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Nella giornata di ieri il mondo del calcio è stato attraversato da un vero e proprio terremoto: quello della costituzione della Superlega. 12 squadre europee, le più prestigiose e soprattutto le più seguite, hanno annunciato la creazione di un nuovo campionato continentale d’élite che sarà gestito dagli stessi club fondatori: Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham. Altri 3  dovrebbero aggiungersi a questo “consiglio dei 15”, mentre 5 team entreranno a far parte della Superlega (o Super League) ad ogni stagione, in base ai risultati conseguiti nell’annata precedente.

In sostanza, la Superlega comprenderà 20 squadre europee che si affronteranno tra loro, senza però rinunciare alle rispettive competizioni nazionali. A saltare, o a essere drasticamente ridimensionata, sarebbe dunque la Champions League che perderebbe i migliori team e quindi una fetta consistente di visibilità e di introiti a favore dei club più titolati.

L’idea di creare la Super League, sostenuta soprattutto dai presidenti dei grandi club (Perez, Agnelli e Glazer), ha il sapore di una secessione dall’UEFA, la cui reazione non si è fatta attendere, con il sostegno anche di alcuni politici europei (Macron, Johnson). Il presidente UEFA Alexander Ceferin ha parlato di “…proposta orrenda, portata avanti da pochi club europei spinti soltanto dall’avidità” e ha subito minacciato ripercussioni sui club stessi. Per Ceferin, i calciatori che parteciperanno alla Superlega non giocheranno né il Mondiale né in Europa. Tumulti anche in sede Lega Serie A, dove si discute di una possibile esclusione dei club della Superlega dalla Serie A 2021/2022. (fonte Il Messaggero)

Su questi provvedimenti dovrà decidere il congresso UEFA, ma se le cose dovessero prendere una brutta piega ci saranno problemi per tutti: non solo per gli attori del calcio “vero”, ma anche per quelli del calcio virtuale. Ovvero, il progetto Super Lega potrebbe danneggiare anche il mondo degli eSports.

In questo senso, a rischiare più di tutti è EA Sports che, per il titolo FIFA, ha stretto accordi con la federazione internazionale di calcio. Qualora le sanzioni di cui abbiamo parlato dovessero diventare realtà, Electronic Arts non potrebbe utilizzare nelle prossime edizioni del videogioco calcistico i giocatori e i club squalificati. Anche le formazioni nazionali risulterebbe impoverite di nomi. EA potrebbe decidere di realizzare un titolo dedicato alla Superlega, ma in quel caso rimane per ora il dubbio di quale sia il soggetto licenziatario della Super League.

Un po’ meno complicata la questione per Konami che produce il competitor di FIFA, ovvero eFootball Pes. La grande azienda nipponica ha un accordo diretto con Juventus, Barcellona e Manchester United per l’utilizzo di nomi, maglie e giocatori all’interno del videogame, senza necessità di passare per FIFA. Meno rischi di ripercussioni, quindi, e maggiore libertà di azione. Ma come sarà gestita a quel punto la eSeria A TIM in modalità PES, dove è presente il club bianconero con i propri esporters?

La situazione è ingarbugliata a tutti i livelli: quello del calcio giocato, quello delle trasmissioni tv (DAZN ha da poco comprato i diritti tv del calcio italiano per 840 milioni di euro) e quello del calcio virtuale. A meno che, come si mormora, non si tratti di una mossa per ottenere più soldi dall’UEFA e che potrebbe risolversi in una bolla.

 

Foto di testa credits EA Sports.com

 

 

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