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L’Hungaroring è un tracciato automobilistico costruito a Mogyoród, 19 km a nord-est della capitale Budapest, per ospitare il Gran Premio d’Ungheria di Formula 1 a partire dal 1986. L’autodromo si trova su un terreno polveroso, ed è usato molto raramente al di fuori dell’annuale gara di Formula 1 che si svolge tradizionalmente nel mese di luglio.

Un po’ di storia

Per l’epoca rappresentò una conquista politica e simbolica importante perché consentiva alla Formula 1 di entrare nel blocco dei paesi socialisti, infatti, quando è arrivata in Ungheria con il primo Gran Premio, c’erano carri armati sovietici parcheggiati sulle colline e soldati con i kalashnikov a tracollo per le strade. Non che fossero una minaccia, però, i tempi del 1956 e dell’invasione dopo la rivolta studentesca sono solo un ricordo.

L’accordo con la FIA, firmato nel dicembre 1985, cinque anni prima delle prime elezioni democratiche, serve all’Ungheria per promuovere in Occidente la sua immagine di nazione aperta agli investimenti stranieri, un messaggio colto subito dalla Philip Morris che sponsorizzò la prima edizione. Così, il 10 agosto 1986 è una data storica per la F1. Una conquista non scontata per l’epoca, uno degli eventi cardine antecedenti la caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989. Il governo finanzia l’impianto, realizzato in soli otto mesi e costato 7,6 milioni di dollari dell’epoca.

Sulla scia della massima serie automobilistica, anche varie competizioni motociclistiche si sono affacciate a questo circuito, e tra esse troviamo la Formula TT, che vi corse nel 1987, il Campionato mondiale Superbike, che vi ha gareggiato tre volte dal 1988, anno di debutto della serie, fino al 1990, mentre il Motomondiale vi ha fatto tappa solo nel 1990 e nel 1992.

L’Hungaroring era, però, un tracciato molto criticato riguardo la cronica mancanza di zone in cui tentare il sorpasso. I piloti lamentavano l’assenza di curve veloci, impegnative e sempre spettacolari, nonché rettilinei nei quali poter uscire dalla scia dell’avversario. Quasi sempre i sorpassi avvenivano alla fine del rettilineo d’arrivo, che di fatto era anche l’unico che li permetteva. Per questo motivo, a partire dall’edizione 2003 sono state apportate al circuito alcune modifiche per favorire i sorpassi, in particolare un allungamento del rettilineo principale con profilo più stretto della prima curva, ed una modifica della terzultima curva (l’attuale curva 12) che ha determinato l’avanzamento del punto di frenata.

Statistiche e record del tracciato

Il record ufficiale della pista appartiene a Lewis Hamilton, che durante l’edizione 2020 del Gran Premio ha stabilito un tempo di 1’16″627, anche il record assoluto appartiene a Lewis, con 1’13″447 registrato durante le qualifiche della stessa edizione.

Il primo trionfatore in F1 è Nelson Piquet (Williams-Honda), al termine di un duello con il connazionale Ayrton Senna (Lotus-Ford), grazie a un sorpasso decisivo all’esterno al termine del rettilineo dei box.

A proposito di coraggio e spettacolo, non possiamo che ricordare due imprese di Nigel Mansell. Nel 1989 vince, alla guida della Ferrari, nonostante la partenza dal 12° posto in griglia, approfittando sì del ritiro di molti avversari, ma anche compiendo manovre di classe, mentre nel 1992 il pilota inglese giunge secondo dietro ad Ayrton Senna e si laurea in largo anticipo (record perché è il 16 agosto) campione del mondo sulla sua imprendibile Williams-Renault, dopo essersi aggiudicato, su 11 Gran Premi corsi, otto vittorie e due secondi posti.

Mansell viene imitato il 19 agosto 2001 da Michael Schumacher. Da ricordare anche le prime vittorie in F1 di Fernando Alonso (2003) e Jenson Button (2006), nonché l’unica, nel 2008, del finlandese Heikki Kovalainen su McLaren-Mercedes.

Da brividi il trionfo nel 2015 di Sebastian Vettel su Ferrari, con dedica al francese Jules Bianchi, morto in seguito alle conseguenze dell’incidente avute nel Gran Premio del Giappone dell’anno precedente.

Caratteristiche del circuito

La pista è lunga 4.381 metri e i piloti dovranno percorrere 70 giri in senso orario. È un circuito impegnativo viste le elevate temperature ambientali, che fanno raggiungere all’asfalto i 60 gradi d’estate, e l’alternanza continua di accelerazioni e frenate. Ci saranno due zone per l’attivazione del DRS, alla prima e alla quattordicesima curva.

Ci sono 580 metri tra la linea di partenza e la prima curva, cui si arriva a 320 km/h in settima o ottava marcia, difatti è proprio qui che c’è la frenata più severa del tracciato. Dalla curva 1, una svolta a destra con un raggio che aumenta in uscita. Segue un’accelerazione che porta alla staccata della curva 2 a sinistra. Si prosegue in leggera discesa verso la curva 3, a destra, che si percorre in pieno e immette nel terzo tratto veloce fino a scollinare oltre la curva 4.

Dall’uscita della 4, mantenendo la stessa marcia, si arriva alla 5. Si sale poi verso la chicane (curve 6 e 7). Il circuito prosegue con due curve abbastanza veloci, la 8 e la 9, da percorrere a 150 e 140 kmh, e si allunga verso la 10, a sinistra, una curva da prendere a 265 km/h in sesta. Si entra così in piena potenza alla curva 11, con una frenata che porta la velocità di uscita a 180 kmh. In questo tratto, dove anche un piccolo errore può pregiudicare il tempo sul giro, ai piloti servirà una macchina ben bilanciata e reattiva nei cambi di direzione. Successivamente si ha la curva 12 che porta alla 13, la curva più lenta del circuito. La staccata è impegnativa perché bisogna portare la monoposto dai 230 ai 100 kmh ed è difficile trovare l’esatto punto di frenata. Si giunge così alla curva 14 dove prima della staccata si trova la zona DRS.

Per questi motivi, e per il disegno tortuoso, l’Hungaroring è un circuito dove i sorpassi sono molto difficili. La collocazione del gran premio in piena estate favorisce l’affluenza di pubblico ma non lo spettacolo, essendoci quasi sempre un caldo torrido.