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Mancano ormai pochissimi giorni allo start della nuova stagione di Formula 1, attesa da tutti gli addetti ai lavori e dai tifosi di tutto il mondo, in virtù di tutta una serie di test che si sono svolti fino a pochi giorni fa, che hanno fornito le prime indicazioni rispetto a quella che potrebbe essere a tutti gli effetti la stagione del riscatto delle scuderie che proveranno a strappare il titolo alla Red Bull.

In questo pezzo leggerete ciò che è scaturito da tali test e vi accorgerete che alcuni team sono decisamente più avanti di altri.

Proviamo ad analizzare la situazione scuderia per scuderia, partendo da quella per cui batte il cuore di milioni di appassionati italiani, la Ferrari.

Ferrari

Potrebbe suonare male un incipit di questo tipo quando si parla della “Rossa” e, più in generale, di uno sport come la Formula 1, ma ogni componente di un team necessita della giusta valutazione, possibilmente analizzata per compartimenti stagni, in modo da mettere a fuoco ciò che la scuderia di Maranello potrà offrire in termini di rendimento lungo la stagione che stiamo per affrontare.

Cominciamo dalla scocca, disegnata, sulla base di quella presentata lo scorso anno, con variazioni di carattere tecnico che riguardano fondamentalmente l’eccessiva resistenza aerodinamica, uno dei crucci della passata stagione, al quale si è pensato di porre soluzione pagando in termini di stabilità in curva, quando ci sarà da affrontare circuiti in cui i rettilinei sono una semplice chimera.

In virtù dell’enunciato appena esposto, va da sé che la seconda prerogativa da mettere in conto per provare a decifrare la prossima stagione, è quella che fa capo alla capacità di amalgama dei due piloti Ferrari, Charles Leclerc e Carlos Sainz, chiamati a mettere in campo tutte le loro capacità, per ammortizzare gli effettivi problemi di guida che gioco forza emergeranno durante la stagione in partenza nel weekend.

Non è un mistero che l’ammodernato chassis disegnato per la season 2023, creerà dei problemi di stabilità in quei circuiti che presentano caratteristiche di manto sconnesso, per il quale occorrerà lavorare col carico aerodinamico con la speranza di mantenere la vettura performante, anche in presenza di cordoli e dossi di fronte ai quali la Red Bull pare essere, almeno a bocce ferme, la migliore del lotto.

La sensazione è comunque quella che, nonostante ci sia ancora molto da lavorare, il Team Ferrari si sia posto come obiettivo quello di non scoprire tutte le carte migliori in vista del primo appuntamento del Bahrain nel fine settimana tra il 3 e il 5 marzo.

Red Bull

Le dichiarazioni al termine dei test invernali, hanno messo in evidenza un Max Verstappen in piena euforia rispetto alle sensazioni che ha avuto guidando la sua monoposto, definendola “migliore di quella che ha vinto il titolo nel 2022“.

Ci sarebbe pure da credergli, visti i tempi fatti registrare fin qui, ma è altrettanto vero che ci sono da analizzare tutte le modifiche che ingegneri e meccanici della scuderia con sede a Milton Keynes. Esattamente come il Team Ferrari, peraltro come capitò nella scorsa stagione, vi sono più indizi che portano a pensare che non tutto ci sia stato svelato e che la sensazione sia quella di ritrovarci davanti a qualche evoluzione meccanica che ci lascerà sorpresi già nel Bahrain.

Nemmeno la Red Bull, almeno per quanto riguarda ciò che conosciamo, ha fatto grandi rivoluzioni. La RB19 è solo un’evoluzione della vettura che Verstappen e Perez hanno guidato la scorsa stagione.


La verità è che i pochi problemi di affidabilità del 2022, erano comuni a tutte le squadre e solo chi ha saputo gestirli nella maniera migliore, ha portato a casa il titolo.

È proprio il caso della scuderia austriaca, che ha sofferto, come tutte le altre, del sottosterzo, problema che le teste pensanti della Red Bull, credono di aver risolto montando due gomme anteriori che hanno la peculiarità di essere più pesanti e più forti, cosa che ha dovuto fare i conti con il peso complessivo dell’autovettura, altro problema comune della passata stagione per molti team.

Nei test invernali il Campione del Mondo è stato sempre il più veloce e il problema per tutte le altre è che l’impressione è quella che si sia pensato più a prendere confidenza con la macchina, che per performare in pista per far segnare le prestazioni migliori.

Aston Martin

In molti considerano l’Aston Martin come il vero e proprio crack della stagione, seppur nessuno abbia mai pensato che il team con sede a Silverstone, possa nemmeno avvicinarsi a Ferrari e Red Bull, ma abbia nelle corde la capacità di impensierire la Mercedes.

Maggiori investimenti, un team rimpolpato da professionisti “rubati” qua e là dalle scuderie migliori, Mercedes e Red Bull in prmis, sia sotto il punto di vista numerico che prettamente qualitativo, mettono l’Aston Martin in cima alle preferenze e davanti, o comunque sullo stesso livello, della Mercedes stessa.

Inoltre non ci dimentichiamo che la scuderia inglese ha cambiato proprio l’anno scorso a metà stagione, tutta una serie di caratteristiche tecniche che l’hanno fatta assomigliare non poco alla Red Bull e questo “prendere dai migliori” sembra aver portato dei risultati, sia nel corso del 2022, che, in questo scorcio di pre season.

