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Il mitico pilota brasiliano oggi avrebbe compiuto sessant’anni. Si fermò a Imola una delle più belle storie dello sport moderno

Oggi avrebbe soffiato su una torta di compleanno con sessanta candeline. Ma i sessant’anni di Ayrton Senna, “Magic” come era chiamato nel suo mondo, quello dei motori, saranno quelli del ricordo di un grandissimo campione. Il ricordo del pilota che ha cambiato il volto della Formula 1 e che il primo giorno di maggio del 1994 fu strappato alla vita vittima di un pauroso incidente alla curva Tamburello del circuito di Imola durante il Gran Premio di San Marino. Ayrton Senna Da Silva è nato a San Paolo del Brasile il 21 marzo del 1960 da Neide Senna e Milton Da Silva. La sua passione per lo sport si manifestò sin da giovane: corsa, tennis, ciclismo, nuoto le discipline che praticò con grande impegno, coltivando quella cultura della accurata preparazione fisica che l’accompagnò in ogni momento della carriera. Sua “compagna di viaggio” fu la Bibbia che portava sempre con sé, essendo persona profondamente devota grazie alla fervida educazione di mamma Neide. Una affermazione che lui pronunciò prima di un Gran Premio, “Niente mi può separare dall’amore di Dio” è ben scolpita sulla lapide della sua tomba al cimitero di Morumbi. Il prodigarsi per gli altri è stato un “must” della vita di Senna, che ha devoluto cospicui guadagni della carriera di pilota a chi ne aveva bisogno. La sorella Viviane nel novembre del 1994 diede vita alla Fondazione Ayrton Senna per aiutare centinaia di ragazzi brasiliani poveri a ricevere un’adeguata educazione. Istituzione che ha ricevuto, unica non governativa, il riconoscimento dell’Unesco.

Il primo approccio di Ayrton Senna con mondo dei motori va fatto risalire al 1973: a tredici anni salì su un kart Parilla ad Interlagos e ottenne la prima di una lunga serie di vittorie. Quell’anno vinse il Campionato Junior e non si voltò più indietro: campione brasiliano dal 1978 al 1981, campione sudamericano nel 1977 e nel 1978 e vice campione del mondo nel 1979 e nel 1980. Nel novembre arrivato in Inghilterra, Ayrton Senna ottiene un ingaggio con la scuderia Van Diemen. Vince il campionato britannico RAC e del Townsend-Thoresen aggiudicandosi 12 vittorie su 19 gare. In Formula Ford 2000 la musica non cambia nemmeno nel 1981: 29 gare, 21 vittorie e successo nel Pace British e nell’Europeo EFDA. All’esordio Campionato Britannico di Formula 3 ottiene pole, vittoria e giro più veloce. Nel 1983 vince il Campionato Brtitannico F3 al volante di una Ralt-Toyota e la gara internazionale di F3 di Macao. Quell’anno Ayrton Da Silva decide di adottare il cognome della mamma: Senna. Il meglio stava però per cominciare. Bernie Ecclestone nell’estate del 1984 lo vuole alla Brabham ma l’intervento di uno sponsor lo vieta. Ayrton Senna accetta la proposta della Toleman. L’esordio in Formula 1 è nel Gran Premio del Brasile. Il suo talento cristallino, il coraggio di guidare senza tatticismi, la capacità di trovare traiettorie impossibili ne fanno il pilota più ambito di tutta la Formula 1. Già nel 1984, porta la monoposto inglese a risultati straordinari e mai raggiunti prima. Mitica la sua rimonta su Alain Prost a Montecarlo (circuito lungo il quale sapeva esaltare ogni sua dote come dimostrano le sei vittorie e le cinque pole che riuscì a piazzare negli anni successivi) fermata solo dalla pioggia. Nel 1985 passa alla Lotus: all’Estoril, in Portogallo vince il primo di una lunga serie di Gran Premio. Nella sua splendida carriera, Ayrton Senna partecipò a 162 gare, ne vinse 41, ottanta volte salì sul podio. Una dimostrazione di forza testimoniata anche dalle 65 pole position e dai 19 Gran premi conclusi avendo fatto segnare il giro più veloce.

Nella bacheca dello straordinario pilota brasiliano, splendono però i tre titoli mondiali conquistati prima che la sua carriera venisse così tragicamente interrotta. Nel 1988, arriva alla McLaren dove trova il campione del mondo Alain Prost. Sin dal primo Gran Premio tra i due scocca la scintilla di una rivalità sportiva che tenne col fiato sospeso gli appassionati. La squalifica in Brasile e il ritiro a Montecarlo non demoralizzano Senna che infila sei vittorie e passa al comando della classifica. Prost però al termine di un pirotecnico GP del Portogallo torna al primo posto. A Suzuka, nella gara decisiva, trovatosi in dodicesima posizione Ayrton inizia una delle più esaltanti rimonte della storia, supera il compagno di squadra e si laurea campione del mondo per la prima volta. Dopo le accese polemiche con la Fia del 1989 (Senna si sentì defraudato della vittoria di Suzuka che avrebbe potuto portarlo al titolo mondiale) nel 1990 Senna continua la rivalità con Prost che nel frattempo passa alla Ferrari. Ancora una volta è Suzuka il teatro della resa dei conti: Senna, al comando della classifica, durante la gara non stacca il piede dall’acceleratore tentando il sorpasso dell’acerrimo rivale. Entrambi escono di scena e il carioca vince il titolo, anche perché la Fia ritenne l’accaduto un normale incidente di gara, nonostante Prost e la Ferrari la pensassero diversamente. Il terzo titolo mondiale arriva dodici mesi dopo: la superiorità di Senna è netta, come straordinaria fu la sua tenacia. Indimenticabile la vittoria ottenuta a Interlagos, quando “Magic” continuò nonostante la rottura del cambio che lo costrinse ad utilizzare solo la sesta marcia. Arrivò al traguardo stremato, ma mantenne il primo posto.

I primi screzi con Michael Schumacher, il contratto a gettone con la MC Laren, gli incredibili e positivi test avuti nella Formula Cart dove Senna puntava a gareggiare, e l’abbraccio a Prost sul podio del Gran Premio d’Australia che lasciò tutti a bocca aperta introducono il 1994.  Ayrton passa alla Williams nell’anno in cui vengono vietati tutti i dispositivi elettronici. Sin dai primi test, il brasiliano sottolinea che la vettura è instabile e difficile da guidare. A Imola, quel tragico 1 maggio, Ayrton Senna è in pole position di un Gran Premio che il giorno prima è stato funestato dall’incidente mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve. “Magic” porta la bandiera austriaca nella sua monoposto, intenzionato a dedicare la vittoria allo sfortunato collega. Inizia la gara e c’è subito un incidente tra Lehto e Lamy col ferimento di alcuni spettatori. Al 7° giro, alla curva del Tamburello, Senna perde il controllo della macchina per il cedimento del piantone dello sterzo, che la sera prima era stato saldato manualmente per consentire una guida più comoda al pilota. La Williams si schianta ad altissima velocità contro il muro. Ogni tentativo di soccorso si rivela purtroppo inutile. Si chiude così, all’improvviso e nel modo più terribile, una delle più belle storie sportive dello sport contemporaneo. Ma quella stella non smette affatto di splendere… Tutt’altro. Ayrton Senna è rimasto nella mente e nel cuore di milioni di persone. Buon compleanno “Magic”…

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