della gara. Nulla da dire per il pilota olandese, che è pure fortunato a poter beneficiare dello stop di Tsunoda per risparmiare tempo nel pit-stop. In regime di safety-car, poi, rivive le sensazioni di Abu-Dhabi 2021, quando brucia Hamilton grazie alle gomme più fresche. C’è solo da chiedersi dove matematicamente vincerà il titolo.

Voto 9: George Russell

Che carattere. Pretende una strategia aggressiva con Mercedes ed ha ragione: pur non essendo mai in lotta per la vittoria arriva secondo davanti al compagno di squadra, confermando di avere un’intuito che negli anni a venire lo porterà ad essere un protagonista assoluto e degno erede di Hamilton.

Voto 7: Charles Leclerc

Nella galleria degli orrori Ferrari, al solito, il monegasco è l’unico che si salva. Il terzo posto finale, tutto sommato, non è così male se si pensa che oggi la rossa era la macchina meno performante tra i top team. La mancata pole di sabato costituiva già un indizio della fatica che si sarebbe fatta domenica, il muretto è stata la (solita) sentenza.

Voto 7: Lewis Hamilton

Fino allo stop di Tsunoda, l’inglese comandava la gara ed era in odore di vittoria. Una serie di circostanze, poi, l’hanno messo in testa alla gara con i pneumatici sbagliati, e qui forse le maggiori colpe le ha Mercedes, che ha voluto provare a mettere un pilota davanti e uno dietro a Verstappen durante la safety car. Non sapremo mai se con gomme soft avrebbe resistito alla furia Red Bull, ma di certo da qua alla fine Lewis sarà protagonista.

Voto 7,5: Fernando Alonso

L’asturiano, ormai, non smette di stupire. Parte dalla casella 13 e arriva sesto, compiendo l’ennesima gara prodigiosa. Con un’altra vettura, lotterebbe certamente per la vittoria. E’ sempre un piacere vederlo al volante.

Voto 5: Carlos Sainz

Giornata no, decisamente. Allo start rischia la frittata con Hamilton, poi entra ai box (non è colpa sua) quando il team non è pronto. Supera Ocon con le bandiere gialle e commette unsafe release all’ultima sosta, con tanto di penalità che lo condanna all’ottavo posto.

Voto 6,5: Lando Norris

Con il povero Ricciardo un tantino appannato dalle vicissitudini extra-pista, la McLaren è solo lui. Gara solida e finale a punti, con il neo di perdere il confronto con Fernando Alonso, vero rivale della stagione.

Voto 3: Ferrari

Basta.