Lance Stroll sarà la prima guida della scuderia, ma l’arrivo di Fernando Alonso garantisce quel quantum di esperienza che potrebbe solo fare bene all’Aston Martin.

I test hanno messo in evidenza l’ottimo stato di salute delle due macchine, anche se qui il discorso diventa opposto rispetto ai due casi precedenti: riuscirà l’AM a mantenere le promesse di inizio stagione?

Mercedes

L’anno scorso si era parlato a inizio stagione di un anno interlocutorio, durante il quale si sarebbe puntato molto di più sul pilota che che sulla struttura della macchina ed è così che la Mercedes ha completato una stagione ricca di ombre e poverissima di luci, con Lewis Hamilton che un giorno sì e l’altro pure, ha provato a mascherare l’insofferenza per non poter partecipare alla lotta per il titolo.

I test invernali hanno messo in mostra una macchina piuttosto instabile, con la quale il pilota inglese si è trovato alla grandissima nel solo momento in cui ha fatto montare alla sua monoposto le C4 e le C5, i treni di gomme più morbidi, che saranno con ogni probabilità decisivi già per il primo appuntamento della stagione.

Se è vero come è vero che la Mercedes ha perso un uomo importante come James Vowles, è altrettanto sacrosanto che le dichiarazioni di Toto Wolff sono state bellicose.

La Mercedes pensa di poter tornare competitiva per il mondiale, ma sia Hamilton che Russell, dovranno uniformarsi ad una macchina che ha comunque palesato problemi di stabilità e che non può permettersi di performare solo in presenza di gomme morbide.

Haas

Tanta, tantissima curiosità, invece per la scuderia le cui macchine sono spinte dal motore Ferrari, la casa con cui la stessa Haas ha collaborato alacremente durante i test invernali e che spera di poter partecipare con una certa continuità all’ultima parte delle prove ufficiali, la Q3, di ogni Gran Premio, per rimanere il più stabilmente possibile tra le prime 10, sia in griglia di partenza che sotto la bandiera a scacchi.

Poche sbavature nei test appena conclusi e tanta voglia di fare bene, grazie ad un assetto aerodinamico di nuova composizione, ma frutto dell’ottimo lavoro fatto la scorsa stagione.

Inoltre c’è tanta attesa per la stagione di Nico Hulkenberg, assente da tre anni, che più che una spalla per Kevin Magnussen, potrebbe ingombrare più del dovuto il dietro le quinte della Haas.

Alfa Romeo

I test effettuati in Bahrain hanno avuto risultati altalenanti per l’Alfa Romeo e più in generale per tutte le monoposto che godono dei servigi del motore Ferrari.

I problemi palesati da Valtteri Bottas sembrerebbero riconducibili alla Power Unit Ferrari, anche se non è trapelato nulla di ufficiale, visto che si è parlato di noie al cambio che hanno costretto il finlandese a parcheggiare la macchina fuori dalla pista.

Il nuovo CEO Andreas Seidl sarà il responsabile del traghettamento fino al 2026, quando Audi e Sauber cominceranno un connubio tanto atteso che potrebbe però rappresentare un’arma a doppio taglio per il lavoro di questa e delle prossime due stagioni. Lavorare per il presente con un occhio al futuro, potrebbe essere la soluzione migliore, ma i test hanno palesato alcune difficoltà che invitano a prendere con le molle una soluzione di questo tipo. Atteso alla riconferma di una buona stagione Guanyu Zhou.

Le altre scuderie, male la McLaren

  • McLaren Probabilmente una delle scuderie che esce peggio dai test del Bahrain e, più in generale, da quelli delle ultime settimane. La preoccupazione maggiore rimane quella che la risoluzione dei problemi di carattere accessorio o marginale, possano un domani penalizzare quella delle difficoltà strutturali. Alla guida il confermatissimo Lando Norris e il nuovo arrivato Oscar Piastri.
  • Williams Altra squadra che non esce alla grandissima dai test, ma che con l’arrivo del già citato neo Team Principal James Vowles, si pone l’obiettivo di ridurre il gap con il gruppo delle prime scuderie, cosa che non appare di facile attuazione, almeno sulla carta. Anche qui alla guida una conferma e un nuovo arrivo: Alexander Albon e Logan Sargeant.
  • Alphatauri Tante incognite per la sorellina piccola della Red Bull, anche e soprattutto per via della scomparsa di Dietrich Mateschitz, il fondatore della casa austriaca, che aveva orchestrato bene la collaborazione tra le due scuderie. Adesso l’incognita è capire se due team in F1 siano addirittura troppi. I test non sono andati così male, ma è la prospettiva che fa un po’ di paura. Al volante Yuki Tsunoda e Nyck De Vries.
  • Alpine Ci si aspettava decisamente di più dai test in Bahrain, ma sembrerebbero piuttosto felici in quel di Enstone, il quartier generale del Regno Unito della scuderia francese, che ha come obiettivo quello di ridurre il gap con le prime tre, Red Bull, Ferrari e Mercedes. Il problema maggiore rimane la Power Unit, visto che non si potranno avere dei termini di paragone rispetto alla potenza erogata dal motore Renault, visto che l’Alpine è l’unica scuderia a montarlo. Esteban Ocon e Pierre Gasly i due piloti.