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L’idea che il mondo dei (video)giochi sia parte di una community ludica più ampia che cerca sano intrattenimento, crescita personale, sviluppo delle capacità di analisi e approccio professionale, sembra centrale nei progetti targati QLASH.

Non è un caso infatti che Luca Pagano , CEO e co-founder dell’organizzazione esportiva trevigiana, sia stato per quasi un ventennio un giocatore professionista di poker e, prima ancora, un appassionato di scacchi e di backgammon. E che ieri abbia annunciato sulla sua pagina LinkedIn l’apertura di QLASH agli scacchi: un “ponte”, così si legge nel titolo del post, “per collegare scacchi e esports”.

Delle affinità e soprattutto del progressivo percorso di avvicinamento tra questi due universi avevamo parlato in un altro articolo qualche tempo fa. In quella caso l’occasione era stata offerta da un’altra organizzazione esportiva, l’americana Envy Gaming, che aveva messo sotto contratto le sorelle Andrea e Alxandra Botez, giovani campionesse del nobile gioco. Senza contare che il primo a rompere il ghiaccio delle collaborazioni è stato il Gran Maestro Hikaru Nakamura ingaggiato nell’estate del 2020 dai TSM, altra compagine statunitense di videogiochi competitivi.

Ora è la volta dell’Italia, che per una volta non rimane “arroccata” e piazza una mossa in anticipo su molti altri Paesi. Il team QLASH ha infatti aperto il proprio settore scacchistico assicurandosi il Gran Maestro Roberto Mogranzini come Chess Game Manager. Membro di Unichess, Fondatore e direttore dell’Accademia Internazionale di Scacchi di Perugia, Mogranzini avrà il compito di utilizzare uno dei giochi più antichi e più completi come mezzo per “formare” i giovani esporters. Il tutto creando un collegamento tra community, sviluppando nuovi format torneistici e soprattutto sfruttando lo strumento principe delle giovani generazioni: i social media.

Siamo consapevoli che stiamo parlando di un gioco che ha circa 1.500 anni e che nell’immaginario comune è giocato su una scacchiera fisica con pezzi in legno o plastica. Ma la rivoluzione di Internet è arrivata ormai da tempo anche per gli scacchi e con risultati pazzeschi, tali da renderlo un gioco online mainstream al pari di tanti altri videogame di successo.

Come si legge nel post di Luca Pagano, “Per dare un’idea della rinnovata crescita degli scacchi, solo negli ultimi 12 mesi la categoria-scacchi di Twitch è passata da una media di 25 canali in streaming al giorno e di 1.479 spettatori collegati simultaneamente a 151 canali e 25.885 spettatori (fonte Twitchtracker). In altre parole, la categoria è cresciuta in un solo anno di circa 6 volte in termini di streamers e di 17 volte in termini di spettatori. Mentre molti titoli hanno registrato un aumento del numero di giocatori e spettatori a causa della pandemia COVID-19, il fenomeno degli scacchi mostra una crescita molto stabile per un lungo periodo di tempo e ancora nessun segno di rallentamento“.

Insomma, con gli scacchi diventati ormai un fenomeno online e social, è possibile immaginare un nuova fase per gli eSports: quella dell’ampliamento oltre i confini dei puri videogame e dell’interscambio tra gli appassionati. Il nostro augurio è che, in un futuro non troppo lontano, sul quello stesso ponte si incammino anche le community di tanti altri “sport della mente”.

 

Foto di testa credits QLASH

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