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Valencia, 18 novembre 2018: si corre la classica gara di fine stagione per la MotoGP, col circuito “Ricardo Tormo” come sempre deputato ad essere l’ultimo del calendario.

Appuntamento importante, in quella occasione: non tanto per le sorti del titolo mondiale (già ampiamente in mano a Marc Marquez), quanto per l’addio di un volto importante della MotoGP, quel Daniel Pedrosa che fino a quel momento ha letteralmente firmato pezzi di storia delle due ruote.

Agosto 2021, la sorpresa che non ti aspetti: lo stesso Daniel Pedrosa, diventato nel frattempo collaudatore KTM, torna nel circus iridato con lo status di wild card in occasione del Gran Premio di Stiria nel weekend del 6 agosto.

Lo spagnolo è pilota di quelli che hanno riempito gli albi d’oro, amato da tutti gli addetti ai lavori: andiamo a ripercorrere la sua carriera.

Pedrosa, lo storico alfiere Honda

Per i pochi sportivi che non lo conoscessero, la carriera di Daniel Pedrosa è facilmente riassumibile tramite i (favolosi) numeri che l’hanno contraddistinta.

Il classe 1985 di Sabadell (Spagna) è stato uno dei piloti più vincenti ed esperti della storia del motociclismo, avendo vinto tre titoli del motomondiale, uno in 125 (nel 2003) e due in 250 (nelle stagioni 2004 e 2005). Nella mezzo litro, con due vittorie mondiali, segna anche il record di miglior giovane della storia del motomondiale, con 21 vittorie ottenute prima dei 20 anni di età.

Dal suo esordio nel 2001, ha corso la ragguardevole cifra di 295 gare, ottenendo 54 vittorie e 153 podi. Il tutto su Honda, di cui negli anni è diventato una vera e propria icona.

Nell’epoca pre-Marquez, Pedrosa è stato uno degli antagonisti più convincenti dei vari Rossi, Lorenzo e Stoner, con i quali ha idealmente formato il gruppo dei Fantastici Quattro, appellativo unanimemente riconosciuto a quei quattro piloti che hanno così condizionato la storia della MotoGP degli anni 2000.

Non si contano, purtroppo, gli infortuni che ne hanno influenzato la carriera (in particolare alle clavicole, rottesi numerosissime volte) senza i quali i suddetti numeri potevano essere molto più alti.

Un ritorno diverso

È una MotoGP ben diversa, quella in cui “camomillo” fa ritorno: in pochi anni, infatti, abbiamo assistito ad una paurosa evoluzione tecnica, oltre che al ringiovanimento del field. Non vi è più Jorge Lorenzo, Valentino Rossi appare in fase calante e Marquez (compagno storico di Pedrosa) non si è ancora ripreso al 100% dal grave infortunio del 2020.

In compenso, sono arrivati altri ragazzi in grado di competere per il vertice, come Quartararo, Vinales, Bagnaia, Miller e Zarco (ci sarebbe anche Morbidelli, out però per infortunio). Senza contare il Campione del Mondo Mir e il suo compagno Rins, in sella ad una Suzuki terribilmente efficace. Non vi è più un duopolio Honda-Yamaha, dal momento che in ogni gara possono primeggiare Ducati, la già citata Suzuki, la stessa KTM di cui Pedrosa è collaudatore, persino Aprilia ha fatto grandi passi in avanti.

Pedrosa tornerà in sella alla KTM al Red Bull Ring, scuderia con la quale non ha mai corso in gara, e dovrà quindi misurarsi con avversari che non conosce, senza contare materiali e pneumatici differenti.

La KTM 2021 stessa, però, è stata proprio costruita grazie alle indicazioni del pilota spagnolo: difficile, pertanto, fare un pronostico circa le sue performance in pista.

Pedrosa ritorna nel 2022?

I più romantici, a questo punto, si chiedono se quello di Dani possa essere un assaggio in vista di un possibile ritorno nel 2022.

Difficile da dire, anche perché il mercato piloti è in pieno fermento, e bisognerebbe eventualmente capire se lo spagnolo possa accontentarsi di un ruolo da comprimario (magari alla Tech3, un po’ come può aver fatto Vettel in Formula Uno accasandosi alla Aston Martin) o se possa veramente ambire ad una sella di un top-team, magari alla Yamaha (considerando che Vinales dovrebbe lasciare) o alla Petronas a fianco di Morbidelli (Rossi permettendo).

Intanto, godiamoci il suo primo ritorno: in un modo o nell’altro, sicuramente Pedrosa al Red Bull Ring sarà il più atteso, e lui stesso ci dirà se il tempo si è o meno fermato.